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Festival, star e polemiche: l’estate italiana tra red carpet, premi e le spine di Cinecittà

Dal mito di Hollywood alla realtà di Cinecittà: luci e ombre del cinema italiano in una stagione tra applausi e interrogativi.

Le grandi star internazionali amano l’Italia d’estate. Arrivano volentieri, spesso come ospiti graditi e premiati dei numerosi festival sparsi lungo lo Stivale, dalle Alpi ai Monti Peloritani, isole comprese. Basti pensare al Salina DocFest, che attira nomi importanti come quelli che Pascal Vicedomini vulcanico ideatore del Capri Hollywood Film Festival e dell’Ischia Global Music & Film Festival (6–13 luglio) – riesce a portare ogni anno.

Quest’estate, a Lacco Ameno, perla dell’isola d’Ischia, sfileranno nomi come il regista Jim Sheridan (Il mio piede sinistro), Sting con consorte, e l’immancabile Tony Renis a fare gli onori di casa, nel luogo dove negli anni ’50 il produttore Angelo Rizzoli costruì non solo hotel di lusso, ma anche un ospedale.

Vicedomini è anche l’artefice del Los Angeles Italia Film Festival, che ogni anno, durante la settimana degli Oscar, accende il Chinese Theatre per celebrare il cinema italiano e i suoi legami con Hollywood. «Da noi si sentono a casa», racconta Franco Nero, celebre oltre oceano quanto Mastroianni. Non a caso, anni fa, chiudendo un collegamento per il TG1 da Ischia prima di spostarmi al Giffoni Film Festival, dissi: «Ma siamo sicuri che Hollywood sia in California?».

Sta di fatto che in questo periodo una Gwyneth Paltrow o un sempreverde Elton John in vacanza a Capri non si negano a nessuno; poi se fra un bagno in costiera o nel mare blu di Taormina ricevi anche un prestigioso premio alla carriera, la vacanza diventa memorabile!

Per chi preferisce i talenti di casa nostra, c’è Luca Marinelli, uno degli attori italiani più amati e versatili. Dopo il debutto alla regia con Una relazione per un’accademia di Kafka, è tornato anche come interprete al Festival dei Due Mondi di Spoleto, con La cosmicomica vita di Q. A quarant’anni dalla scomparsa di Italo Calvino, lo spettacolo ha registrato il tutto esaurito. Marinelli, in stato di grazia, ha guidato un cast eccellente: Valentina Bellè, Federico Brugnone, Fabian Jung, Gabriele Portoghese e Gaia Rinaldi.

E mentre i festival fioriscono, Cinecittà finisce nel mirino delle polemiche. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli ha definito gli studi romani “un cratere estivo ribollente del nulla fino ad agosto del 2024”, puntando il dito contro i flop come I cassamortari di Claudio Amendola e il modesto Albatross di Giulio Base in Rocca (solo 408 spettatori in 106 sale nei primi giorni!). Eppure, lo stesso Giuli si affretta a smentire contrasti con i collaboratori del ministero (Bergonzoni incluso): «Perché si sta lavorando ad allontanare Cinecittà dall’eccessiva burocrazia, dalla lentezza e dai controlli asfissianti da parte di nemici giurati della libertà di intrapresa e di movimento e lo testimoniano le numerose produzioni in corsoCinecittà è una Cenerentola che tutti vorrebbero sposare», ha concluso Giuli.

Allontanato il “pericolo rosso”, speriamo che il ministro sappia chi è Marcello Fonte, l’attore strappato all’anonimato da Matteo Garrone, premiato con la Palma d’Oro come miglior attore a Cannes 2018 per Dogman. Fonte ha vinto anche un Nastro d’argento e un European Film Award, ma ha pagato il successo con l’invidia di molti colleghi e un senso di abbandono. Eppure, il suo Dogman continua a vivere, come Corpo celeste di Alice RohrwacherIo sono tempesta di Daniele Luchetti: film che, più che riempire un “cratere”, hanno acceso scintille di rinascita nel cinema italiano.

Foto di copertina: Pascal Vicedomini

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