Il nuovo romanzo di Elena Pigozzi sulla resistenza e sulla forza delle donne
Quando la realtà entra nelle pagine di un libro si assiste ad una sorta di rinascita, una reincarnazione del passato nel presente. Una magia, un mezzo miracolo che fa tornare indietro un pezzo di vita vera, vissuta, che difficilmente si sarebbe conosciuta senza la scrittura. È questo il dono prezioso che Elena Pigozzi fa con il suo nuovo romanzo, Le sarte della Villarey (Mondadori). Il ritorno di un passato e di una serie di donne, della loro forza e del loro coraggio durante gli anni della Resistenza.

Siamo ad Ancona, 1943, Laura vive, con il fratello minore Milo, gli eventi che coinvolgono il paese subito dopo l’armistizio dichiarato da Badoglio. Rimasta da poco orfana di madre e con il padre al fronte, la giovane ragazza, che all’apparenza sembra fragile e indifesa, si trova a dover affrontare la situazione difficile della città, la fame e a cercare un modo per sopravvivere e mantenersi con il fratello.
In un clima di violenza e tensione crescenti, la ragazza riesce a trovare un impiego all’interno della caserma Villarey, grazie al supporto di Alda, una donna del grande spirito umano, pratica ed essenziale. Insieme sistemano, rammentano e cuciscono le divise dei soldati, riuscendo così ad andare avanti e a sopportare il contesto sempre più duro e precario dell’imminente guerra civile.
La città subisce, infatti, la pesante occupazione tedesca all’indomani della separazione del paese tra gli Alleati e i sostenitori di Mussolini e dei tedeschi: i soldati della caserma, che non vogliono passare dalla parte degli occupanti, vengono rinchiusi alla Villarey, in attesa di essere deportati. È questo l’evento che segna lo spartiacque, il prima e il dopo, il passo decisivo: Alda decide di aiutare, per quanto possibile, i soldati rinchiusi attraverso un sistema di travestimenti.
Grazie allo stratagemma, la donna, assieme a Laura ma non solo, riesce a mettere in salvo e a far fuggire numerosi soldati, compreso Pietro con cui la giovane ragazza percepisce un certo legame e una sintonia. La rete e la collaborazione che si creano tra l’interno della caserma e l’esterno sono straordinarie: anche Milo fa la sua parte, accanto al rabbino Toaff e a Don Bernardino.
La situazione, però, finisce per precipitare quando i tedeschi, minacciati dall’avanzata alleata, iniziano a far partire i convogli con i soldati. La città di Ancona va incontro alla fase più acuta e dolorosa della guerra civile, subendo pesanti bombardamenti che invertiscono il corso degli eventi.
Le sarte della Villarey è una ricostruzione narrativa che unisce elementi di fantasia con eventi e persone realmente esistite; il salvataggio di circa 400 soldati, messi in salvo grazie all’astuzia dei travestimenti da donna, è stato davvero il frutto di una collaborazione speciale e fuori dal comune dove le donne hanno giocato un ruolo fondamentale. La scrittrice Elena Pigozzi le ha riportate in vita, in un certo senso, omaggiandole e conferendo a questa vicenda conoscenza e diffusione. Un libro e una storia, dunque, caratterizzati dalla luce della rinascita, conferita dalla scrittura, e da un’importante considerazione dei fatti accaduti.
Dallo stile semplice eppure coinvolgente, profondo nei passaggi interiori più delicati e personali, il romanzo ricalca le vicende storiche reali e sviluppa la vita di Laura ma anche di Alda e di tutte e tutti coloro che vissero quel momento difficile, dove la morte, la povertà, la fame e il dolore si mescolavano nelle esperienze di ciascuno.
Con parole essenziali, questo libro trasmette a pelle la situazione e celebra il coraggio, la determinazione, l’ingegno delle donne in un periodo dove la parola più urgente era “resistere”.
“Perché il caso non esiste, Laura ne è certa. Esiste il cuore che spinge ad andare avanti, ad alzare le braccia, a dire basta. A sfidare chi ti ha pestato un piede, chi ti ha strappato la giacca. A stringere le mani e metterle in movimento. Fai ciò che sai fare e vedrai che a qualcosa serve. A stare a osservare non si conclude niente. E tu vuoi arrivare alla fine dei tuoi giorni soddisfatta di te stessa. Laura è convinta di quanto ha fatto fino a ora. Fiera anche di averci provato a usare le mani e a cucire travestimenti di fuga”.
L’importante è provare, avanzare un passo alla volta, senza retrocedere, tirare fuori quello che sembra l’impossibile e l’impensabile: tutto pur di salvare e proteggere quell’amore incondizionato per la vita, la stessa che sembra spegnersi giorno dopo giorno, sotto le bombe, la stessa che non c’è ormai più negli occhi delle persone accanto. Incarnano questo i protagonisti del libro, un continuo atto d’animo affinché la libertà e la salvezza siano di e per tutti.

Il bene è il filo conduttore e unisce, permettendo la salvezza, la speranza. È dal bene condiviso che nascono le scelte più difficili, la spinta coraggiosa, la lotta fianco a fianco. In un crescendo di intensità e di drammaticità, Le sarte della Villarey si fa storia che vale la pena conoscere, di questi tempi ancora di più. Perché tocca la memoria, il cuore, perché sapere e conoscere questa vicenda e quanto coraggio, quante vite ci sono state dimostra il miracolo della scrittura e l’importanza del presente, che proprio da lì, da quel passato, proviene.
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Le sarte della Villarey – Elena Pigozzi – Mondadori Libri. Immagine di copertina / in evidenza: @elenapigozzi.it





