La prescelta: l’eroina per vocazione divina

La storia di Giovanna D’Arco al Teatrosophia

La rappresentazione di Giovanna Dark della DarkSide LabTheatre Company colpisce al cuore come una freccia scoccata durante uno dei combattimenti della giovane eroina a capo dell’esercito francese a Orléans.

Alessio Giusto, Virna Zorzan e Pietro Bovi – © Grazia Menna

La storia di Giovanna D’Arco, popolana francese mandata da Dio a salvare la Francia e a proclamare il Delfino Carlo VII di Valois futuro Re di Francia, è ormai nota come l’icona mondiale di una giovane ribelle diventata martire e poi santa per conto della Madre Chiesa, la stessa che un tempo l’aveva riconosciuta come un’eretica strega. La giovane donna venne strumentalizzata dal regno francese per raggiungere i propri scopi politici per poi abbandonarla letteralmente nelle mani degli inglesi che la condannarono a morte, bruciata viva sulla piazza Vieux-Marché a Rouen nel 1431. Sullo scenario la lunga e sanguinosa Guerra dei Cent’anni, iniziata nel 1337, dove il regno di Francia e d’Inghilterra scaturirono una battaglia iniziata per cause dinastiche, per numerosi contenziosi territoriali oltre che per motivi economici e sociali. La guerra terminerà soltanto nel 1453 con la vittoria e la supremazia francese su quella inglese.

Non facile è l’impresa ardimentosa di portare sul palcoscenico un dramma storico come quello di Giovanna D’Arco: bisogna usare tutta la conoscenza teatrale per utilizzare sapientemente ogni materiale umano e scenico per renderlo incredibilmente evocativo e verosimile.

Ma il regista Matteo Fasanella lo sa e nel gioco del teatro bisogna saper osare in tutto e per tutto, come smantellare lo scheletro del Teatrosophia disponendo gli spettatori verticalmente, con l’intento di far respirare la pièce e tutti i movimenti attoriali, così da non rendere costipato tutto lo spettacolo. Il teatro immersivo torna prepotentemente: ispirandosi a La Santa Giovanna di George B. Shaw e al film Giovanna D’Arco del 1999 di Luc Besson con la sceneggiatura di Andrew Birkin, l’immaginario teatrale sembra assumere le sembianze cinematografiche. I numerosi effetti di luce e di buio per il cambio quadro sembrano essere dei perfetti tagli cinematografici a fine scena. Inoltre, i movimenti scenici, gli sguardi e i momenti precisi di ogni battuta evidenziano una scelta fortemente cinematografica, ma con le intenzioni e i tempi scanditi teatralmente. I costumi e le scenografie sono parte essenziali della resa teatrale poiché diventano funzionali del racconto stesso.

Lorenzo Martinelli e Guido Lomoro – © Grazia Menna

Ogni attore ha forgiato ogni lato del proprio personaggio: Virna Zorzan è una perfetta Giovanna D’Arco che ricorda le sembianze fisiche dell’attrice Milla Jovovich, ma si contorce, si dimena e riporta i turbamenti di una giovane ribelle in fiamme che si scaglia contro gli inglesi come una Marianne di Delacroix inferocita, Lorenzo Martinelli è un Carlo VII di Valois a tratti capriccioso, arrivista che si fa spettatore della disfatta di Giovanna D’Arco in contrasto con la sua ascesa. Al fianco di un grande uomo, c’è una grande donna, la Regina Maria d’Angiò, donna scaltra, saggia consigliera del Re interpretata da Diana Forlani che la rende seducente e perfida al tempo stesso, con un vocalismo importante che richiama le doppiatrici degli anni Venti e regala sguardi enigmatici. Alessio Giusto è Gilles De Rais, il consigliere più malvagio che mostra ferite di battaglia ed è diffidente nei confronti di Giovanna D’Arco poiché donna e non credente alle visioni raccontate dalla giovane. A credere a Giovanna è invece è il Jean D’Aulon di Pietro Bovi, che si mostra fin da subito molto protettivo ed affettuoso con lei. Non da ultimo, il Vescovo Cauchon, il rappresentante della Chiesa nonché cospiratore insieme a Re Carlo VII qui intrepretato da Guido Lomoro, padrone di casa del Teatrosophia. Il Vescovo è l’incarnazione della Chiesa corruttibile e inquisitoria che verrà poi smascherata solo quasi duecento anni dopo con Martin Lutero. The last but not the least, Matteo Fasanella, che compare come ombra nei pensieri ossessivi di Giovanna D’Arco e la metterà a nudo di fronte alle sue scelte future e la accompagnerà fino alla morte.

Uno spettacolo accattivante e magnetico sicuramente da non perdere che racconta le gesta di una giovane donna, cantata da Fabrizio De André, la quale riconosce i segnali di Dio e comprende che “Se lui era il fuoco lei doveva essere il legno”. In contrasto con una società che non riconosceva la figura femminile se non nell’incarnazione nella strega e associata spesso alla figura del demonio, ma oggi davanti alla figura della pulzella ci si inchina per rispetto e per perdono.

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Giovanna Dark da A. Birkin, L. Besson e G. B. Shaw – Adattamento e regia Matteo Fasanella – con Virna Zorzan, Alessio Giusto, Pietro Bovi, Lorenzo Martinelli, Diana Forlani, Matteo Fasanella e con Guido Lomoro – Assistente alla regia Nicolò Berti – Scenografie Maurizio Marchini – costumi Darkside ETS – Foto Christian SicuroSocial Media Manager e Grafica Agnese Carinci – Produzione Dark ETS e Teatrosophia – dal 19 febbraio al 02 marzo al Teatrosophia.

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