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“Alcooltest” di Stefano Usardi: la semplicità che racconta l’anima

Il nuovo film di Stefano Usardi con Drupi protagonista: un viaggio intimo tra sogni, disillusioni e rinascita, immerso nei paesaggi autentici della provincia di Belluno

di Elisa Fantinel

Il 27 agosto è uscito ufficialmente il trailer dell’ultimo film del regista Stefano Usardi che vede come protagonista il celebre cantautore Drupi. Alcooltest, questo il titolo dell’attesissima pellicola prodotta da Fifilm Production,  è un racconto intimo e profondo, un viaggio introspettivo che porta a riflettere sulla condizione umana, sui legami che ci uniscono e sui sogni che ci accompagnano nel corso della vita. 

Per questa occasione abbiamo incontrato il regista Usardi e abbiamo scambiato due chiacchiere con lui, un professionista capace di creare atmosfere dense e suggestive, catturando l’essenza di personaggi complessi e sfaccettati, giocando e dialogando tra diverse generazioni.

Buonasera Stefano, è uscito da pochi giorni il trailer ufficiale del tuo ultimo film “Alcooltest”, che tipo di film è e qual è l’intento e l’urgenza comunicativa. 

È un film che intreccia vari film insieme, che necessita di una grande attenzione proprio per l’intrecciarsi di tante storie che non sempre hanno una risoluzione prevedibile e scontata. L’urgenza è di fare cinema semplice che non necessiti di grandi budget e che esprima la possibilità di mondi fantastici anche con piccole risorse.

Il protagonista è Drupi…hai cucito il film addosso a lui, quindi hai scritto questo film con già Drupi protagonista oppure è venuta prima la storia e poi hai capito che Drupi l’avrebbe rappresentato perfettamente?

Prima è venuta la storia, ma in mente c’era probabilmente già lui, perché quando l’ho sentito in alcune interviste mi sono detto che era perfetto. Semplice, simpatico e con una grande naturalezza nei confronti della videocamera. Poi anche a lui il personaggio piaceva molto di conseguenza è stato tutto spontaneo.

Come vi siate conosciuti?

L’ho contattato “insistentemente” e poi sono andato direttamente a cercarlo mentre era in villeggiatura vicino a Venezia, probabilmente devo averlo incuriosito molto e così ci siamo subito messi a parlare del film.

Perché questo titolo per il tuo ultimo film?

Perché in una delle tante storie che ci sono l’alcooltest rappresenta un momento di svolta importante per tutta la vicenda. Come dicevo, è molto importante prestare attenzione a piccoli dettagli per intendere l’intreccio, anche se poi, in tutti i miei lavori, non c’è mai una sola lettura possibile, anzi, è interessante che ognuno si crei una propria storia, l’importante è che abbia voglia di farlo.

Sergio, il protagonista, è un personaggio disilluso? Cosa vuol dire inseguire i propri sogni?

Significa non sentirsi mai inadeguati nelle situazioni, accettare i propri limiti, ma partire da quelli per superarli e rendere la propria vita degna di essere vissuta, con un grande rispetto per le persone che ci circondano. Il personaggio rappresenta proprio questo, una persona che si è ritirata in se stessa, ma che con la partecipazione collettiva capisce quanto è bello vivere e sognare con gli altri.

Perché hai scelto di girare il film interamente nella provincia di Belluno? Un omaggio alla tua terra?

Ma in verità è stato più un motivo logistico e di budget, ma ovviamente il paesaggio e il posto sono fantastici. Poi il fatto di avere le sagre paesane e questo mondo di persone semplici che sta scomparendo mi sembrava perfetto per questa storia. Di conseguenza poi, anche se il film si poteva ambientare ovunque ha preso il sapore del posto.

Cosa ti aspetti da questo tuo ultimo lavoro?

Che le persone entrino nei nostri film, che poi sono tutti intimamente collegati, anche con quelli che dobbiamo ancora girare e che capiscano che il cinema è anche fatto di storie semplici senza il bisogno di grandi drammi e armi che ne determinino la spettacolarità. Quest’ultima è possibile anche in una barca in mezzo ad un prato.

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