Hollywood in fermento: tra polemiche e battaglie sociali si avvicina la notte degli Oscar

Dai discorsi infuocati di Jane Fonda al caso Karla Sofía Gascón, la 97ª edizione degli Academy Awards si preannuncia carica di tensioni e colpi di scena

A pochi giorni dalla 97ª edizione degli Academy Awards, che si terrà domenica al Dolby Theatre di Hollywood (le 17:00 locali, le 2:00 di lunedì in Italia), non mancano le polemiche e le tensioni nel mondo del cinema. La serata, condotta da Conan O’Brien, vedrà protagonisti attori, attrici, registi e film che hanno segnato la passata stagione cinematografica.

Tra le voci più forti si distingue Jane Fonda, sempre in prima linea per i diritti civili, che ha alzato il pugno in segno di resistenza, attaccando (senza nominarlo direttamente) Donald Trump e difendendo l’ideologia “woke”, intesa come sensibilità e attenzione verso gli altri. Al suo fianco, artisti del calibro di Meryl Streep, Robert De Niro che in un intervista dichiarò di ricordargli il padrino che interpretò nel film di Martin Scorsese, Quei bravi ragazzi, Richard Gere e George Clooney – quest’ultimo attualmente a Broadway con la pièce tratta dal suo film Good Night, and Good Luck, una celebrazione della libertà di espressione contro il maccartismo.

Nel frattempo, cresce il malcontento verso il nuovo presidente degli Stati Uniti, contrario alle tematiche transgender e LGBTQ+ nel cinema. Una posizione che stride con la storia recente degli Oscar, dove film come La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro – una straordinaria metafora dell’accettazione della diversità – hanno trionfato. Del Toro stesso, messicano come gli immigrati che Trump voleva respingere costruendo un muro al confine, incarna la resistenza a questa visione ristretta.

Non sorprende, quindi, che alcune star di Hollywood, tra cui Sharon Stone, Ellen DeGeneres e Cher, abbiano deciso di trasferirsi in Europa. E proprio in questo contesto si inserisce il caso Emilia Pérez, il musical del francese Jacques Audiard, già vincitore a Cannes e ai Golden Globe, con ben 13 nomination agli Oscar. La pellicola ha acceso il dibattito per la candidatura di Karla Sofía Gascón, prima attrice transgender in lizza per il premio come miglior protagonista. Tuttavia, vecchi tweet dell’attrice, ritenuti controversi, hanno spinto Netflix a escludere il suo nome dalla promozione del film negli USA, mettendo in dubbio la sua presenza alla cerimonia.

Ma lo star system non è rimasto in silenzio. Anche Isabella Rossellini, candidata come miglior attrice non protagonista per Conclave e membro della giuria degli Oscar, ha preso posizione, dimostrando di voler separare arte e polemiche. E alla fine, dopo un intenso confronto con Netflix, la Gascón sarà presente alla notte degli Oscar.

Se dovesse vincere, entrerà nella storia come la prima attrice transgender a ottenere il premio come miglior protagonista. Ora non resta che attendere il verdetto della serata del 2 marzo, in attesa di vedere se la sua corsa continuerà anche ai César di Parigi il 28 marzo. Le sorprese, di certo, non mancheranno!

E chiudiamo questa pagina con una certa mestizia con la notizia appena battuta dalle agenzie della morte di Gene Hackman, trovato nella sua casa di Santa Fe insieme alla moglie, la pianista  Betsy Arakawa e al loro cane. Una scomparsa ancora tutta da chiarire dalle autorità federali ma che lascia attoniti per un grande attore, interprete di alcuni tra i ruoli più iconici che hanno fatto la storia del cinema a cominciare da Il braccio violento della legge, Potere assoluto, Senza via di scampo e Allarme rosso accanto a un giovane Denzel Washington. Addio Gene che la terra ti sia lieve!