L’eterno scontro tra Bene e Male raccontato in “Caino e Abele – Il Musical” di Tony Cucchiara
In un mondo così grigio, dove violenza genera violenza e degrado, ha ancora senso credere nonostante tutto nell’uomo? Questa la premessa di Caino e Abele – Il Musical, uno spettacolo che porta con sé un messaggio di speranza e pace, sintetizzando in quadri teatrali i momenti più salienti della storia del cristianesimo, ma anche più in generale della storia del conflitto tra Male e Bene. Così a Caino e Abele, Gesù Cristo e Giuda, San Francesco e Santa Chiara e Giovanna d’Arco si affiancano Romeo e Giulietta e Anna Frank, fino ad arrivare ai migranti di oggi. Tutto prende il via da una figura solitaria e misteriosa, il narratore. Uomo, anche lui, angelo o Dio stesso, visto che la Genesi enuncia che l’uomo fu creato a Sua immagine? Non è dato saperlo, certamente è la figura che conduce l’intero spettacolo, la mente che invita a ripercorrere queste tappe dell’umanità e dal vuoto della scena con la sua voce porta la vita a inondare il palco con tutta la sua vivacità. Entrano i ballerini che rappresentano la Genesi e dal cerchio dei loro corpi danzanti nascono Adamo ed Eva, che si intrecciano l’uno nell’altro in una fusione di arti, dopo di che si distaccano e riuniscono in un passo a due pieno di grazia. La scenografia vede un fondale circolare ergersi su ogni altra cosa e cambiare colore di volta in volta. Potrebbe simboleggiare Dio e la sua presenza costante, in un’ottica geometrica e astratta che ricorda la conclusione del Paradiso di Dante Alighieri.
Adamo ed Eva costituiscono un prologo. Infatti non hanno voce, danzano ma non parlano. I veri personaggi a presentarsi per primi sono Caino e Abele, coloro che non a caso danno titolo all’opera. Sono persone ma anche tipi di personaggio che si reiterano nel tempo. Michelangelo Nari, l’attore di Abele interpreta anche Romeo e un migrante dei giorni d’oggi, così Luca Bacci oltre a interpretare Caino è Giuda e Tebaldo. È evidente che il senso dell’operazione è che si tratta di qualità dell’anima che ciclicamente si ripresentano: la purezza di Abele e la crudeltà di Caino segnano la storia dell’umanità in una dicotomia primordiale.
Caino appare di spalle, presenza misteriosa, appena si gira tutto il suo carisma viene fuori e cerca di propiziarsi il favore divino, ma il tono è arrogante e falso. Attorno a lui il popolo sembra esultare di ammirazione e prega Dio di ascoltarlo. Caino rispetto ad Abele sprigiona un fare più carismatico e deciso, è l’uomo ribelle, tormentato, infelice, incline a rabbia e vendetta, ma che sa come affascinare la massa con la forza della sua individualità forte. A lui si contrappone un Abele sereno e lieto di fare ciò che Dio chiede, una figura meno d’impatto ma pura di cuore.
L’omicidio di Abele avviene al lato del palco e segna la condanna di Caino a vagare e soffrire.
Una condanna fisica, ma soprattutto interiore che si ripercuote anche su Giuda, pieno di rabbia e astio verso Gesù, strafottente e aggressivo, ma che poi sperimenterá sulla sua pelle la colpa commessa.
Il terzo quadro è quello dedicato alla figura spirituale più decisiva, quella di Gesù di Nazareth, dove vengono ricostruiti prima l’ultima cena, prendendo evidente spunto da Leonardo, il tradimento di Giuda e infine la passione e crocifissione. Nell’ultima cena i ballerini si muovono come serpi, a rappresentare l’imminente tradimento di Giuda e la debolezza di Pietro.
Il bacio di Giuda avviene sotto luci blu e poi si precipita nel rosso più vivido e infernale con le fruste della passione e la croce color sangue posta nella cornice del fondale circolare. Poi torna un blu di gradazione più chiara, che investe anche la colorazione del fondale stesso e della croce, alludendo alla forza spirituale della resurrezione. Visivamente Caino e Abele – Il musical lancia suggestioni su suggestioni, giocando su un forte impatto visivo e una squadra di ballerini eccellenti che con il proprio corpo evocano momenti iconografici fondamentali della storia umana e cristiana. Corpo di ballo e coreografie sono infatti alcuni dei punti forti di questo musical. Ci sono scene toccanti, come quando San Francesco dà nuova vita ai corpi martoriati dalle guerre, ai malati e ai deboli. “La guerra non si può umanizzare, solo abolire” viene detto. Una danza collettiva di armonia e amore, con dietro Santa Chiara e la narratrice che cantano la bellezza del messaggio di San Francesco che guarisce le ferite laceranti dell’odio e della violenza umana. Un messaggio di pace che ritroviamo nell’episodio di Giulietta e Romeo, che dal romanticismo della scena del balcone, dove il fondale circolare fa da Luna, passa al dramma dell’uccisione di Mercuzio da parte di Tebaldo e alla morte del primo. Un bacio quello tra Giulietta e Romeo che si riflette sulle quinte attraverso un gioco di ombre di più attori.
