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Locarno Film Festival tra emozioni, scandali e omaggi al grande cinema

Da “Le pays d’Arto”  al controverso “The Birthday Party” con Willem Dafoe, passando per i tributi a Kubrick e Rossellini e il debutto di Julie Pacino

Archiviata la spettacolare apertura della serata inaugurale del Locarno Film Festival con la proiezione fuori concorso de Le pays d’Arto di Tamara Stepanyan. Il film, interpretato magistralmente da Camille Cottin nel ruolo di Céline una vedova armena che torna nel paese d’origine del marito suicida per richiedere un certificato che cela un passato controverso ha conquistato il pubblico.

Un’opera intensa, che richiama alla mente La strategia del ragno di Bernardo Bertolucci: se nel film del regista italiano il confronto era con la figura paterna, Stepanyan – accolta da un lungo e sentito applauso – affronta i fantasmi ancora vivi di un genocidio mai dimenticato. Una riflessione profonda sulla memoria, sulla verità taciuta e sul dolore che attraversa i decenni. Un tema che, per assonanza, riecheggia nella tragedia senza fine della Palestina, al centro anche di un altro film in concorso a Locarno: With Hasan in Gaza di Kamal Aljafari.

A scatenare gossip e polemiche al Festival di Locarno ci ha pensato The Birthday Party, del regista spagnolo Miguel Angel Jimenez, grazie alla provocatoria performance di Willem Dafoe.
L’attore americano, 70 anni compiuti, appare di spalle completamente nudo in alcune scene, nei panni di un magnate senza scrupoli che, durante il compleanno della figlia erede designata di un impero finanziario si esibisce in un sirtaki su un’isola greca. Uno scandalo annunciato, che ha acceso il dibattito e attirato l’attenzione dei media fin dalla prima proiezione. In una conferenza stampa gremita, tenutasi nella nuova sala della Casorella, Dafoe ha chiarito con disarmante sincerità: «Sono un attore, mi piace fare nuove esperienze, e non uso controfigure. Usare il corpo fa parte del mio lavoro, per questo cerco di mantenermi in forma il più possibile». E giù applausi!

Al di là del clamore mediaticoThe Birthday Party è prima di tutto, un viaggio nei conflitti interiori e nei sentimenti più profondi del protagonista. Ambientato negli anni Settanta, il film trasforma la festa di compleanno che dà il titolo all’opera in un contenitore simbolico, sospeso tra sogno e realtà, dove si mescolano passioni, solitudini ed egoismi. Un’atmosfera che richiama, per intensità e dinamiche familiari, Il Padrino di Francis Ford Coppola. Jimenez, già premiato a Locarno con un Excellence Award, costruisce un affresco amaro della società contemporanea: gli invitati al party della figlia più interessati al potere che all’affetto diventano il riflesso di un mondo ipocrita e corrotto, pronto a tutto pur di accedere ai favori di un padre-magnate spietato e decadente. Un atto d’accusa e neanche tanto velato contro la tossicità del potere.

Ieri sera Emma Thompson, due volte premio Oscar, ha illuminato il Festival di Locarno ricevendo il prestigioso Pardo d’oro alla carriera. Un riconoscimento che celebra una delle interpreti più raffinate e versatili del cinema contemporaneo.

Oggi la programmazione prosegue con un doppio omaggio alla storia del cinema: la proiezione della copia restaurata di Shining, capolavoro di Stanley Kubrick, e Anno uno di Roberto Rossellini, che ripercorre le vicende politiche e personali di Alcide De Gasperi durante gli anni cruciali della Liberazione e del dopoguerra italiano. Grande attesa anche per My Love: Canto Due, l’ultimo film di Abdellatif Kechiche,mai uscito finora a causa di problemi di distribuzione e controversie legali, che finalmente trova spazio a Locarno. Infine, riflettori puntati sul debutto alla regia di Julie Pacino, figlia di Al, con I Live Here Now, un horror psicologico sulla maternità e i suoi fantasmi, pronto a sorprendere e inquietare.

Chiudo da Locarno con un ultimo rumor: si parla del nuovo attesissimo film di Nanni MorettiSuccederà questa notte, le cui riprese inizieranno a settembre. Un progetto ancora avvolto dal riserbo, che approfondiremo a Venezia, in occasione della 82ª Mostra del Cinema. Insomma, habemus Nanni!

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