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La delicatezza dell’ironia: la danza svela le piccole storture quotidiane

Con humour e intelligenza, Seriously? ci mette di fronte alle nostre (mal)abitudini

Seriously? è uno di quegli spettacoli che sorprendono per la loro apparente semplicità e lasciano un’impronta netta nella memoria dello spettatore. Otto minuti bastano a Liza e Maria Zhukova per mettere in scena una piccola, lucida epifania sul tema del fastidio quotidiano, quella forma di disagio che nasce dalle abitudini inconsapevoli, spesso trascurate, ma profondamente condivise.

Seriously? – Liza Zhukova, Maria Zhukova

Sul palco della Sala B del Teatro India, nell’ambito del Dominio Pubblico Youth Fest, il lavoro delle sorelle siberiane – vincitore del Premio Twain_direzioniAltre Festival 2024 – appare come un condensato di intelligenza coreografica, ironia sottile e osservazione sociale spiazzante. Le Zhukova ci trascinano in un “teatro del fastidio” con passo deciso e uno stile che mescola danza, teatro fisico e una forte cifra visuale: abiti neri lunghi, movimenti scattanti e taglienti, sguardi gelidi, l’eco estetico di Matrix che si fa linguaggio scenico più che citazione, come se i loro corpi fossero avatar di un algoritmo impazzito che tenta invano di ristabilire l’ordine nell’anarchia di una sala cinematografica. L’ambientazione è chiara, anche se mai dichiarata apertamente: si tratta del microcosmo che conosciamo bene – la sala buia del cinema – trasformato in campo di battaglia tra l’esperienza collettiva e l’individualismo distratto. I gesti sono simboli: il rumore del popcorn, la luce dello smartphone, le voci fuori luogo. Le performer li esasperano, li dilatano, li spezzano e li ricompongono fino a renderli assurdi, quasi surreali. Lo spettatore ride, si riconosce, si imbarazza forse un po’, e proprio lì, in quel momento di auto-riflessione collettiva, la danza trova il suo bersaglio.

E il pubblico ha colto perfettamente questa sottigliezza. Nonostante la brevità dell’esibizione, l’energia in sala è cresciuta visibilmente con ogni minuto, che portato ad un applauso prolungato e ripetuto a fine rappresentazione. Un entusiasmo che, per un formato così contenuto, testimonia quanto profondamente le Zhukova siano riuscite a entrare in connessione con gli spettatori. L’apprezzamento non è stato solo emotivo, ma anche istintivo.

Per comprendere davvero la portata di questo lavoro, vale la pena conoscere meglio le artiste. Liza e Maria Zhukova sono sorelle, danzatrici e coreografe con base tra Amsterdam e Firenze, formatesi all’Amsterdamse Hogeschool voor de Kunsten in Modern Theatre Dance, con all’attivo una carriera internazionale che le ha viste coinvolte in progetti in Olanda, Italia e Germania. Il loro linguaggio è fortemente corporeo, narrativo e insieme astratto, capace di attraversare tematiche intime e collettive. Negli anni hanno sviluppato una ricerca centrata sul rapporto tra corpo, natura e identità – basti pensare a lavori come INNER o SKAZ, dove esplorano i territori dell’istintività, del folklore, della dimensione animale e simbolica del gesto. Con Seriously? sembrano invece spostare lo sguardo verso l’esterno, verso un’indagine più sociale e comportamentale. Eppure, anche qui, il movimento non è mai solo descrittivo: è linguaggio espressivo, riflesso inconscio, possibilità di rivelazione. Non a caso, Maria Zhukova ha elaborato nel tempo un metodo chiamato “Exploring Movement”, che unisce tecnica e sensibilità, in cui il gesto nasce da una necessità reale, da un’urgenza interiore. Questo si avverte chiaramente anche in Seriously?, dove ogni azione – per quanto ispirata a qualcosa di tanto banale quanto masticare rumorosamente – è eseguita con una qualità quasi rituale, carica di senso, come se a ogni movimento corrispondesse un interrogativo non detto.

La musica, composta da Maria insieme a Joey Soumokil, accompagna perfettamente questa costruzione: minimale, pulsata, inquieta, a tratti ironica, contribuisce a definire una drammaturgia che si sviluppa per quadri, come brevi sequenze cinematografiche in cui il corpo prende il posto della parola. Non c’è trama, ma c’è una tensione narrativa sottesa che spinge lo spettatore a seguire ogni variazione, ogni gesto, ogni sguardo. Non serve un climax, perché l’obiettivo non è una conclusione, ma un rispecchiamento. Quello che funziona, in questo piccolo gioiello scenico, è la capacità di trasformare un’esperienza quotidiana in una riflessione politica gentile, ironica, accessibile. Le Zhukova non giudicano, non predicano: osservano, amplificano, giocano. Il loro è un invito alla consapevolezza, alla responsabilità condivisa, ma senza mai perdere quella leggerezza che rende davvero efficace la critica.

Seriously? – Liza Zhukova, Maria Zhukova

Seriously? è sì una performance breve, ma al contempo è anche un affondo preciso in un angolo trascurato della nostra vita sociale, un atto di danza civile mascherato da sketch ironico, un piccolo manifesto di teatro contemporaneo dove l’arte torna a farci da specchio. E in un tempo in cui l’empatia si consuma spesso in silenzio, mentre lo schermo del vicino brilla fastidiosamente a due sedili di distanza, questo spettacolo ci ricorda che il corpo può ancora parlare – e farlo forte, chiaro, con stile.

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Seriously? Rassegna “Dominio Pubblico Youth Fest”, di e con Liza Zhukova e Maria Zhukova, musica di Maria Zhukova e Joey Soumokil, Teatro India 25 giugno 2025

Foto di ©Grazia Menna

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