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“Il Vangelo di Giuda” di Giulio Base divide la critica a Locarno

Un’opera visivamente curata ma poco incisiva sul piano narrativo. Tra riletture apocrife, un cast internazionale e riflessioni sul futuro del cinema, Locarno chiude la 78ª edizione tra luci e ombre.

Pareri discordi per Il Vangelo di Giuda, l’ultimo film di Giulio Base presentato fuori concorso alla 78ª edizione del Locarno Film Festival. Suggestivo, apocrifo e controcorrente, il film si propone di gettare nuova luce su una delle figure più controverse della storia: Giuda Iscariota, noto per aver tradito Gesù di Galilea per trenta denari. Un personaggio presente nei Vangeli, da sempre oggetto di letture teologiche e storiche discordanti.

Base dipinge Giuda come un ex tenutario di bordello in crisi mistica, ma Il Vangelo di Giuda risulta un’opera timida, poco incisiva e incapace di stravolgere davvero l’immaginario biblico, come sottolineato anche dalla critica. I 93 minuti del film offrono un impatto visivo curato, con pochi dialoghi nonostante l’accattivante narrazione. Nella versione italiana, la voce di Giancarlo Giannini guida lo spettatore, mentre nella versione originale è Lambert Wilson a prestare la sua voce narrante.

Il cast, di altissimo livello, include Rupert Everett (Caifa), Stefano Galluzzo (Gesù), John Savage (Giuseppe), Paz Vega (Maria) e un cameo di Abel Ferrara nel ruolo del tenutario di bordello, Erode. Nonostante la qualità degli interpreti, il film non riesce a emozionare né a riscrivere il canone biblico, come forse auspicato.

Archiviata la presentazione del film, Base è già ripartito per Torino, per il prossimo Festival in programmazione a novembre, è tempo di bilanci anche per questa 78ª edizione del Locarno Film Festival, diretta da Giona A. Nazzaro, che si concluderà sabato. Nella seconda parte della rassegna si è registrato un significativo calo di spettatori, riaccendendo il dibattito sull’opportunità di anticipare l’inizio del festival di almeno una settimana. Ma il vero nodo resta la programmazione: il cartellone, da rivedere segnato  anche da una certa “bulimia” tra rassegne grandi e piccole soprattutto aldilà delle Alpi e  che fatica a competere con la crescente popolarità delle serie televisive, ormai avversario diretto del cinema tradizionale.

Sarà la prossima Mostra del Cinema di Venezia (in programma dal 27 agosto al 6 settembre), ricchissima di titoli, star, convegni e sorprese, a offrire uno sguardo più chiaro sullo stato di salute dell’industria cinematografica.

Nel frattempo, la sezione degli autori ha completato il proprio cartellone con Come ti muovi sbagli, diretto e interpretato da Gianni Di Gregorio, noto per la commedia Pranzo di Ferragosto, vincitrice del Premio Luigi De Laurentiis per la miglior opera prima proprio a Venezia.

Questa nuova pellicola, co-prodotta da Italia e Francia, è una satira dal tono alternatamente divertente e amaro, che racconta le vicende quotidiane di un professore in pensione la cui tranquillità viene sconvolta dal ritorno della figlia in crisi matrimoniale. La casa silenziosa si riempie all’improvviso di rumori, corse, disordine e confusione. Abituato alla calma, l’uomo si ritrova immerso in un vortice di nuove responsabilità. Ma insieme al caos, tornano anche l’affetto, l’energia e la possibilità di riscoprire il senso profondo dei legami familiari. Nel cast, accanto a Di Gregorio, anche Greta Scarano, Tom Wlaschiha e Iaia Forte.

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