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“Viale del Tramonto”, il declino di un’Era gloriosa

L’ascesa del cinema sonoro sul cinema muto nel film di Billy Wilder

Recentemente, sul canale Rai in prima serata è stato trasmesso il film Viale del Tramonto, un capolavoro assoluto del cineasta Billy Wilder, lo stesso regista di A qualcuno piace caldo con l’esilarante coppia Jack Lemmon-Tony Curtis e la sensualissima Marilyn Monroe.

Gloria Swanson e William Holden – © Web

Scelta piuttosto insolita per una notte d’estate come luglio, peccato però per la modalità drastica, oltre che molto discutibile, di trasmettere un altro film, mozzando senza pietà il finale della pellicola.

Per molti cinefili è stato un boccone amaro difficilmente mandato giù e che alla Rai non è stato affatto perdonato. Sebbene non tutti fossero incollati al televisore a guardare il film, quel taglio netto non è comunque passato inosservato come lo si voleva far credere. Per rimediare a quell’incorreggibile errore, la Rai ha deciso di scusarsi, trasmettendo il film nei giorni a seguire in fasce orarie diverse.

E’ doveroso dunque rendere omaggio a questo piccolo gioiello, caposaldo del grande cinema.

A Sunset Boulevard, Viale del Tramonto (una delle più celebri strade di Hollywood dove le stelle del cinema e dello spettacolo hanno messo radici e in cui ancora oggi è possibile ammirare le loro lussuose dimore) è stato commesso un omicidio, quello di Joe Gillis, giovane soggettista di Hollywood nonché voce narrante di tutta la pellicola. È da sottolineare l’inizio per la tecnica del flashback utilizzata fin da subito come pretesto narrativo per raccontare il film. Nei tempi moderni si è fatto uso e sopruso del flashback, ma all’epoca il cinema era in avanscoperta e innovazione, come lo era negli anni Venti del Novecento: il cinema muto aveva conosciuto il suo periodo di splendore con i film di Charlie Chaplin o di Buster Keaton, ma il sonoro si propone con certa prepotenza nella Settima Arte, tanto da non lasciare scelta a molti attori e artisti del cinema muto che abbracciare il neofita cinema sonoro. Altri invece hanno fatto fatica ad accettare quel cambiamento tanto da cadere nel dimenticatoio, come accade alla grande attrice protagonista del film, Norma Desmond.

L’incontro del protagonista Joe con la stella del cinema muto accade per caso, quando Gillis cerca di fuggire dagli emissari di una società finanziaria che volevano ritirargli la macchina per saldare un debito economico. La casa pullula di fantasmi del passato, di pellicole in bianco e nero, rigorosamente del cinema muto, di foto e quadri che ritraggono solo ed esclusivamente la grande diva. Con lei vive uno strano individuo, Max, il suo maggiordomo e tuttofare che sembra esser uscito dai vecchi film dell’orrore.

Il giovane soggettista sembra esser attratto dalla donna che ancora porta i segni di una bellezza da grande schermo e anche Norma con lui sembra ritrovare il fiore dei suoi anni e ringiovanire, ma ben presto la donna dovrà fare i conti con le debolezze di cuore legate alla gelosia e alle sue fragilità dettate dal fatto che tra i due esiste una grande differenza d’età e Norma teme sempre che il ragazzo possa avere un’infatuazione per qualche ragazza giovane e fa di tutto pur di tenerlo con sé. Intravedendo dei segni di follia in Norma, Gillis cerca in tutti i modi di svincolarsi dalla donna, rimanendo intrappolato nella rete della stessa attrice. Ma è in occasione di un incontro a casa dell’amico Artie che Gillis vedrà il mondo con occhi diversi: conosce Betty Schaefer, fidanzata dell’amico nonché giovane e brillante ragazza conosciuta tempo prima negli studi della Paramount. Gillis è deciso a troncare definitivamente con Norma, senonché la donna tesse ancora una volta una tela impeccabile per lui che lo costringe a tornare da lei.

