Tra gli alberi e gli dei, il Teatro della Tosse ci conduce in una notte di trasformazione e desiderio
Ci sono spettacoli che si guardano da seduti, comodi in poltrona, e poi ce ne sono altri che si vivono, si attraversano, si inseguono passo dopo passo nel cuore della notte. Al Gran Ballo di Venere è un’esperienza che si insinua tra i rami, tra le pieghe del buio, e ti accompagna dentro un mondo sospeso, in cui il teatro si fa corpo, respiro, presenza.

Graziano Siressi (Pitagora)
Prodotto dal Teatro della Tosse e firmato da Emanuele Conte, questo spettacolo itinerante prende vita tra i sentieri del Parco Storico di Villa Duchessa di Galliera, a Genova. Non c’è palco né sipario: c’è un parco che diventa mito, ci sono figure che emergono dalla penombra come apparizioni, c’è Ovidio che sussurra nelle orecchie di chi ascolta.
Ispirato alle Metamorfosi, Al Gran Ballo di Venere è un viaggio attraverso il rapporto d’amore e di odio tra uomini e dei. Si esplora uno dei processi naturali più affascinanti: la trasformazione. Un percorso dell’anima, dello spirito e del corpo che si conclude con una consapevolezza tanto luminosa quanto inattesa: forse, la più bella delle metamorfosi è proprio quella dell’essere umano nel corso della sua vita. In questa luce, anche la morte fa meno paura, e si trasforma quasi in una vecchia amica da accogliere.
Ad accoglierci ci sono Tiresia ed Euripilo, due figure sospese tra mondi, che incarnano perfettamente il tema della trasformazione. Tiresia, il veggente cieco, che ha conosciuto entrambi i generi e ha pagato il dono della chiaroveggenza con la perdita della vista, è la voce dell’ambivalenza, della transizione. Euripilo, messaggero e anfitrione, ci guida con ironia e leggerezza nel cuore del mito, rompendo la distanza tra attore e spettatore, rendendoci partecipi, quasi complici.
Con loro inizia il viaggio, e il bosco diventa uno spazio sospeso dove ogni incontro è una storia di mutamento. Incontriamo Galatea e Pigmalione, e il miracolo dell’amore che dona vita a una statua. Con Ascalafo, condannato a trasformarsi in gufo per aver svelato il segreto di Proserpina, il tema del castigo si intreccia al destino. Dedalo ci racconta la metamorfosi del desiderio umano in invenzione, in fuga, in perdita. Alcione, trasformata in uccello dopo la morte dell’amato Ceice, ci parla di dolore e rinascita.
Iole ci narra la tragedia di Driope, mutata in pianta per aver colto un fiore sacro, in una delle storie più silenziose quanto crudeli dell’opera di Ovidio. Con Eco e Narciso, il riflesso si fa destino: lei condannata a ripetere, lui a consumarsi nel proprio amore. E infine Pitagora, che chiude il cerchio con una riflessione sul cambiamento come legge universale della natura.
L’invito al ballo diventa così metafora dell’invito alla vita: a viverla pienamente, a lasciarsi trasportare dal desiderio, a rischiare l’amore. Perché, in fondo, “cos’è l’amore, se non una forza che ci induce a cambiare?” E così come “i venti entrano impetuosi nelle vite degli uomini e le sconvolgono”, anche Al Gran Ballo di Venere si insinua nella mente dello spettatore e lo trascina elegantemente verso la sua personale metamorfosi.

Ludovica Baiardi (Galatea)
Al Gran Ballo di Venere sarà in scena fino al 27 luglio nel Parco Storico di Villa Duchessa di Galliera. Un’occasione preziosa per lasciarsi attraversare dalla poesia, dalla notte e dalla meraviglia della trasformazione.
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Al Gran Ballo di Venere – testi Emanuele Conte con la collaborazione di Luigi Ferrando e Alessandro Bergallo – regia Emanuele Conte – Con: Ludovica Baiardi e Marco Rivolta (GALATEA & PIGMALIONE), Alessandro Bergallo (ASCALAFO – Uccellaccio del Malaugurio), Roberto Serpi (DEDALO), Susanna Gozzetti e Pietro Fabbri (TIRESIA & EURIPILO), Antonella Loliva (ALCIONE), Sarah Pesca (IOLE), Alma Poli e Matteo Traverso (ECO & NARCISO), Graziano Sirressi (PITAGORA) – Ambientazioni Emanuele Conte e Luigi Ferrando – costumi Daniela De Blasio – luci Matteo Selis e Andrea Torazza – Maschere e assistente alla scenografia Renza Tarantino – Direttore di scena Roberto D’Aversa – Fonico Massimo Calcagno – Macchinisti Fabrizio – Camba, Kyriacos Christou, Enrico Ottria, Amerigo Musi – Aiuto Attrezzista Mara Giordo – Sartoria Viviana Bartolini e Rocio Perea – Elettricisti Davide Bellavia, Luca Serra – assistente ai costumi Marta Balduinotti – regista assistente Alessio Aronne – Produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse – Parco Villa Duchessa di Galliera dal 3 al 27 luglio 2025
Ph di scena: ©Donato Acquaro