“Ci vuole coraggio per dire sì all’incontro e no allo scontro” recita una frase dello spettacolo molto esplicativa del suo senso profondo.
Difficile in quest’ottica pacifista collocare la presenza di Giovanna d’Arco, inserita più per la sua visionarietà e per l’emancipazione femminile dai rigidi schemi imposti da una società patriarcale. Un elogio dell’eresia e la condanna di una Chiesa segnata dell’ipocrisia, sintetizzata dalla frase che recita che questa Chiesa non ammette spargimenti di sangue e un corpo che brucia infatti sparge solo cenere, pertanto questa Chiesa è salva.
Caino e Abele – Il Musical, sotto la regia di Ariele Vincenti, si tinge di attualità inserendo le vicende dei migranti degli sbarchi sulle coste italiane. Il ritmo africano porta con sé un messaggio di speranza e la prospettiva di un sogno utopico di salvezza. A questa svolta nel presente segue forse il quadro più straziante di tutti: il dialogo con Anna Frank. Sul suo “Avevo voglia di gridare che non ero pronta per morire” e sulle sue speranze di gioventù infranta si conclude questo viaggio poetico e tutti i personaggi si riuniscono un’ultima volta.
Tra Miserere e Alleluia, danze e canti, Caino e Abele – il Musical esplora l’iconografia cristiana e alcuni frammenti di storia particolarmente significativi, attingendo al lavoro di Tony Cucchiara, ma aggiungendo circa 40 minuti di materiale inedito. Le bellissime coreografie sono di Dalila Frassanito e gli arrangiamenti del Maestro Marco Iardella. Le scenografie di Alessandro Chiti e I costumi di Dora Occupato.
Come anticipato gli attori interpretano più personaggi, generalmente in continuità l’uno con l’altro, come per ribadire che i tempi cambiano ma le situazioni sono sempre le stesse e si reiterano. Ad esempio l’intensa Asia Retico interpreta prima Giulietta, conferendole una purezza, dignità e profondità degne del teatro shakespeariano e successivamente Anna Frank, anche qui con una delicatezza e innocenza laceranti e una voce dolce e ammaliante. Luca Bacci interpreta invece con vigore e ardore Caino, Giuda e Tebaldo, conferendogli una veemenza e un carisma che si lasciano senz’altro notare, oltre che una performance vocale intensa. La rabbia, il rancore e la strafottenza sono tratti distintivi di tutti i suoi personaggi, particolarmente evidenti in Giuda, più collerico e provocatorio che mai. Un’altra performance da menzionare è quella di Giacomo Rasetti. È il misterioso e ineffabile narratore, ma anche Pietro e Mercuzio. Toccante il momento della morte di quest’ultimo, un personaggio che in Caino e Abele – il Musical compare brevemente ma che grazie alla potenza della scrittura shakespeariana e alla bravura del suo interprete conquista il palco.
In questo musical avvincente Bene e Male si intersecano così in un sogno che lascia al suo passaggio un sentimento di speranza e una propensione alla bellezza e alla giustizia.
Caino e Abele – Il Musical di Toni Cucchiara – Riscrittura scenica e regia di Ariele Vincenti – Con: Michelangelo Nari (Abele, Romeo), Lucio Bacci (Caino – Giudava – Vescovo), Michele Perrotta (Gesù · San Francesco · Ronny), Francesca Innocenti: (Giovanna D’Arco · Santa Chiara), Asia Retico: (Giulietta · Anna Frank), Benedetta Iardella (Narratrice), Giacomo Rasetti (Narratore) – Coreografia di: Dalila Frassanito – Direzione musicale di: Marco Iardella Scenografia di: Alessandro Chiti – Costumi di: Dora Occupato – Vocal Coach di: Benedetta Iardella – Corpo di ballo: Eugenio Alba, Giorgia Bitocchi, Francesca Bosco, Francesco Catalfamo, Christian Corsi, Anthony Dezio, Asia Passerella, Greta Rodorigo, Martina Salvucci, Danilo Scalinci, Sofia Zanetti – Produzione: Soni – Nuovo Teatro Orione 31 marzo e 1 aprile 2025