Presa dalla sua febbre di gelosia, Norma rivela ogni dettaglio della vita privata di Gillis a Betty la quale, spaventata e incredula, viene invitata in seguito da Gillis per vedere coi propri occhi la situazione drammatica in cui si trova il ragazzo. La scena tra Betty e Gillis è commovente tanto che il soggettista è costretto a respingerla e a ferirla.

Quello è il momento di non ritorno: Gillis vuole fare i bagagli e allontanarsi definitivamente da Norma. In preda alla disperazione, Norma con un colpo di pistola ferisce a morte nella sua piscina il giovane Gillis che cade in acqua esanime.

Ecco il finale mancato in quella serata di metà luglio: Norma Desmond non percepisce più niente della realtà ed è rimasta intrappolata nella sua stessa illusione. Si assiste dunque al declino di una gran signora del cinema muto che esce di scena esattamente come vorrebbe qualsiasi grande attore: mentre sta girando un grande film. La diva dunque, credendo si stesse montando un film con lei protagonista, scende le grandi scale con gli occhi spiritati e movenze tipiche del cinema muto, ormai persa nella sua follia, ripetendo più volte davanti alle telecamere del cinegiornale la celebre frase “Le stelle non hanno età”.

Rimane curiosa la scelta degli attori del cast: Gloria Swanson, nei panni di Norma Desmond, era un’attrice del cinema muto la cui carriera stava sull’orlo del precipizio e del dimenticatoio esattamente come la protagonista. Nello stesso decadimento vi era anche il grande regista e sceneggiatore austriaco Erich von Stroheim che per rilanciarsi accetta di interpretare il ruolo dell’enigmatico Max, sebbene von Stroheim già avesse assunto l’epiteto de L’uomo che si faceva odiare per i numerosi ruoli da cattivo. Anche von Stroheim si riconosce in Max, poiché quest’ultimo era stato un grande regista del cinema muto nonché marito di Norma Desmond, diventato col tempo suo autista e obliato dal mondo del cinema. Serviva però un attore brillante e giovane come William Holden che l’American Film Institute ha inserito tra i venticinque migliori star della storia del cinema. In qualche cameo compaiono grandi gemme del cinema muto che intrepretano se stessi come Cecil B. DeMille, Hedda Hopper, Buster Keaton, Anna Q. Nilsson, H.B. Warner, Ray Evans, Jay Livingston e Henry Wilcoxon.

Il film gioca tutto sull’accostamento del nome del lungo Viale del Tramonto con il crepuscolo decadimento della grande diva, con tutto il cinema muto al suo seguito. Norma Desmond è la rappresentanza di tutti quegli artisti che non hanno saputo cedere alla ribalta del nuovo splendore del cinema sonoro.

Gloria Swanson nella celebre scena – © Web

Più che a noi, la Rai dovrebbe chiedere scusa a Billy Wilder per aver recato offesa all’intramontabile, questo sì, cinema internazionale.

Viale del Tramonto – Regia Billy Wilder – Sceneggiatura Billy Wilder, Charles Brackett, D.M. Marshman Jr. – con William Holden (Joe Gillis), Gloria Swanson (Norma Desmond), Erich von Stroheim (Max von Mayerling), Nancy Olson (Betty Schaefer), Fred Clark (Sheldrake, il produttore), Lloyd Gough (Morino, agente di Gillis), Jack Webb (Artie Green), Cecil B. DeMille (se stesso), Hedda Hopper (se stessa), Buster Keaton (se stesso), Anna Q. Nilsson (se stessa), H.B. Warner (se stesso), Ray Evans (se stesso), Jay Livingston (se stesso), E. Mason Hopper (dottore), Henry Wilcoxon (se stesso, attore sul set di Sansone e Dalila) – Fotografia John F. Seitz – Montaggio Supervisione al montaggio Doane Harrison – Montaggio Arthur P. Schmidt – Effetti speciali Gordon Jennings, Farciot Edouart – Musiche Franz Waxman – Scenografia Hans Dreier, John Meehan, Sam Comer, Ray Moyer – Costumi Edith Head – Trucco Wally Westmore – Produttore Charles Brackett – Casa di produzione Paramount Pictures – 1950

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