Il Campiello: Soggetti Smarriti e la tradizione

Limiti e meraviglie di un nuovo teatro goldoniano

La grande sfida di portare in scena uno dei testi più noti di Carlo Goldoni nel 2024 rimane sempre la stessa: trovare un equilibrio precario tra la fedeltà al testo originale e la necessità di renderlo pronto ad affrontare un pubblico contemporaneo. Per risolvere la faccenda, Soggetti Smarriti ha scelto di giocare la sua partita sul terreno della tradizione, offrendo una rappresentazione che omaggia i capisaldi del teatro goldoniano senza cercare di stravolgerli.

Per tutta la sua durata, lo spettacolo si muove lungo i binari sicuri della tradizione: il microcosmo del campiello, con le sue dinamiche comunitarie, i giochi di ruolo e le tensioni tra generazioni, prende vita con chiarezza e coerenza. È un approccio che da un lato coccola lo spettatore abituato alla commedia goldoniana, ma dall’altro rischi di lasciare un senso di staticità a chi si aspetta un punto di vista nuovo o una maggiore attualizzazione.

È indubbio che la vera forza dello spettacolo risieda nelle interpretazioni. Gasparina emerge come il personaggio complesso che ricordiamo: vivace, credibile, in bilico su un filo tra il sogno e il pragmatismo. O ancora, il Zorzetto porta un’energia giovanile che anima la scena, rendendo ogni sua entrata un momento di freschezza. Donna Catte e Donna Pasqua, poi, con la loro comicità misurata riescono a essere irresistibili senza scivolare nella caricatura. In loro, il teatro goldoniano trova la sua espressione migliore, capace di divertire e intrattenere senza perdere di vista il realismo.

Come si sarà intuito, il rispetto quasi reverenziale per il testo di partenza rappresenta sia un punto di forza che un limite. Goldoni è un autore che offre infinite possibilità per esplorare il presente, ma questa versione di Il Campiello rimane ancorata a uno stile che, pur impeccabile, sembra talvolta distante dal nostro tempo. Un lavoro di adattamento più coraggioso avrebbe potuto rendere lo spettacolo più immediato, forse anche più tagliente e certamente più attuale.

Nonostante queste ultime considerazioni, la regia dimostra una solida comprensione del testo e un’ottima gestione del ritmo, mantenendo viva l’attenzione del pubblico fino alla fine. Scene e costumi, pur semplici, riescono a evocare con efficacia l’atmosfera del campiello veneziano.

In definitiva, Il Campiello di Soggetti Smarriti si conferma come una rilettura rispettosa di un classico del teatro italiano. Pur senza slanci innovativi, è una rappresentazione capace di far riscoprire la magia di Goldoni, grazie soprattutto alla bravura degli attori e alla cura della messa in scena. Un classico rispettato.

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Il Campiello di Carlo Goldoni – Regia ed adattamento scenico: Maria Rosa Maniscalco – Con: Angelica Conzon, Gino Trevisiol, Giada Giulia Bettiol, Alessandro Tognetti, Giacomo Bardini, Natasha Bernardo, Maria Rosa Maniscalco, Manuel Dovesi, Nicola Nardi, Franco Favero, Pasquale Dota, Alberto Dalla Tor, Alduina Lunetti, Zeno Bissoli, Francesco Busolin – Teatro ai Colli di Padova 19 e 20 dicembre 2024

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