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Dove suona il tuono: tamburi rituali, maschere, canto e la meraviglia dei Munedaiko

Un viaggio spirituale e potente nella cultura giapponese, dove il Taiko diventa voce dell’invisibile e specchio dell’anima

Nel silenzio sospeso dei Giardini della Filarmonica, il suono ha preso corpo. Non parole, ma battiti. Non note, ma vibrazioni primordiali che parlano una lingua universale: quella del tamburo.
Con Munedaiko, tre straordinari fratelli – Mugen, Naomitsu e Tokinari Yahiro – hanno portato in scena molto più di un concerto: un rito antico, un viaggio tra mito e spiritualità, dove ogni colpo di Taiko evoca dèi, scaccia demoni e risveglia lo spirito.

Munedaiko – Mugen Yahiro, Naomitsu Yahiro,Tokinari Yahiro

Una performance – uno degli appuntamenti più intensi e suggestivi della rassegna Il canto delle Creature ideati e realizzati dall’Accademia Filarmonica Romana – dal cuore giapponese e dall’anima profondamente umana, capace di trasformare la musica in preghiera, il gesto in danza, l’ascolto in esperienza condivisa.
Il pubblico ha vissuto una vera e propria esperienza immersiva, scandita dal ritmo ipnotico dei tamburi giapponesi, i Taiko, suonati con forza, precisione e spirito da tre fratelli. Fondatori del progetto Munedaiko, questi artisti – italiani di origine ma profondamente immersi nella cultura giapponese – hanno creato un linguaggio universale, fatto di suono, gesto e spiritualità.

Già all’ingresso nella scenografia naturale del giardino dove come palco campeggiava lo scheletro di una imbarcazione, si respirava un’aria diversa: qualcosa tra il rito e il teatro, tra il concerto e la cerimonia; aria diversa amplificata dall’apparizione in scena, in un passaggio performativo, dei tre interpreti con maschere tradizionali, evocando antichi spiriti, demoni e divinità. Una scelta potente, che ha dato corpo e volto ai racconti mitici che accompagnano da sempre la storia del Taiko.

Il tamburo, nella cultura giapponese, non è solo uno strumento musicale. È un’estensione del corpo e della mente, un mezzo per entrare in contatto con l’universo, per purificare l’ambiente, allontanare le impurità, risvegliare forze interiori. Durante lo spettacolo, questi significati si sono manifestati con chiarezza: ogni battito, ogni pausa, ogni movimento era carico di intenzione. Non un gesto era lasciato al caso. La fisicità della performance, la precisione coreografica, l’equilibrio tra radicamento e fluidità: tutto parlava di disciplina, dedizione e ascolto profondo.

Accanto alle percussioni, il suono caldo e struggente dei flauti shakuhachi e shinobue – suonati con tocco poetico da Tokinari – ha aggiunto profondità e respiro. Se il Taiko è il battito del cuore, il flauto è il soffio dell’anima. I due mondi si sono intrecciati in una trama sonora che ha avvolto il pubblico in uno stato di concentrazione e silenzio quasi sacrale.

Il percorso musicale ha seguito un’evoluzione narrativa, toccando ritmi festosi e momenti di raccoglimento, in un equilibrio sapiente di forza e delicatezza. I tre fratelli Yahiro, con la loro presenza scenica magnetica e la perfetta sincronia tra corpo e suono, hanno dimostrato una padronanza tecnica impressionante, ma anche una profonda umanità. Non erano semplici musicisti: erano canali viventi di una cultura che ha radici antiche e che loro custodiscono con rispetto e passione.

Nel momento conclusivo, quando tutto sembrava compiuto, è arrivato un regalo inatteso: un antico canto giapponese intonato a cappella, accompagnato solo dal battito delle mani del pubblico. Un istante intimo e potente, che ha trasformato gli spettatori in parte viva della performance, in coro rituale, in comunità. Un modo perfetto per chiudere un cerchio, suggellare un legame, lasciare un segno.

Munedaiko non è solo uno spettacolo: è un rito, una pratica, un atto di trasmissione culturale. È un esempio prezioso di come l’arte possa farsi ponte tra i popoli, veicolo di memoria e crescita interiore. Lo spettacolo portato in scena, dimostra che la tradizione non è nostalgia del passato, ma materia viva da custodire, reinventare e offrire al presente.

Munedaiko – Mugen Yahiro, Naomitsu Yahiro,Tokinari Yahiro

Chi ha assistito al loro concerto lo porterà con sé come si porta il ricordo di un sogno vivido, di quelli che scuotono, aprono, trasformano. E non è forse questo che cerchiamo, quando andiamo a teatro o a un concerto? Un frammento di verità, di bellezza, di armonia..

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MunedaikoRassegna “Il canto delle Creature”, di e con Mugen Yahiro, Naomitsu Yahiro,Tokinari Yahiro, Giardini della Filarmonica 30 giugno 2025

Foto di ©Grazia Menna

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