Una performance raffinata che mescola brani originali, cover evocative e improvvisazioni libere, dove il dialogo tra i musicisti è il vero protagonista.
Nell’accogliente cornice del Luna Village, all’interno del rinnovato Luneur Park all’Eur, ieri sera è andata in scena la raffinata performance degli Open Trio: Andrea Zanchi al pianoforte, Andrea Avena al contrabbasso e Giampaolo Scatozza alla batteria. Il concerto, della durata di poco più di un’ora, ha accompagnato il pubblico in un viaggio sonoro tra brani inediti firmati da Zanchi e cover dal forte impatto emotivo, conquistando l’ascolto con eleganza e padronanza esecutiva.
Otto brani si sono susseguiti con naturalezza, senza eccessi negli arrangiamenti, sottolineando l’essenza autentica del jazz. La formazione ha esplorato un ampio ventaglio sonoro, distogliendosi dalle scelte più scontate e proponendo, in particolare per le cover, brani meno noti ma dal forte impatto emotivo. Un’interpretazione raffinata che ha saputo riscoprire il valore di pezzi meno frequentati, arricchendo la performance di un respiro unico e non convenzionale.
Il trio formato da Zanchi, Avena e Scatozza si configura come l’evoluzione naturale di una carriera che affonda le radici in oltre un decennio di esperienze musicali condivise con artisti del calibro di Gigi Di Rienzo e Pino Sallusti omaggiati da Zanchi con il brano 4P&G. Questo solido background ha forgiato una complicità musicale profonda, che si traduce in una sintonia unica sul palco. La loro musica d’insieme, infatti, si distingue per un’interplay dinamico e spontaneo, dove ogni strumento si intreccia con gli altri in un dialogo costante, senza vincoli né preconcetti. Il risultato è una performance che si libera da qualsiasi schema predefinito, mettendo in primo piano la creazione di tensioni emotive, fresche e inaspettate, capaci di coinvolgere il pubblico in un viaggio sonoro fatto di continua ricerca e improvvisazione. Un contesto ideale per esprimere l’autenticità e la libertà del jazz, dove ogni nota sembra vivere e respirare nell’attimo presente, senza paura di esplorare nuove direzioni.
Zanchi, autodidatta del pianoforte e protagonista del panorama jazzistico da cinquant’anni, ha costruito il suo linguaggio musicale attraverso un intenso percorso di studio e l’influenza di maestri come Enrico Pieranunzi. La sua capacità di evocare emozioni attraverso la musica si estende anche alla composizione, un ambito in cui ha saputo esprimere la sua unicità. Brani come In Experience e Millennium, quest’ultimo ispirato alla celebre trilogia dello scrittore svedese Stieg Larsson, ne sono la testimonianza. Con un approccio personale e raffinato, Zanchi riesce a dare forma a composizioni che non solo raccontano storie, ma invitano l’ascoltatore a una riflessione profonda, immergendolo in atmosfere ricche di suggestioni e dinamiche inaspettate.
Non meno interessante è la scelta delle cover proposte, che spazia da Che sarà di Ivano Fossati, ispirato al capolavoro di Chico Buarque, a Le belle dame sans regret di Sting e Dominic Miller, tratto dall’album Mercury Falling del 1996. A queste si aggiunge Non ti dimenticar le mie parole del maestro Giovanni D’Anzi, un pezzo che, nonostante i suoi oltre ottant’anni, conserva una freschezza emotiva e una bellezza struggente, riuscendo ancora a toccare le corde più intime dell’ascoltatore. Un repertorio ricco di contrasti, in cui il passato e il presente si intrecciano con eleganza, evidenziando la versatilità del trio e la loro capacità di interpretare con sensibilità brani di diverse epoche e tradizioni musicali. E a chiudere la serata un gioiellino firmato da Henry Mancini come Days of Wine and Roses.
____________
Scaletta della serata:
1 – In experience – Andrea Zanchi
2 – Che sarà – Ivano Fossati (Chico Buarte)
3 – Millenium – Andrea Zanchi
4 – Non ti dimenticar le mie parole – del maestro Giovanni D’Anzi
5 – Gocce – Andrea Zanchi
6 – Le belle dame sans regret – di Dominic Miller, Chris Botti e Sting
7 – 4P&G – Andrea Zanchi
8 – Days of Wine and Roses – Henry Mancini