Presentato in concorso in anteprima mondiale a Venezia 82 “A pied d’oeuvre” di Valerie Donzelli è una perla del Festival che affronta sogno e precarietà.
Occhiali tondi, maglioncino, cappotto, «lei non ha proprio l’espetto del muratore», gli dicono e in effetti è proprio così. Perché Paul Marquet ( Bastien Bouillon ), 42 anni, un passato da muratore non lo ha, lui era un fotografo, anche un bravo fotografo, ma ora ha lasciato tutto per seguire il suo sogno: quello di diventare scrittore.
“Finire un testo non significa essere pubblicati, essere pubblicati non significa essere letti, essere letti non significa essere amati, essere amati non significa avere successo, e il successo non offre nessuna promessa di fortuna”.
Queste le parole di Paul nel film di Valerie Donzelli, dove la strada per inseguire un sogno si mostra difficile, fatta di bozze di romanzi rifiutati e non pubblicati perché “il talento c’è ma non basta”. Nonostante la disapprovazione del padre e della sorella, un matrimonio fallito alla spalle e un rapporto con due figli adolescenti distanti, Paul è determinato a proseguire nel suo tentativo.
Tramite una app di lavoro occasionale dove il lavoratore con il prezzo più basso ottiene l’ingaggio secondo una concezione che potremmo definire schiavismo del XXI secolo, Paul ottiene i lavori più disparati: dal giardiniere, al muratore, dal tuttofare, al traslocatore. Tutti lavori manuali, improvvisati e sottopagati che concedono all’uomo le tempistiche per scrivere . Ecco allora che si ritrova a tagliare un prato senza tosaerba per 20 euro, a spostare mobili pesanti per poi bloccarsi con la schiena, ad estirpare radici di piante a mani nude.
Con il passare dei mesi le chiamate a ribasso sono sempre meno e sempre più competitive, l’inverno parigino non è di certo candido e la precaria situazione economica di Paul di certo non aiuta; con i nuovi romanzi rifiutati la speranza inizia ad essere sempre più sottile, mentre lo sconforto cresce.
Pure il rapporto con i figli, già non solido, pare deteriorarsi, Paul parla con loro al telefono ma ne percepisce la distanza. Inizia a dubitare del suo percorso, di aver mandato tutto all’aria, di aver rinunciato ad essere un padre presente per niente. D’altronde come definire agli occhi della sua famiglia questa scelta, coraggio? egoismo? Paul sceglie la libertà ma di sicuro ne paga caro il prezzo. “Sarò una schiava ben pagata ma almeno ho una famiglia e mi assumo le mie responsabilità” gli replica con sdegno la sorella ai suoi ragionamenti. Il conflitto tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato inizia ad innescarsi e così anche il relativo giudizio: giusto che Paul, padre di due figli, li abbandoni per inseguire un sogno?
Lungo il passare dei mesi, sotto occhi severi e giudicanti, l’angoscia di Paul aumenta e l’uomo pare andare avanti per inerzia rispetto a ciò che lo circonda. Mentre seguiamo il suo tormento ci viene spontaneo chiederci quanto il prezzo per inseguire un sogno può essere alto. Un sogno che per Paul vuol dire libertà ma che in quel momento lo blocca in un tormento esistenziale da cui non ha via d’uscita. Da una parte l’incognita di una vita normale, da padre dei propri figli, un padre in grado di esserci, di sostenerli. Dall’altra l’inseguimento di qualcosa di intoccabile, capace di non arrivare mai.
Scegliere tra sogno e realtà, questa è spesso la strada a cui tanti di noi sono sottoposti, chi come tanti non ha la fortuna di poter seguire la propria vocazione con serenità. Chi si trova davanti una difficoltà non sempre tollerabile, uno sforzo spesso troppo grande.
Chi come Paul si è trovato davanti a questo non può che provare empatia per questo personaggio ad un passo dal cedimento. Eppure è proprio lì il segreto, nonostante le difficoltà e gli aventi sfavorevoli vogliamo credere insieme a Paul che invece è possibile: in una speranza che facciamo quasi nostra seguiamo e sosteniamo il protagonista come fossimo lui.
Lungo quel percorso fatto di avversità capiamo che è lo stesso viaggio il vero motore dell’azione. Questo pare capirlo anche Paul, sarà infatti un libro, scritto a mano nel retro di un cafè parigino a far trovare le risposte.
Interessante ad un certo punto anche il tema della povertà che il film di affronta in modo diretto. “Cos’è un vero povero? (…) In Francia ci sono 11 milioni di poveri” dice ad un certo punto Paul durante una conversazione con padre e sorella. Una povertà che la sorella attribuisce solo a qualcuno di lontano da noi, “qualcuno in Madagascar”, dall’altra parte del mondo; una povertà che invece Paul mostra molto vicino a noi, quella di un vicino, un amico, un parente.
Lungo i suoi 89 minuti il film mostra la noncuranza di tutti i giorni della gente comune nei confronti di tutto questo. Paul esegue lavori allo stremo, assecondando richieste folli e lo fa per 20 euro, nessuno intorno a lui si offre di essere più umano, va bene a tutti così. La vicenda di Paul mostra attraverso i suoi occhi la critica di una società attuale, che volta spesso lo sguardo dall’altra parte e preferisce non vedere la sofferenza di chi non è dall’altra parte del mondo, ma vicino a noi.
Il film riesce perfettamente a comunicare tutto questo, peccato non sia andato più a fondo nei rapporti familiari di Paul, accennati ma non approfonditi; come il suo passato da fotografo, spesso accennato ma mai esplicitato. Bastien Bouillon è bravissimo nell’interpretazione, reggendo praticamente da solo tutto il film, aiutato da un viso sofferente e perfetto per quello che il personaggio deve comunicare.
A pied d’oeuvre di Valerie Donzelli mostra la reale difficoltà che esiste nell’inseguire un sogno; e tra un alternarsi di scene dalla schiettezza disarmante e altre che scaldano il cuore la domanda implicita che sembra porci è: “tutti possiamo permettercelo?” .
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A pied d’oeuvre. Regia di Valerie Donzelli. Sceneggiatura di Valerie Donzelli e Gilles Marchand. Con Bastien Bouillon, Virginie Ledoyen, André Marcon – Musica di Jean-Michel Bernard – Produzione Pitchipoi Productions – distribuzione italiana Teodora Film Distribuzione – Uscita nelle sale 26 gennaio 2026
Foto e copertina: la Biennale di Venezia.