“Sette vite come i libri”: tornano le indagini dei quattro coinquilini nel nuovo libro della scrittrice napoletana
“Sembra che i libri gialli siano molto distensivi, anche se non ho capito bene come si fa a trovare distensivo un libro che parla di delitti e di assassini in agguato”, Giorgio de Chirico lo disse in un’intervista raccolta in Incontro con Giorgio de Chirico, a cura di Carmine Siniscalco. Al di là dello scetticismo dichiarato, pare, però, che i gialli li leggesse sua moglie. Sembra un paradosso, eppure un libro, appartenente a questo genere, può davvero essere distensivo? Un esempio potrebbe essere rappresentato dal nuovo romanzo di Serena Venditto, Sette vite come i libri, edito da Mondadori.
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Napoli, vico Cinquesanti. C’è il cadavere di una donna sconosciuta riverso su un tavolino di vetro, in frantumi, in quello che fu l’appartamento delle sorelle Fiorelli, decedute anni prima. Lo scoprono le due protagoniste della storia, Malù e Ariel, dopo aver ritrovato, casualmente in libreria, un libro macchiato di sangue, recuperato dal signor Procolo. Il libro, indizio e filo conduttore dei fatti, è La donna in bianco di Wilkie Collins.
Il ritrovamento vero e proprio, però, è preceduto dalla narrazione della vita delle due ragazze, amiche profondamente legate dalla convivenza con altri due ragazzi, Samuel, fidanzato di Ariel e Kobe, alle prese con problemi sentimentali con Ayumi. Con loro c’è il gatto Mycroft, prezioso aiuto e presenza fondamentale per ognuno.
Per arrivare alla scena del crimine occorre attraversare i passi delle protagoniste, narrati dalla voce di Ariel, l’io narrante delle vicende. Le due sono affiatate, dotate di intuito e intraprendenza. Per arrivare a dare un nome, un passato e un contesto alla vittima, entrambe fronteggiano diverse peripezie, architettano piani d’azione portando avanti le indagini, in modo più veloce e diretto della polizia stessa. Le vite narrate, tra le pagine, si scopriranno essere molte, racchiuse nel passato.
“Sette vite come i libri. Indagine per quattro coinquilini e un gatto” è un romanzo scorrevole e rapido nella lettura, fluido nelle descrizioni. Il termine che lo denota è esattamente distensivo per via dello stile con cui è scritto: semplice, essenziale, a tratti spiritoso, senza tante complessità o analisi descrittive particolari. Un libro che tiene compagnia e che, appunto, distende la testa dalla quotidianità, senza troppo impegno.
Serena Venditto crea una storia con, alla base, il tema della violenza sulle donne, la necessità e l’imprescindibilità del rispetto, l’urgenza vitale di capire che le botte e la sopraffazione non sono amore e non devono far parte di nessun tipo di relazione. L’autrice però lo fa evitando la pesantezza, privilegia la leggerezza e la semplicità. Il suo messaggio è chiaro e crea la trama attorno al fatto criminoso in sé.
La sorellanza, quel legame forte d’amicizia, la sintonia personale che a volte rappresentano un aiuto immenso nelle difficoltà sono, nel loro insieme, un punto su cui si giocano i rapporti descritti. Anche l’amicizia e il contributo del gatto Mycroft hanno la loro parte. In generale, i personaggi sperimentano questo tipo di vicinanza affettiva, sono forti, coinvolti e sicuri all’interno delle vicende. Una squadra, in sostanza, capitanata da Malù, che fa luce sul mistero e l’omicidio.
Non ci sono drammaticità o elucubrazioni, molti sono i riferimenti letterari citati, le due protagoniste sono, infatti, esperte lettrici. Intrigante è anche la modalità con cui viene scoperto e poi svelato, a poco a poco, l’assassino. Dopo aver raccolto i pezzi, il puzzle viene ricomposto davanti a tutti i personaggi. Sono i dettagli a fare la differenza. Quello che sembra in apparenza, alla fine non è. Il finale apre, forse, a possibili sviluppi futuri, un modo per dare continuità e trasmettere interesse al lettore (Serena Venditto, infatti, ha già scritto altri gialli con questi stessi personaggi).
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La distensione, incomprensibile per Giorgio de Chirico, di questo giallo è data dalla sua semplicità e scorrevolezza, non siamo davanti ad un tomo classico ma ad una storia dove l’atto tragico è riavvolto e spiegato con fluidità svelta, piacevole. Un libro da leggere per svelare un mistero, scoprire qualche scrittore in più e passare qualche ora in compagnia di quattro ragazzi e il loro gatto.
Immagine in evidenza: @mondadori.it