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“MENECMI” al Teatro Arcobaleno

21 Febbraio @ 21:00 9 Marzo @ 17:30 CET

Teatro ARCOBALENO

(Centro Stabile del Classico)

dal 21 febbraio al 9 marzo 2025

(venerdì e sabato: ore 21 – domenica: ore 17,30)

La Compagnia CASTALIA

presenta

I MENECMI

 (Il gioco del doppio)

di T. M. Plauto

Adattamento e Regia Vincenzo Zingaro

Con Piero Sarpa, Annalena Lombardi, Giovanni Ribò, Rocco Militano, Fabrizio Passerini,

Laura De Angelis, Maurizio Casté

Musiche Giovanni Zappalorto

Costumi Emiliana Di Rubbo – Scene Vincenzo Zingaro – Luci Giovanna Venzi

Dal 21 febbraio al 9 marzo 2025, al Teatro Arcobaleno (Centro Stabile del Classico), la Compagnia Castalia, considerata una delle Compagnie Teatrali più prestigiose nell’allestimento di commedie classiche a livello nazionale, porta in scena il celebre capolavoro della commedia classica “I MENECMI” di T. M. Plauto, con l’adattamento e la regia di Vincenzo Zingaro.

I MENECMI” rappresentano un caposaldo della drammaturgia nella storia del Teatro. Prototipo della commedia degli equivoci, provocati dall’identità fra due personaggi, l’opera di Plauto ha ispirato celebri autori, tra cui Shakespeare, ne La commedia degli errori e Goldoni, ne I due gemelli veneziani. Due gemelli, con lo stesso nome, separati da bambini, si trovano a loro insaputa nella stessa città: una combinazione che scatena situazioni comiche ed esilaranti scambi di persona. Ma questo divertente “gioco del doppio” cela, in realtà, qualcosa di più profondo… L’originale messinscena di Vincenzo Zingaro, esalta lo spirito ludico della commedia plautina e, al tempo stesso, ne proietta il significato in una dimensione “metafisica”, attraverso una rappresentazione onirica e coinvolgente.

Lo spettacolo segna una tappa signficativa nell’importante percorso di rivisitazione del Teatro Classico che Vincenzo Zingaro, alla guida della Compagnia Castalia, porta avanti da 33 anni, con grande successo di pubblico e di critica, al Teatro Arcobaleno(Centro Stabile del Classico), sede della Compagnia (riconosciuto dal Ministero della Cultura) e in prestigiosi Festival (Ostia Antica, Taormina, Paestum, Pompei, Segesta, Ferento, Teatri di Pietra, Leuciana, Venosa, Sarsina, Formia, Volterra e tanti altri). Un progetto culturale unico in Italia, che ha coinvolto ed entusiasmato centinaia di migliaia di giovani e che da anni è oggetto di Studio e di Tesi di Laurea presso prestigiose Università italiane ed europee. 

Lo spettacolo, inserito dall’Università di Roma “La Sapienza” nel progetto internazionale “Il Teatro Classico Oggi”, è considerato da insigni studiosi come una delle più prestigiose rappresentazioni realizzate del testo di Plauto. Presso l’Università di Urbino “Carlo Bo”, sede del Centro Internazionale di Studi Plautininel 2020 è stata realizzata la Tesi di Laurea “Due Menaechmi a confronto: da Tito Maccio Plauto a Vincenzo Zingaro”.

NOTE DI REGIA

Artaud, uno dei più autorevoli teorici teatrali del ‘900, nel celebre saggio “Il teatro e il suo doppio”, sosteneva il superamento della tirannia del testo sullo spettacolo, in favore di un “Teatro totale”, che comprendesse e mettesse sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio, fondendo gesto, movimento, suono e parola.  Il Teatro Antico è stato il primo esempio di “Teatro totale”. Le commedie greche e latine contengono un universo fatto di gesti, danza, musica e parola. Immergendoci, quindi, nel magico gioco della commedia antica, troviamo il germe di una teatralità pura, volta, a trecentosessanta gradi, al coinvolgimento dello spettatore, come elemento attivo della rappresentazione. Da questo impulso di fantasia e di libertà creativa, la possibilità di rielaborare trame e geometrie del racconto che travalicano i secoli, offrendoci lo stimolo a una creazione scenica autonoma, in grado di dialogare con il presente, consapevole della ricchezza di un percorso che sancisce il suo essere nella contemporaneità. Artaud, inoltre, spiegava il suo concetto del “doppio”, sostenendo che “se il teatro è il doppio della vita, la vita è il doppio del vero teatro”, nel senso che il vero teatro non è la mera riproduzione della realtà quotidiana, ma piuttosto la ricerca di una realtà archetipica e si distingue perciò come un rito, volto a svelare l’essenza più profonda delle cose. Questa concezione epifanica del teatro e dell’arte la dobbiamo al mondo classico antico che, attraverso il concetto aristotelico di mìmesisdefinisce la rappresentazione artistica non come una pedissequa imitazione del mondo sensibile, ma come una rivelazione del principio metafisico che sottende l’esistenza. 

Nel percorso di studio e di rilettura del teatro antico, che affronto da anni, I Menecmi, al di là della godibile trama, mi offrono, quindi, l’occasione di entrare in profondità in un discorso sul teatro e la vita, giocando e, allo stesso tempo, indagando sul concetto del “doppio”, che offre molteplici ed affascinanti punti di vista. Di qui l’idea di un Teatro all’interno del palcoscenico, un Teatro replicato, in cui frammenti di scenografia sono disposti in modo da creare uno “specchio metafisico” che avvolge i personaggi e ne dilata l’azione oltre i confini del reale. Essi prendono vita da quel Teatro replicato, come dal “luogo dell’immaginazione” e lo fanno apparendo in forma stilizzata, retaggio di antiche maschere che hanno travalicato secoli, per riversarsi nella concretezza della rappresentazione. In questo gioco di rimandi, si consuma un viaggio, una ricerca. 

E vanno gli uomini ad ammirare le vette dei monti, i grandi flutti del mare, il lungo corso dei fiumi, le profondità dell’oceano, il volgere degli astri… e si dimenticano di sé stessi”.

Iniziare lo spettacolo con questo pensiero di S. Agostino ha per me il significato di un seme, gettato in un solco che attraversa l’intera rappresentazione, una provocazione a considerare la vicenda in una prospettiva diversa. La prospettiva di un viaggio interiore alla ricerca di sé stessi, nel quale l’incapacità di “vedere” si risolve solo nel momento in cui ci si abbandona a un profondo atto di “fede”. Il Teatro, luogo di tutte le arti, può rivelarsi indispensabile. Indossare una maschera diventa così il gesto simbolico di un’anima disposta a mettersi in gioco, per affrontare un grande viaggio dello spirito.  

Vincenzo Zingaro

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Tel./ Fax 06.44248154 – Tel. 06. 4402719

e-mail: info@teatroarcobaleno.it – sito: www.teatroarcobaleno.it

Biglietti: Intero € 23,00 – Ridotto € 19,00 (Over 65, CRAL, Associazioni convenzionate) – Ridotto studenti € 15,00 (fino a 26 anni)

Teatro Arcobaleno

Via F. Redi 1/a
Roma, Italia 00161 Italia
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