Il Gruppo Kapushka porta in scena una questione fondamentale: cosa rende davvero cattivi? Tre voci e nessuna risposta semplice .
Ad aprire la seconda serata del ciclo delle Demo di Inventaria 2025, lo scorso 10 giugno al Teatro Basilica, è stato il provocatorio e spiazzante lavoro C.a.t.t.i.v.o. Cose apparentemente trascurabili trasformate in vicende orribili, firmato dal GRUPPO KAPUSHKA – Antonio Careddu, Michele Puleio e Michele Scarcella.

Una scena completamente spoglia accoglie lo spettatore, lasciando che l’intera forza drammaturgica poggi sulla dialettica tra i tre interpreti, che si alternano e si incrociano in un racconto corale e disarticolato, fatto di confessioni, giochi narrativi, digressioni quasi surreali. Il tema è tra i più scomodi: cosa significa essere cattivi?
La costruzione dell’opera nasce da un’indagine sociale condotta attraverso laboratori con persone di diversa età, genere e provenienza, alle quali è stato chiesto di raccontare episodi di cattiveria – subita o agita. Un dato ha colpito in modo particolare: molti non ricordavano i torti subiti. Una rimozione che solleva alcune domande. È vergogna? È autodifesa? O forse, chi non conosce la cattiveria – chi non la esercita – non ha neanche gli strumenti per riconoscerla?
Da qui si dipana la tessitura della pièce, fatta di dialoghi ora tesi, ora comici, che spesso sfiorano l’assurdo per poi risuonare, all’improvviso, con una verità quasi brutale. In una delle scene più emblematiche, uno dei tre brandisce una banana come se fosse una pistola, mentre gli altri hanno armi vere. In quel gioco sottile si scorge una riflessione sul potere: chi ha un’arma può decidere cosa è male e cosa non lo è. La forza, la minaccia, la supremazia dettano la narrazione del giusto e dello sbagliato.
Il pubblico ride, spesso. Ma si tratta di una risata che maschera l’inquietudine. Perché i racconti che ascoltiamo – fiabe, episodi, cattiverie minime e feroci – ci riportano inesorabilmente a un punto cieco della nostra coscienza. Un luogo interiore, “poco frequentato”, come suggerisce il testo, in cui ognuno di noi dovrebbe fermarsi, almeno per un momento, a chiedersi: “E io, quando sono stato cattivo?”
C..a.t.t.i.v.o. si muove tra il teatro di parola e la performance, tra la narrazione e la ricerca antropologica, toccando con leggerezza e profondità temi sociali, relazionali, morali. È un lavoro che incuriosisce e disorienta, lasciando una scia di interrogativi. Dove porterà questa demo? Ci sarà un colpo di scena finale, una sintesi, una presa di posizione netta?

Quel che è certo è che il pubblico ha apprezzato: lunghi e calorosi applausi hanno salutato la fine della rappresentazione. E la curiosità – come è giusto che sia in una demo – resta alta.
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C.a.t.t.i.v.o. Cose apparentemente trascurabili trasformate in vicende orribili – ideazione, testo e regia Gruppo Kapushka, con Antonio Careddu, Michele Puleio, Michele Scarcella, con il sostegno di residenza di NAÏF TEATRO, TIB TEATRO, Inventaria 2025 La Festa del Teatro Off, XV edizione, Sezione Demo, Teatro Basilica 10 giugno 2025
Foto di ©Grazia Menna