Il volto inossidabile dell’ingordigia
Una coraggiosa impresa della Compagnia del Teatro Belli di Antonio Salines porta in scena ben 14 attori per rappresentare un classico del teatro elisabettiano: Volpone di Ben Jonson. Una partitura che nasce all’alba del XVII secolo e che ha conosciuto nel tempo, oltre al costante successo, una serie di riscritture, segno che i temi affrontati venivano ritenuti buoni e opportuni in tutte le successive scansioni temporali. Personalmente ricordiamo un’edizione andata in scena al Teatro Argentina degli anni Settanta a firma di Luigi Squarzina e poi nel decennio successivo la versione curata da Gabriele Lavia.
Si parla di avidità e di corruzione, quella capace di far sperimentare al protagonista Volpone (impeccabile la maschera grottesca che gli presta Edoardo Siravo) la bramosia dell’accumulazione dorata e a tutta la cerchia dei suoi contemporanei (il contagio include l’intera comunità) la disponibilità a compiere qualunque nefandezza pur di mettere le mani su quel grumo di ricchezze custodite gelosamente dal ricco Volpone. Costui, in nome di un calcolo spregevole, si propone di aumentare le proprie già ingenti risorse finanziarie sfruttando la dabbenaggine dei suoi contemporanei, facendo circolare la voce che si sta ormai consumando su un letto di morte.
Intorno a lui ronzano personaggi indegni già nel nome: dall’astuto servo Mosca (personaggio che nasce al maschile, ma in questo caso interpretato con fenomenale versatilità da Francesca Bianco), all’avvocato Voltore (allusione all’avvoltoio, ne veste i panni con coerenza perfetta, mimetica e cromatica Roberto Tesconi), all’improvvido contabile Corvino (il più spregevole di tutti, perché privo di limiti etici, personaggio che si vale della grande professionalità di Fabrizio Bordignon) fino all’anziano Corbaccio (lo ha interpretato nella serata di ieri, in veste di sostituto, il bravissimo Paolo Perinelli, al quale va una menzione speciale per esser riuscito –si suppone in brevissimo tempo- a non far rimpiangere il collaudato interprete Tonino Tosto, colto da indisposizione)
L’inganno ordito da Volpone con la complicità di Mosca suscita gli appetiti in particolare di tre concittadini, accendendo tra loro una competizione per assicurarsene l’eredità. C’è Corbaccio che, nella speranza di ereditare presto le sostanze di Volpone, si convince a diseredare suo figlio (l’irreprensibile Capitano di fregata Bonario interpretato con ricorrenti ed efficaci effetti comici da Germano Rubbi). C’è Corvino che sollecita la timorata, ma seducente moglie Immacolata (Gabriella Casali, l’effetto comico-provocante della sua andata via attirava risate- e non solo- dalla platea) a lasciarsi sedurre da Volpone cercando di orientare a proprio favore le estreme volontà di costui. Infine l’avvocato Voltore che metterà a disposizione i propri uffici difensivi in Tribunale in favore di Volpone, per difenderlo dall’accusa di violenza, in nome della stessa promessa di ricchezza.
Al terzetto di aspiranti eredi si aggiunge anche Allegra, squillo più in vista della città (deliziosa Francesca Buttarazzi nel vestirne –si fa per dire- i panni generosamente scollacciati) che, dovendo rinunciare alla sua professione per intervenuto “incidente sul lavoro”, spera di sposare Volpone e sistemarsi con la sua ricchezza. Auspicabilmente da vedova.
Siccome è evidente che siamo dalle parti della commedia plautina, arricchita dal vortice di beffe, profilate sui modelli del Decamerone o de I racconti di Canterbury, va da sé che nessuno di loro realizzerà il proprio obiettivo. Inclusa la fedele complice Mosca, che pur cercando di emulare il maestro nell’arte dell’inganno, non riuscirà a superarlo.
La Compagnia è in perfetta sintonia e le trovate divertenti trovano tutti puntuali ad agirle (da segnalare, perché non sfugga, la performance divertente del Capitano della Polizia, interpretato da Giuseppe Cattani). Quindi un plauso alla regia di Carlo Emilio Lerici per la perfetta, costante, tenuta comico-grottesca dell’insieme.
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Volpone di Ben Jonson – Regia di Carlo Emilio Lerici – con Edoardo Siravo e Francesca Bianco e con (in ordine alfabetico) Marco Bonetti, Fabrizio Bordignon, Francesca Buttarazzi, Gabriella Casali, Giuseppe Cattani, Alessandro Laprovitera, Germano Rubbi, Alessandra Santilli, Susy Sergiacomo, Roberto Tesconi, Tonino Tosto (Paolo Perinelli), Mariano Viggiano – Musiche Francesco Verdinelli – Costumi Annalisa Di Piero – Scenografia Marilena Maddonni – Costruzioni scenografiche di Diego e Simone Caccavallo presso Officine Teatro Belli – Teatro Arcobaleno dal 10 al 19 gennaio 2025