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Il lavoro e le sue contraddizioni sul palco del Vascello per il Roma Fringe Festival

Monologo senza pause di Manuela Fischietti sul lavoro precario e le disuguaglianze, in scena con ritmo e ironia

La serata dello scorso 24 luglio per il Roma Fringe Festival, al Teatro Vascello, ha visto sul palco, al debutto assoluto, la pièce Solo gli Sfigati Lavorano di Domenica firmata e portata in scena da Manuela Fischietti, con la drammaturgia e regia di Alessio Kogoj. Questo spettacolo conclude il percorso delle opere in concorso, lasciando ora spazio alla serata conclusiva, il prossimo 28 Luglio 2025, durante la quale verrà proclamato il vincitore di questa edizione del Roma Fringe Festival.

Solo gli Sfigati Lavorano di Domenica – Manuela Fischietti

L’opera si presenta come un flusso di coscienza lucido e disilluso, un monologo serrato che attraversa con passo deciso le contraddizioni del lavoro – o della sua assenza – in una società che ci vuole sempre in forma, produttivi, “vincenti”, anche quando le carte in mano non le abbiamo mai avute.

Manuela Fischietti, autrice e unica interprete, ci accompagna da sola su una scena spoglia, sorretta soltanto dalle luci e da una colonna sonora elettronica ben calibrata, capaci di evocare stati d’animo e transizioni emotive. Non c’è scenografia, non ci sono spalle: solo lei, in un assolo verbale senza tregua che scorre come una lista infinita di annunci, fallimenti, interviste mancate e sogni svaniti.

Lo spettacolo, brillante nei suoi cambi di ritmo e registro, alterna il grottesco alla farsa, il comico al drammatico, con un’energia che non viene mai meno. Fischietti dà corpo e voce a una galleria di personaggi e situazioni lavorative che il pubblico – chi più, chi meno – ha probabilmente già vissuto o sfiorato: dalla commessa precaria alla manager insoddisfatta, dalle donne tagliate fuori dal mercato a trent’anni, quaranta, sessanta, fino ai rituali del colloquio perfetto, spesso vuoto quanto il posto da ricoprire.

Eppure, nonostante l’efficacia dell’interpretazione, il testo paga il prezzo di un tema che negli ultimi anni è stato ampiamente masticato e rimasticato dal teatro contemporaneo. Il lavoro precario, l’alienazione, la frustrazione generazionale: sono temi centrali e necessari, certo, ma che rischiano ormai di scivolare nel prevedibile. Fischietti riesce a restare in equilibrio, mantenendo viva l’attenzione e dimostrando una solida padronanza della scena, ma l’impatto emotivo resta contenuto, forse anche per la mancanza di veri snodi drammaturgici o sorprese narrative.

A dare una sterzata all’atmosfera è l’ultimo quadro scenico, quando la protagonista, ancora immersa nel suo flusso di parole, viene raggiunta da una pioggia di coriandoli: un gesto leggero, quasi dissonante, che però introduce una nota di respiro. Come a suggerire che, anche se la vita ha preso tutt’altra direzione rispetto ai nostri sogni infantili, un po’ di festa – o quantomeno di leggerezza – possiamo ancora permettercela.

Solo gli Sfigati Lavorano di Domenica – Manuela Fischietti

Solo gli Sfigati Lavorano di Domenica è uno specchio, spesso amaro, in cui è facile riconoscersi. Non rinnova il discorso teatrale sul lavoro, ma lo percorre con ritmo, ironia e consapevolezza. E forse basta questo, oggi, per sentirsi meno soli mentre aspettiamo la prossima occasione – o almeno un giorno di riposo, continuando a chiederci: «Era questa la vita che sognavi da bambino?».

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Solo gli Sfigati Lavorano di Domenica Roma Fringe Festival, di e con Manuela Fischietti, drammaturgia e regia Alessio Kogoj, Teatro Vascello 23 e 24 luglio 2025

Foto di ©Grazia Menna

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