Da Oriente a Occidente, le parole si intrecciano sotto il cielo della Città Eterna.
Con il suggestivo sfondo del Foro Romano e uno Stadio Palatino ancora una volta gremito di pubblico, si è svolta la penultima serata del Letterature Festival 2025, quinta tappa del percorso dedicato al tema Ritorni. Una serata intensa, elegante e densa di emozione, impreziosita da voci e lingue diverse, accomunate dall’eco profonda del racconto letterario. Come di consueto, a fare gli onori di casa è stata la direttrice artistica Simona Cives, che ha introdotto gli ospiti leggendo una breve biografia di ciascun autore e ringraziando sinceramente scrittori e case editrici per la loro partecipazione; ha ringraziato altresì il gruppo dei Mokadelic, chiamandoli sul palco e presentandoli uno ad uno, nella loro formazione composta da Alessio Mecozzi, Cristian Marras, Alberto Broccatelli, Maurizio Mazzenga e Luca Novelli.

Con un tono sincero, ha espresso il proprio dispiacere per l’assenza dell’autrice giapponese Murata Sayaka, impossibilitata a presenziare per motivi personali, ma comunque idealmente presente grazie all’interpretazione intensa dell’attrice e performer Gioia Salvatori, che ha dato voce al suo inedito Zansetsu – L’ultima neve.
Salvatori, attrice teatrale nota per la sua ironia tagliente e la profonda attenzione al linguaggio, si è formata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Attiva tra teatro, podcast, e televisione, è apprezzata per il suo approccio performativo originale, capace di coniugare intelligenza, delicatezza e forza interpretativa. Anche in questa occasione, la sua lettura ha saputo rendere con efficacia le atmosfere rarefatte e spiazzanti della scrittura di Murata, autrice sempre più rilevante nel panorama letterario internazionale.
La serata si è aperta con un sentito omaggio a Flannery O’Connor, nel centenario della sua nascita. A portare sul palco l’inconfondibile voce dell’autrice statunitense è stata Isabella Ragonese, che ha letto La breve vita felice, testo inedito della scrittrice americana, accompagnata dalla musica evocativa dei Mokadelic. L’interpretazione della Ragonese – intensa, raffinata, partecipe – ha saputo restituire tutta la complessità della scrittura di O’Connor: il mistero, l’ironia, la tensione morale e la violenza sotterranea che percorrono i suoi racconti. Un inizio alto, poetico, perfettamente in linea con lo spirito della rassegna.
A seguire, il pubblico ha potuto ascoltare l’inedito di Murata Sayaka, come già accennato; quindi, è salito sul palco Éric Reinhardt, autore francese raffinato e impegnato, che ha letto L’air de ces années-là – L’aria di quegli anni. La sua voce chiara, la lettura misurata ma emotivamente coinvolgente, hanno accompagnato un testo intimo e lucido, in perfetto equilibrio tra autobiografia e riflessione sul tempo, il cambiamento, la memoria. Reinhardt, che ha all’attivo nove romanzi e ha visto alcuni suoi lavori adattati per il teatro e il cinema, ha confermato la sua capacità di connettere la letteratura con l’attualità emotiva e politica della nostra epoca.
Ultima a salire sul palco è stata Nicoletta Verna, con il suo inedito Macerie, una riflessione intensa e spigolosa sulla perdita, sulla trasformazione e sulle ferite che il tempo lascia; in questo scritto ha affrontato la problematica dei “pazzi di guerra”, tutti quei reduci che tornando vennero internati in istituti di recupero mentale, a causa dei traumi generati dal conflitto. Voce tra le più interessanti della narrativa italiana contemporanea, Verna ha conquistato pubblico e critica con Il valore affettivo e I giorni di vetro, opere premiate e apprezzate anche oltre i confini nazionali. La sua lettura ha chiuso la serata con un’energia vibrante e lucida, lasciando spazio al silenzio e alla riflessione.
Ancora una volta il Letterature Festival si conferma uno spazio privilegiato per la parola che si fa evento, che diventa gesto e incontro. L’intreccio di lingue, stili e provenienze diverse ha dato forma a una serata armonica e significativa, dove i “ritorni” evocati dal tema annuale si sono declinati nei modi più vari: ritorni alla memoria, all’identità, all’infanzia, alla scrittura stessa.

Il pubblico, partecipe e attento, ha accolto ogni voce con calore, confermando il successo di una manifestazione che da oltre vent’anni riesce a trasformare un luogo archeologico unico come il Palatino in un palcoscenico per il pensiero e l’immaginazione.
_____________________________________
XXIV edizione di Letterature Festival Internazionale dal 8 al 19 luglio al Parco Archeologico del Colosseo–
In copertina – Isabella Ragonese – Foto di @Grazia Menna