RomAmor: un palindromo verbo-visivo

Tutto l’amoR di Gabriele Basilico declinato nelle opere esposte a Palazzo Altemps.

L’omaggio che i curatori Matteo Balduzzi e Giovanna Calvenzi hanno reso alla figura di Gabriele Basilico, scomparso nel 2013, per gli ottanta anni dalla sua nascita, si può e si deve ammirare nella magnifica mostra intitolata Gabriele Basilico. Roma, allestita presso il Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps di Roma.

Gabriele Basilico – Roma

Sono presentate al pubblico cinquantadue fotografie in bianco e nero e quattro a colori – la sequenza sul Tevere che chiude idealmente il percorso espositivo – realizzate con tecnica analogica da Gabriele Basilico nel periodo compreso tra il 1985 e il 2007. Queste immagini, che rappresentano una selezione significativa del lavoro dell’artista, sono affiancate da oltre duecentocinquanta provini originali provenienti dal suo archivio personale. L’inclusione di questi materiali, generalmente destinati a rimanere dietro le quinte del processo creativo, offre un’opportunità unica di entrare nel laboratorio visivo del fotografo e comprendere meglio il suo metodo di lavoro.

I provini, segnati da cerchi o “X”, sono strumenti fondamentali per chi, come Basilico, ha lavorato in analogico. Questi segni, apparentemente semplici, raccontano un complesso percorso decisionale: ogni tratto indica un’immagine selezionata, scartata o considerata per ulteriori sviluppi. Attraverso questa documentazione, si può quasi seguire il dialogo silenzioso dell’artista con il proprio sguardo e con la realtà urbana che osserva, cogliendo le sfumature del suo approccio riflessivo e analitico.

Eccolo lì Basilico, in piedi di fronte a prospettive urbane, immerso nelle lunghe e pazienti attese che la fotografia analogica richiede. Questo processo lo costringe a confrontarsi con i limiti materiali e temporali del mezzo: il numero finito di scatti nei rullini, la necessità di scegliere con attenzione quale immagine catturare e, successivamente, il tempo dedicato a studiare i provini a contatto. Ogni fotografia nasceva da una sequenza di scelte ponderate

Le opere esposte testimoniano un’indagine visiva profonda e articolata che Basilico ha condotto sulla città di Roma. Non si tratta semplicemente di una documentazione fotografica, ma di un vero e proprio studio sulla complessità del paesaggio urbano. Le immagini svelano i temi ricorrenti della sua poetica: la stratificazione di epoche e stili architettonici, la coesistenza di elementi eterogenei che convivono nella città, il dialogo costante tra la classicità del passato e le espressioni della modernità. Questa dialettica si estende anche al rapporto tra le emergenze monumentali, che dominano l’orizzonte cittadino, e il tessuto edilizio ordinario, spesso relegato a sfondo ma altrettanto significativo per comprendere la realtà urbana. Il rigore del bianco e nero, una scelta stilistica che Basilico padroneggia con straordinaria maestria, diventa uno strumento di analisi: separa nettamente le sopravvivenze dell’antico dalle forme più recenti, ma senza mai creare una gerarchia rigida tra le due. Ogni elemento, che sia un frammento di un edificio storico o un’opera architettonica contemporanea, viene osservato e valorizzato nella sua specificità. Questo sguardo permette di restituire alla città una chiarezza e una profondità spesso offuscate dall’abitudine quotidiana di chi la vive.

Le fotografie di Basilico offrono al pubblico una nuova prospettiva: spazi e volumi che sembravano fusi in un insieme indistinto riacquistano forma e significato, rivelando il fragile equilibrio tra pieni e vuoti, luce e ombra, ordine e caos. È un invito a osservare la città con occhi diversi, ad apprezzare il gioco sottile delle relazioni tra gli elementi che la compongono e a riflettere su come il nostro sguardo quotidiano influenzi il modo in cui percepiamo il luogo in cui viviamo.

In definitiva, questa esposizione non si limita a celebrare il lavoro di un grande maestro della fotografia, ma diventa anche un’occasione per interrogarsi sul nostro rapporto con lo spazio urbano, sulla memoria collettiva e sulla capacità dell’immagine di restituire significati nuovi e inesplorati al paesaggio che ci circonda.

Gabriele Basilico – Roma

Ora, quando si passerà davanti ai monumenti, alle architetture moderne che abbiamo imparato a vedere attraverso l’occhio fotografico di Gabriele Basilico, non rimane che fermarsi e riscoprire il patrimonio artistico e l’evoluzione urbana che la capitale narra, nei tempi lunghi di una immagine analogica.

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Gabriele Basilico a cura di Matteo Balduzzi e Giovanna Calvenzi  – Catalogo Electa – Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps a Roma   Dal 12 dicembre 2024 fino al 23 febbraio 2025

Foto di ©Grazia Menna

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