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La ricerca del tempo perduto della cura

Una cronaca emozionalmente coinvolgente di un reparto oncologico e le sue vicissitudini

Floria di lavoro fa l’infermiera, ma la sua vita suggerirebbe che è un’infermiera dentro l’anima. La sua vita, il suo tempo, il suo cuore, sono integralmente dedicati alla cura dei pazienti di un reparto oncologico, dal malato terminale alla ribelle che fuma con la bombola di ossigeno attaccata, dal ricco assicurato pieno di pretese a quel miracolo sempre in agguato che potrebbe sbocciare all’angolo più buio della corsia. 

Regge tutto sulle sue spalle minute ed eleganti la splendida Leonief Benesch, già apprezzata per la sua raffinatezza interpretativa nell’altrettanto iperrealistico La sala professori, oggi protagonista assoluta de L’ultimo turno, film scritto e diretto da Petra Volpe, presentato con apprezzamento presso la 75esima edizione del Festival di Berlino

Un film semplice e potente, come lo sono le emergenze del nostro quotidiano, sempre più incalzanti, sempre meno confessabili, dietro la maschera della rappresentazione che, social docendo, permea ormai ogni minuscola interazione quotidiana, finanche le nostre relazioni intime, ma che è invece inevitabilmente destinata a disgregarsi davanti alla livella che ci attende tutti al medesimo traguardo. È così che anche il turning point di rito, la trama delle sceneggiature hollywoodiane scompare, di fronte a una sommatoria apparentemente casuale di dettagli, di situazioni dolorose e ansiogene, intessute di quella misteriosa umanità che scaturisce solo dalle dinamiche più estreme, radicali, dove una sigaretta vale il rischio di auto ed etero combustione, un orologio di lusso il prezzo dell’unica reazione estrema che la subissatissima Flora si concede, per tornare mortificata a una compensativa proposta sacrificale, che, per fortuna, non trova seguito. Così la catena di eventi diventa sempre più rapidamente strutturantesi in una spirale emotivamente coinvolgente, avvincendoci con una nuvola di empatia dolorosa e necessaria, che ci lascia forse in bocca il retrogusto dolce di quella speranza doverosa che nei nostri momenti più vulnerabili ci sia ancora qualcuno ad assisterci, a porgere il braccio quando si barcolla per andare in bagno. 

Così la distanza tra l’arrivo di un tè alla menta e la morte di un’anziana madre si intersecano in un girotondo multidimensionale che ha il sapore della vita stessa. Accanto all’angelo della corsia, che discende metaforicamente dal cielo svizzero solo una collega episodicamente intrecciata in brevi tratti e l’unico scarno incontro con una dottoressa brusca e altrettanto esausta, che utilizza però il codice dell’arroganza come risposta ben più consueta, la rinuncia allo strappo alla regola che allevierebbe il cuore. 

Ma anche quel cielo che sovrasta una terra mitizzata dalla nostra ammaccata percezione di una terra totalmente disfunzionale pare perdere i suoi colpi, poiché il cartello finale avvisa dell’imminente scomparsa in loco della professione infermieristica stessa, presumibilmente dovuta allo stress e alla solitudine rappresentati.

 Eppure tutti vorremmo una Flora accanto, quella dolcezza, quella qualità seria di presenza, anche solo sbucciandoci un ginocchio, forse ce lo sbucceremmo volentieri apposta. 

Se il cinema ha ancora la capacità di porre domande utili, quella che sceglierei per questa storia, impeccabilmente raccontata, quasi impensabile al nostro asfittico orizzonte patinato di luoghi comuni e convenzioni è: come può ognuno di noi imparare a restituire valore all’empatia?

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L’ultimo turno – Regia: Petra Volpe – Cast: Leonie Benesch, Alireza Bayram, Jürg Plüss, Jasmin Mattei, Lale Yavaş, Andreas Beutler, Urs Bihler, Sonja Riesen, Ali Kandas, Margherita Schoch, Nicole Bachmann, Doris Schefer, Selma Jamal Aldin, Albana Agaj, Ridvan Murati, Urbain Guiguemde, Elisabeth Roll, Heinz Wyssling, Eva Fredholm, Onur Kurtulmus, Mustafa Kuzucu, Oliver Baer, Sofie Baer, Aline Beetschen, Dominique Lendi, Ayhan Sahin, Maja Tanner – Scenografia: Beatrice Schultz – Costumi: Linda Harper – Trucco: Marc Hollenstein – Produttore: Reto Schaerli, Lukas Hobi – Nelle sale italiane dal 20 agosto 2025

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