23 Luglio @ 21:30 – 23:00 CEST

Nuovo appuntamento per il 𝗙estival del Teatro Classico di Formia 2025,presso l’Area Archeologica di Caposele, mercoledì 23 luglio, alle ore 21,30, Mandragola di Niccolò Machiavelli, adattamento e regia, Nicasio Anzelmo, con, Domenico Pantano, e con: Anna Lisa Amodio, Antonio Bandiera, Chiara Barbagallo, Laura Garofoli, Nicolò Giacalone, Marco Todisco. Capolavoro del teatro del ‘500, è un grande classico della drammaturgia italiana, una potente satira sulla corruttibilità della società dell’epoca. Il vecchio messer Nicia, disperato di non avere figli dalla giovane e bella moglie Lucrezia, è beffato dal giovane Callimaco, di lei innamorato, e dal parassita Ligurio. La commedia, ispirata ai modelli latini di Plauto e Terenzio, li fonde con la tradizione novellistica italiana (tra cui il “Decamerone” del Boccaccio), dando origine alla commedia moderna.
NOTE DI REGIA
Un’epoca quella del 1518, data di composizione della Mandragola, in cui si vendevano le indulgenze per acquisire il regno dei cieli e l’eternità beata, in cui era nel vivo la contrapposizione di Lutero e della sua controriforma (1517) alla Chiesa cattolica, in cui il potere mediceo di papa Leone imperava su Firenze e infine, era viva e preoccupante la minaccia di un’invasione turca. La Mandragola, infatti, seppur sotto le sembianze di un’ilare commedia, svolge un ruolo di denuncia nei confronti della perdita totale di morale della società del tempo, mette in discussione i valori familiari, inducendo nello spettatore un riso serio e quasi acre, che fa assai riflettere e critica la politica papale legando insieme Roma e Firenze. La sua struttura drammaturgica prende a modello Plauto, Terenzio e la tradizione novellistica italiana (la trama stessa risente, infatti, della vicenda narrata nel “Decameron” di Giovanni Boccaccio nella sesta novella della terza giornata). La Mandragola si sviluppa su due strutture intrecciate tra loro La Mandragola si sviluppa su due strutture intrecciate tra loro: una struttura amorosa (tipica della tradizione italiana del ‘200 dell’amore sacro e dell’amor profano, qui rappresentata da Callimaco innamorato della bella giovani Lucrezia moglie di Nicia,) e la struttura della beffa (vittima il vecchio Nicia, il marito ingannato, un borghese ossessionato dal desiderio di avere figli). Ma a differenza degli altri innamorati, Callimaco non effettua nessuna azione per raggiungere il suo obiettivo. Sarà il suo servo, il parassita di plautina memoria, Ligurio, ad organizzare l’inganno. Una storia che offre un’immagine inetta e includente della realtà fiorentina e italiana. Accanto a questi personaggi che portano avanti le due strutture si trovano diversi personaggi: Lucrezia, colei che subisce la trama della beffa, ma che poi la farà sua e la sfrutterà lei stessa, Sostrata, la madre di Lucrezia che aiuta il frate a convincere la figlia, un po’ perché non è a conoscenza dell’inganno e un po’ forse anche per turpe compiacenza e, degno rappresentare di quelle “fraterie” così chiamate da papa Leone, Fra Timoteo il confessore di Lucrezia e colui che la persuaderà a concedersi a Callimaco. Le dispute fratesche avevano molto risonanza, specialmente a Firenze, dove per un verso o per un altro, rimandavano con la memoria alla figura del Frate per antonomasia, il Savonarola. Proprio a Firenze l’eco della rivoluzione luterana era molto sentita e discussa. Non soltanto corrispondeva al rancore e al desiderio di rivalsa della fazione savonaroliana, ma sollecitava l’animosità anticuriale e antiromana. La figura del frate, qui nella Mandragola, è di fondamentale importanza in una Firenze in cui spesso comparivano predicatori di castighi divini e di redenzione. Molti di loro falsi profeti si avvalevano del loro influsso sul popolo per estorcere denaro o per sedurre devote. Sono sempre i frati, quelli domenicani, usati da papa Leone a predicare le indulgenze e a vendere la salvezza eterna per ottenere i fondi alla Fabbrica di san Pietro. La storia si svolge a Firenze. Callimaco è innamorato di Lucrezia, moglie dello sciocco dottore in legge messer Nicia, che si cruccia per la mancanza di figli. Con l’aiuto del servo Siro e dell’astuto amico Ligurio, Callimaco, in veste di famoso medico, riesce a convincere messer Nicia che l’unico modo per avere figli sia di somministrare a sua moglie una pozione di mandragola (da qui il titolo della commedia), ma il primo che avrà rapporti con lei morirà. Ligurio quindi propone a Nicia una geniale soluzione, cioè che a morire sia un semplice garzone: Nicia si tranquillizza in parte, ma rimane comunque perplesso, visto che qualcuno dovrà giacere con sua moglie, che però è l’unica a farsi scrupoli (non se li fanno né la madre né il frate). Naturalmente Ligurio ha pensato all’amico Callimaco, che spasima per Lucrezia: infatti non vi sarà nessun garzone come vittima predestinata, bensì sarà lo stesso Callimaco a travestirsi da tale. In una famosa e molto divertente scena, il garzone-Callimaco viene colpito, portato a casa di Nicia e poi infilato nel letto insieme a Lucrezia. Questa, che nel frattempo è stata convinta a consumare il rapporto adulterino da Fra’ Timoteo, accetta, e nel momento in cui scopre la vera identità di Callimaco, passa con lui una piacevolissima notte e decide di diventare sua amante. Dopo la notte degli inganni, assunte nuovamente le sembianze del medico, Callimaco ottiene dall’inconsapevole Nicia, contento della futura paternità, il permesso di abitare in casa sua e quindi di godere, non visto, delle grazie di Lucrezia.
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Informazioni: COMUNE DI FORMIA – Uff. Cultura 0771/778603 – 0771/778605
Biglietti: € 15,00 – Ingresso Gratuito per minori (fino a 18 anni) – Abbonamenti: 8 Spett. € 80,00 – 4 Spett. € 48
Prevendita: BAR VITTORIA, p.zza della Vittoria – Agenzia Viaggi NEW WORLD TRAVEL (Centro Commerciale Itaca), Formia – Prevendita ONLINE (costo aggiuntivo 2 €): www.ticketone.it – www.go2.it