Storia di amicizia e eutanasia ne “La stanza accanto” da ieri nelle sale italiane
La notizia che arriva dalla 5° edizione delle Giornate professionali del cinema è’ che C’è ancora domani, il film più visto nei cinema dagli italiani, si è aggiudicato anche il biglietto d’oro attribuito dall’Anec, l’Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici ai film più visti dal pubblico nella stagione 2024. Un premio prestigioso assegnato anche a Parthenope di Paolo Sorrentino che a Sorrento ha annunciato il suo prossimo film, una storia d’amore con Tony Servillo le cui riprese inizieranno in primavera.
E a proposito di sale, è arrivato finalmente La stanza accanto di Pedro Almodovar, 75 anni e due premi Oscar. Nel 1999 per Tutto su mia madre e nel 2003 per la sceneggiatura di Parla con lei. Protagoniste due grandi star per un film capolavoro che correrà per l’Oscar europeo (EFA) e che nello scorso settembre ha conquistato alla Mostra del cinema di Venezia il Leone d’oro.
La stanza accanto è il primo film girato interamente in inglese dal regista spagnolo interpretato da due attrici straordinarie come Tilda Swinton e Julienne Moore e affronta il delicato tema (e le inevitabili polemiche sul fine vita) dell’eutanasia legata alla battaglia contro un tumore da parte Martha, ex corrispondente di guerra (Tilda Swinton) tornata a New York per presentare il suo ultimo libro e della sua vecchia amica Ingrid (Julienne Moore), scrittrice di successo che non vede da anni informata della malattia da una comune conoscente. Ingrid decide di andare a trovare Martha mentre si sta sottoponendo a una terapia sperimentale in ospedale riaccendendo così la fiamma dei ricordi di un’antica amicizia. Un tentativo che si rivelerà purtroppo fallimentare costringendo Martha a confidare a all’amica la volontà di non insistere con le cure e mettere così fine ai suoi giorni.
Ed è qui che gli “artigli” di un regista sensibile, aiutato da due donne e attrici superlative, graffia il cuore dello spettatore tra sentimenti, dolori, solitudini e quelle debolezze umane che spesso solo per codardia ignoriamo, dove la morte e il proprio lascito su questa Terra tornano fondamentali e centrali nella poetica di Almodovar. Ingrid accetta di assisterla fino all’ultimo traferendosi con Martha in una villetta sperduta nei boschi in campagna, fino al giorno prescelto per prendere una pillola che le toglierà la vita e che Ingrid scoprirà solo attraverso la porta della stanza accanto chiusa.
Ispirato al romanzo di Sigfrid Nunez Attraverso la vita, edito in Italia da Garzanti, il film di Almodovar è assai lontano dalla retorica e dal melodramma. Un film che non esalta mai la morte o il suicidio ma che al contrario celebra la ricchezza e l’imprevedibilità della vita e illumina lo spettatore attraverso i dialoghi, i ricordi, le avventure e i contrasti delle due amiche di liceo che si ritrovano malgrado la corsa a ostacoli della vita e rapite dalle loro professioni a condividere momenti bellissimi; da quando si ritrovano a rivedere vecchi film muti di Buster Keaton o Viaggio Italia di Rossellini, protagoniste aldilà dello schermo di un’armonia, di una complicità e di una vitalità che vince e stravince sulla morte.
Un gran film che ci farà digerire l’amarezza dovuta alla nuova stretta che colpisce tutti i cronisti con lo stop che secondo alcune anticipazioni vorrebbe il governo al lavoro su un decreto legislativo che potrebbe approdare in Cdm il 9 dicembre e che punterebbe a estendere ulteriormente il divieto di pubblicazione degli atti di indagine, incluse varie misure coercitive che metterebbero a serio rischio l’informazione!!!