Zelda: un viaggio intimo tra follia e passione

Giorgia Cerruti incanta in un monologo magnetico che esplora i ricordi, l’amore tormentato e la fragilità di Zelda Sayre Fitzgerald.

Dal 4 al 6 dicembre 2024 è tornato in scena ZeldaVita e Morte di Zelda Fitzgerald, iconico monologo della Piccola Compagnia della Magnolia, che vede in scena Giorgia Cerruti. Nato nel 2014 e ispirato al romanzo autobiografico Lasciami l’ultimo valzer, scritto da Zelda Sayre Fitzgerald nel 1932, anno in cui fu ricoverata al Johns Hopkins Hospital di Baltimora per schizofrenia, lo spettacolo accompagna da dieci anni – compiuti da poco – il prolifico percorso artistico di Giorgia Cerruti e Davide Giglio. Questo ritorno in scena, dopo quasi due anni senza un incremento di nuove repliche, è stato ospitato negli spazi raccolti della giovane compagnia Pappagalli in trappola, che, oltre a creare produzioni originali, si propone di offrire – entro i limiti di una piccola realtà – una programmazione teatrale variegata e stimolante per il quartiere del capoluogo piemontese di Parella.

Accedendo allo spazio teatrale, ci si immerge immediatamente in un’atmosfera ctonia: il luogo più intimo e nascosto di Zelda Sayre Fitzgerald. Un letto dalla struttura ferrea, con la vernice oramai ingiallita e puntinata qua e là da macchie di ruggine, accoglie il corpo di Zelda (Giorgia Cerruti). Una figura illuminata da una luce rosata, avvolta in seta color rosa antico e merletti, immersa in un sonno che porta alla luce i suoi ricordi: anditi di una vita rifulgente e disperata. Ricordi che  pervadono i sensi dello spettatore per tutta la durata dello spettacolo, insieme a un intenso profumo di rose.

Giorgia Cerruti, ph. Fabrizio Mastromonaco

La luce si affievolisce, e quando la scena viene avvolta completamente dal buio, l’attrice pronuncia le prime battute con una voce innaturalmente rauca e graffiata. Nel mentre che le sue parole si avvicendano lo spazio si illumina nuovamente della stessa luce rosata che era accesa quando  il pubblico prendeva posto. Tuttavia, il vero inizio è segnato dal suono di un campanello: il pensiero non può che immediatamente correre presso un’immagine di morte, al suono squillante e costante del campanello utilizzato durante il trasporto del viatico presso gli infermi vicini ai loro ultimi istanti di vita. È dunque un’immagine di “Fine”, da cui tutta la pièce prende avvio. La luce rosa inizia a pulsare e i ricordi di Zelda si affastellano, gentili ma allo stesso tempo lacerati dal rimorso, dalla rabbia e dall’amore per Francis Scott Fitzgerald.

Giorgia Cerruti evoca, attraverso le parole, una vita trascorsa e il suo corpo non tralascia in alcun modo di partecipare alla narrazione. Le sue mani si muovono febbrilmente sotto il lenzuolo, portando alla riemersione riviste, volumi, lettere e piccoli ritagli di carta sui quali scrive frenetiche parole rivolte a Francis. Sotto il continuo pulsare della luce, emergono una fiaschetta di vetro da cui sorseggia, una borsetta, un pettine e, soprattutto, l’anello regalatole da Francis all’età di 18 anni. Oggetto dopo oggetto riaffiorano dalle viscere di quel letto-vascello in cui Zelda è confinata, ma attraverso il quale si dirige verso mondi altri,  ricordi di ribellione, momenti condivisi con il suo “Grande Gatsby”, e, sopra ogni cosa, il suo amore tormentoso e tormentato. Ogni oggetto deflagra sulla scena, spargendola di detriti che altro non sono che frammenti di una vita segnata dal desiderio e dalla passione, dalle luci spasmodiche della ribalta e dal declino rovinoso.

Giorgia Cerruti

Giorgia Cerruti, con una recitazione intensa e carica di trasporto, avvolge lo spettatore nel velo della follia e delle passioni: mostra distesa sul materasso gli umori iracondi, frenetici  e pieni di ardore di Zelda. Tutto si svolge in pochi metri quadrati, dove il pubblico condivide l’intimità della scena, catturato dagli occhi ammalianti, seducenti e commossi della protagonista. Zelda è un monologo che lascia senza fiato, travolgendo l’audience con un intenso magnetismo.

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ZeldaVita e Morte di Zelda Fitzgerald – Uno spettacolo di Piccola Compagnia della Magnolia – Progetto Bio_Grafie – Regia di Giorgia Cerruti e Davide Giglio – Con Giorgia Cerruti – Dal romanzo di Zelda Sayre Fitzgerald, Lasciami l’ultimo valzer. Bollati Boringhieri, Torino, 2024 – Pappagalli in trappola, Torino 4-6 dicembre 2024

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