Il musical sulla Passione di Cristo
Fabrizio De André aveva descritto la figura di Cristo come Il più grande rivoluzionario della storia, ma il musical Jesus Christ Superstar del 1973 riprende il messaggio della Bibbia in cui Dio si è fatto uomo, evento fondamentale per il Cristianesimo, nucleo del nuovo patto laddove il divino in corpo e sembianze umane scende in mezzo agli uomini.

Carl Anderson
Ma il film non si ferma a questo: intride la sua narrazione con il suo stesso contesto storico. Nel 1973, l’anno di uscita della pellicola, era già in atto la Guerra del Vietnam iniziata nel 1955, a margine della quale molte sono state le sommosse -soprattutto giovanili- in America e nel mondo contro quella inesplicabile guerra nelle terre indocinesi. Quelle sommosse e quel senso di rivolta avevano generato gli Hippies o Figli dei Fiori che professavano un pacifismo esistenziale e assoluto, ponendo l’accento sulla libertà e sulla spontaneità contro le scelte dell’America in cui non si riconoscevano. Il fenomeno dell’Apartheid era un germe piuttosto diffuso in America nell’odio razziale contro l’etnia nera radicata negli Stati Uniti e sfociato nella nascita di organizzazioni criminali contro i neri come lo stesso Ku Klux Klan.
Tutti quegli elementi storici sono facilmente identificabili come allegorie affrescate nei protagonisti del musical: Giuda Iscariota viene per la prima volta raffigurato con la carnagione scura, in piena contrapposizione con l’iconografia classica. È l’emblema dell’uomo perseguitato dalla sua condanna del tradimento e del suo tragico destino segnato da cui non riesce a sfuggire, ma per cui alla fine verrà perdonato. Maria Maddalena anche rompe gli schemi ed è una vietnamita dolce e amorevole con Gesù per cui soffre e si dispera durante la Passione di Cristo. Ponzio Pilato è il Prefetto di Giudea e ricopre il ruolo di potere dell’Impero Romano, divorato dai dubbi poiché racconta il suo sogno in cui si è sentito accusato per aver condannato Gesù e per questo, durante la tortura inflitta da Gesù stesso, si appella al popolo sulla sentenza finale da infliggere all’Uomo. Anna e Caifa sono due sommi sacerdoti che si preoccupano dell’enorme e crescente popolarità di Gesù ed entrambi sono favorevoli alla sua condanna a morte. I personaggi di Anna e Caifa e lo stesso esercito romano nel film, sono innovativi nell’abbigliamento perché richiamano elementi militari tipici del periodo bellico negli anni Settanta.
A fare da contraltare a questi ultimi è il popolo: gli Hippies che seguono Gesù fin dal principio e che ancora prima di iniziare la pellicola, entrano in scena con un pullmino a fiori tipico dei Figli dei Fiori. Sarà poi lo stesso popolo che volterà le spalle a Gesù chiedendo il suo sacrificio. Erode, il grande ed eccentrico Re di Giudea, convoca Gesù nella sua bizzarra corte ansioso di conoscerlo e di scoprire i miracoli della Superstar del momento. In un balletto estremizzato verso lo sberleffo, Erode caccerà malamente Gesù deluso dal fatto che non fosse in grado di esibirsi nei suoi prodigi, ridicolizzandolo e appellandolo come un fenomeno da baraccone.
Infine, c’è Gesù: vestito di bianco, è l’Uomo con tutte le sue paure, i suoi timori e sensazioni. Capisce perfettamente chi lo tradirà dei suoi fedeli Apostoli e ne L’Ultima cena (rappresentata per un istante proprio come l’affresco di Leonardo), Gesù si rivolge al Creatore con una paura piena di quello che accadrà successivamente e di come si senta deluso dall’Umanità stessa oltre al chiedersi di come verrà ricordato e rappresentato al mondo. Di fronte ai suoi dubbi, una serie infinita di immagini sacre conosciute ai molti nel mondo della pittura scorre come a dar risposta alle richieste sconsolate di Gesù. Quest’ultimo è puro nelle sue idee ed è contro ogni sopruso della sua immagine e storpiatura del suo pensiero, ma intende professare la sua filosofia contro ogni povertà e sofferenza. Rimane integro nella sua autenticità anche durante la crocifissione dove ancora una volta si rivolge al Creatore chiedendo di perdonare i suoi persecutori Perché non sanno quello che fanno e al tempo stesso, torna Uomo chiedendogli -ormai esanime- Padre, perché mi hai abbandonato?
Il film presenta tutte le caratteristiche del musical: le canzoni, le coreografie e le melodie richiamano sonorità degli anni Settanta e si elevano come canti di ribellione contro la società moderna degli anni Settanta, sottolineata dalla presenza dell’assolo di chitarra che costantemente produce musica rock durante le torture di Gesù. La pellicola è stata oggetto di critiche poiché accusata di più di una scivolata blasfemica. Ma il Pontefice dell’epoca, Paolo VI, ne fu particolarmente colpito, ritenendola in grado di far veicolare tra i giovani la centralità del Secondo Patto Divino rappresentato da Cristo che si fa Uomo.
Nel film si mescolano quindi elementi classici con elementi moderni, come anche la scenografia artificiale di ponteggi e tubi innocenti che si innalza verso l’alto come una moderna cattedrale, nel contesto naturale i un grande deserto, presto infiltrato da simbolici riferimenti alla Guerra del Vietnam, con tanto di aerei e carri armati.

Scena di Simone Zelota in Poor Jerusalem
Indimenticabili le voci di Gesù Ted Neeley (protagonista anche della versione teatrale italiana messa in scena da Massimo Romeo Piparo), Giuda Iscariota Carl Anderson e di Maria Maddalena Yvonne Elliman, protagonisti di performances gratificate dalle nomination del Golden Globe nel 1974, rispettivamente come miglior attore e miglior attrice. Il film ha ricevuto una candidatura al Golden Globe nel 1974 come miglior film e la nomination come miglior adattamento musicaleagli Oscar del 1974, guadagnando la vittoria del David di Donatello nel 1974 come miglior film straniero.
Jesus Christ Superstar di Norman Jewison -trasposizione dell’omonimo musical di Tim Rice– è stata una ventata nuova nella storia del cinema che racconta la figura di Gesù come un eroe della controcultura.
Jesus Christ Superstar – regia Norman Jewison – Soggetto Tim Rice, Andrew Lloyd Webber – sceneggiatura Melvyn Bragg, Norman Jewison – con Ted Neeley (Gesù), Carl Anderson (Giuda Iscariota), Yvonne Elliman (Maria Maddalena), Barry Dennen (Ponzio Pilato), Bob Bingham (Caifa, sommo sacerdote), Larry Marshall (Simone Zelota), Josh Mostel (Erode Antipa), Kurt Yaghjian (Anna, sommo sacerdote), Philip Toubus (Apostolo Pietro), Robert LuPone (Apostolo Giacomo) – fotografia Douglas Slocombe – montaggio Antony Gibbs – musiche Andrew Lloyd Webber – coreografie Robert Iscove – scenografia Richard Macdonald – costumi Yvonne Blake – trucco Neville Smallwood – produttore Norman Jewison, Robert Stigwood – casa di produzione Universal Pictures – Distribuzione in italiano CIC – 1973