Una geografia sonora, fra ambiente e immaginazione: con Inuksuit del compositore americano John Luther Adams, prima esecuzione a Roma,
18 percussionisti si muovono nei Giardini, interagendo con i suoni e l’ambiente che li circondano, per l’esecuzione dell’originale partitura del compositore americano
Si inaugurano giovedì 19 giugno (ore 21) i Giardini della Filarmonica, festival estivo dell’Accademia Filarmonica Romana, quest’anno dal titolo “Il canto delle culture”. Ad aprirlo il suggestivo lavoro Inuksuit del 2009 del compositore americano John Luther Adams (1953), pensato per essere eseguito esclusivamente all’aperto, per un numero variabile di percussionisti, da 9 a 99, come richiesto dall’autore stesso. Sarà la prima esecuzione a Roma nonché una delle rarissime esecuzioni nel nostro Paese. Per i Giardini gli interpreti saranno 18, provenienti da Blow Up Percussion ensemble italiano di riferimento per le percussioni contemporanee, cui si affiancano quattro giovani percussionisti selezionati dal Conservatorio di Latina.
Come in molte altre sue creazioni, John Luther Adams si lascia influenzare con Inuksuit dal mondo naturale e dai paesaggi sonori che ha potuto sperimentare vivendo in Alaska per quasi quarant’anni. Inuksuit è come una sorta di “geografia sonora” a metà fra ambiente e immaginazione. Sua prima opera concepita appositamente per essere eseguita all’aperto, si ispira agli ‘ometti’, ovvero le sentinelle di pietra costruite nel corso dei secoli dagli Inuit nelle distese battute dal vento dell’Artico. La parola si traduce letteralmente: “agire nella capacità dell’essere umano”. “Quest’opera – scrive lo stesso compositore – è ossessionata dalla visione dello scioglimento dei ghiacciai polari, dell’innalzamento dei mari e di ciò che potrebbe rimanere della presenza dell’umanità dopo che le acque si saranno ritirate”. Nell’opera gli artisti sono liberi di muoversi in un’ampia area aperta, e così anche gli ascoltatori, trasformando uno spazio apparentemente vuoto in un luogo più pienamente vissuto. Ogni performance di Inuksuit è così diversa, determinata dalle dimensioni dell’ensemble, dagli strumenti specifici scelti e dal luogo e vegetazione del sito, in questo caso i Giardini della Filarmonica. “Inuksuit – spiega John Luther Adams – invita all’esplorazione e alla scoperta del rapporto tra la musica e il luogo, nonché delle interazioni dei musicisti con entrambi. I musicisti sono incoraggiati a considerare attentamente la selezione degli strumenti, la distribuzione degli esecutori e le proprietà acustiche del luogo dell’esecuzione”. E conclude: “L’esperienza di preparare, eseguire e ascoltare ‘Inuksuit’ può sollevare interrogativi più ampi: cosa significa agire creativamente con e all’interno del nostro ambiente? Possiamo ascoltare e percepire più profondamente il campo sonoro che ci circonda? In che modo il luogo in cui ci troviamo definisce ciò che facciamo e, in definitiva, chi siamo? E come comprendiamo la brevità della nostra presenza umana nell’immensità del tempo geologico?”
Gli altri appuntamenti della settimana
Germania, Italia e Giappone si incontrano nel concerto del 20 giugno (Giardini, ore 21.30) dedicato alla percussionista e compositrice giapponese Malika Kishino, borsista presso l’Accademia Tedesca Villa Massimo a Roma, con il Blow Up Percussion che torna al Festival insieme al percussionista francese Théo Guimbard in un programma di sue musiche e di Yoshihisa Taira. Lo stesso giorno il concerto BachBjörk con NEMA, giovane ensemble strumentale partenopeo, spazia fra la musica di Bach, Björk e compositori d’oggi (Sala Casella, ore 20).
Originale il 21 giugno l’incontro fra sei musicisti per un omaggio alle musiche tradizionali mediterranee (Giardini, ore 21.30): il clarinettista e sassofonista Gabriele Coen si affianca al tunisino Ziad Trabelsi con il suo oud, strumento fra i più popolari della musica araba, cui si aggiungono le voci di Nando Citarella, tra i maggiori studiosi del repertorio popolare del sud Italia, le chitarre di Emanuele Bultrini, le percussioni arabe di Simone Pulvano e la voce di Barbara Eramo. La giornata si apre in Sala Casella (ore 20) con il recital della pianista viennese Mitra Kotte, classe 1995, selezionata per il programma 2025-26 “The New Austrian Sound of Music”.
Il 22 giugno torna il Germano Mazzocchetti Ensemble (Giardini, ore 21.30) con un concerto fra sonorità popolari, mediterranee e nuovi lavori del compositore e fisarmonicista abruzzese che si lascia ispirare dai racconti e dalle tradizioni della sua terra di origine. Apertura di giornata con il pianista polaccoPiotr Sałajczyk (Sala Casella, ore 20), apprezzato interprete del repertorio poco noto o dimenticato del romanticismo polacco.
Il festival prosegue fino al 10 luglio. Tutto il programma su filarmonicaromana.org
I Giardini della Filarmonica 2025 sono realizzati in collaborazione con: Ambasciata della Repubblica Argentina presso la Repubblica Italiana, Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia, Ambasciata di Colombia a Roma, Ambasciata del Messico in Italia, Forum Austriaco di Cultura, Istituto di Cultura Giapponese, Accademia Tedesca di Villa Massimo, Istituto Polacco di Roma, Università di Tor Vergata, University California -Irvine, Temple University Philadelphia, New York Composers Circle, International Arts Educators Forum, Conservatorio di Musica “O. Respighi” di Latina, Associazione Fabrica
Biglietti: posto unico concerto inaugurale 12.50 euro (comprensivo di prevendita).
Acquisto on line filarmonicaromana.org . Info: filarmonicaromana.org, tel. 342 9550100, promozione@filarmonicaromana.org
John Luther Adams (1953)
Inuksuit (2009)
Blow Up Percussion
Flavio Tanzi, Aurelio Scudetti, Pietro Pompei, Alessio Cavaliere, Alessandro Di Giulio, Federico Tramontana, Luca Caliciotti, Berardo Di Mattia, Davide Fabrizio, Antonio Gaggiano, Assunto Pio Palazzo, Mattia Pavoletti, Cristiano Rossi, Gerardo Zarro, Giorgia Bracchi*, Giovanni Canori*, Marco De Mojà *, Francesco Sellacci*
* studenti della classe di Strumenti a percussione del
Conservatorio “O. Respighi” di Latina del M° Rodolfo Rossi
In collaborazione con il Conservatorio di Musica di Latina
Blow Up Percussion è un ensemble di percussionisti nato nel 2012 a Roma. Da un lato si fa interprete del repertorio moderno e contemporaneo dall’altro propone novità nate da collaborazioni con compositori, gruppi e musicisti di diverse provenienze. Tra le collaborazioni: i compositori Filidei, Montalti, Dessner, Cerrone, Durupt, Antonioni, Tadini, Nathan; gli ensemble PMCE e Prometeo, il duo londinese Plaid, il violoncellista Mario Brunello. Del repertorio del Novecento, l’ensemble si è caratterizzato per l’interpretazione delle opere di Steve Reich e dei post-minimalisti David Lang, Julia Wolfe, John Luther Adams. Con Vittorio Montalti ha realizzato The Smell of Blue Electricity per quartetto di percussioni ed elettronica, un’opera di lungo respiro sul rapporto tra elettronica e performer. Il disco di questo lavoro è uscito per Col Legno nel 2024. Attualmente l’ensemble collabora con Christopher Cerrone, che gli ha dedicato il quartetto Ode to Joy, e ha iniziato i lavori di registrazione del disco che uscirà per Neuma Records nel 2025. Dal 2019 Blow Up organizza inoltre la rassegna “Cerimoniali ritmici” dove l’ensembleinsieme ad altri musicisti propone diverse novità commissionate per l’occasione insieme a opere degli ultimi anni aprendo una finestra sulle diverse estetiche musicali del nostro tempo. Il gruppo si è esibito a Romaeuropa Festival, Ravenna Festival, GRAME Lyon, MITO, MA/IN, Tempo Reale, Nuova Consonanza, Cantiere Internazionale D’Arte, Accademia Filarmonica Romana, L’Arsenale, Traiettorie, Jeans Music Festival, Tenuta dello Scompiglio, Estonian Music Academy, NU Festival, Contemporanea, In my Life, Le Forme del Suono, NO GO, Composit, Half-Die, Non Luoghi Musicali, Fondazione “W. Walton”, stagione concertistica dell’Università di Tor Vergata.