Cyrano de Bergerac, il cantore-spadaccino epico per eccellenza

Intervista al regista e protagonista della celebre commedia di Rostand, Matteo Fasanella

Dopo il successo delle passate stagioni che hanno raccolto oltre 2000 spettatori, dal 13 al 17 Novembre 2024 la DarkSide LabTheatre Company porterà in scena al Cometa Off di Roma in versi originali Cyrano de Bergerac, il capolavoro di Edmond Rostand, con l’adattamento e la regia di Matteo Fasanella, interpretato da Matteo Fasanella nel ruolo di Cyrano De Bergerac Virna Zorzan nel ruolo di Maddalena Robin, detta Rossana

Matteo Fasanella

Il personaggio di Cristiano di Neuvillette sarà interpretato da Alessio Giusto, mentre Lorenzo Martinelli vestirà i panni del Conte De Guiche e Nicolò Berti quelli di Le Bret.

Cyrano è un cavallo di battaglia che ha attraversato teatri, cinema, salotti letterari ed è stato anche cantato in musica, lo vogliamo scoprire attraverso la voce del Regista e suo principale interprete, Matteo Fasanella.

Cosa significa oggi parlare d’amore romantico in una società dove, parafrasando Eugene Ionesco, “Dio è morto, Marx pure e l’Amore non se la cava poi troppo bene”?

Cyrano è molto più di una storia d’amore romantico. È una storia d’amicizia, di valori, di eroismo. Di poesia, di sentimenti umani a tutto tondo. L’immaginario comune condensa tutta la vicenda in un naso e in un balcone. È chiaro che ne siano il cuore, ma c’è molto di più e il nostro spettacolo non dimentica nulla. Poi non saprei quanto sia vero che l’amore non se la cava così bene oggi. Forse è l’unica cosa che riesce a tenerci ancora in piedi come specie. 

Il mondo contemporaneo non ha ucciso solo l’amore, ma anche molto altro, con quale “coraggio” Matteo porti in scena un personaggio così fuori dal nostro tempo?

Con il coraggio che viene dal teatro stesso. E dall’idea che, se è vero come dici che questo mondo stia uccidendo l’amore, è da stupidi rassegnarsi a quest’idea. Sarebbe come rinunciare al nostro stesso essere umani.

La Poesia sopravvive a malapena nel mondo occidentale e solo raramente la possiamo godere in versi, cosa ti ha condotto a scegliere di portare in scena la versione originale dei versi?

Il verso è musica, ritmo, disciplina assoluta. Affidarsi al verso significa respirare insieme alla storia. Il nostro lavoro mira a assottigliare il più possibile la distanza tra il verso e l’orecchio dello spettatore, rendendo la fruibilità del testo agile e godibile, senza cedere a semplicistiche attualizzazioni. 

Come ti sei orientato per la trasposizione teatrale del testo che Rostand aveva dedicato alla figura storica di Savinien Cyrano de Bergerac, uno dei più estrosi scrittori del seicento francese?

Un testo come quello di Rostand, nella sua grandezza, rischierebbe di essere irrappresentabile oggi, per lunghezza, mole di personaggi, ambientazioni. Il mio adattamento condensa la vicenda e tutte le sue sfumature nell’unico respiro di soli 5 personaggi. In punto di morte, Cyrano rivive tutta la sua epopea, fino all’ultima battaglia, fino all’ultimo fiato. 

Prima ancora di affrontare il personaggio, come hai pensato la Regia dello spettacolo?

La regia valorizza gli attori e il verso, con un utilizzo specifico e suggestivo del disegno luci e delle musiche. Portiamo in scena questo testo da oltre 8 anni ed è bellissimo sentire come, nella stessa struttura registica essenziale e rarefatta, il testo si muova con energia sempre nuova e rinnovi la propria potenza.

Cyrano lo abbiamo amato tutti, nonostante il suo naso, che significato simbolico possiede questa maschera che il coraggioso spadaccino innamorato si porta sempre appresso?

Io credo che tutti amino Cyrano proprio per il suo Naso!! Che è ciò che lo rende umano, ci permette di empatizzare con lui, di abbracciare il suo dolore e la sua passione. Come dice lui stesso, il gran naso è l’indizio della sua bontà, del suo coraggio, del suo spirito. Facile essere dei vincenti con un bel nasino in faccia. 

Ha più valore nel dipanarsi della vicenda il suo eroico amore per Rossana o il senso profondo di amicizia che lo lega al bel Cristiano?

Credo che più che l’amore per Rossana, ad essere eroica è la sua amicizia con Cristiano. Lo splendore di questa storia sta nell’intreccio fatale tra i due sentimenti. La scrittura e il verso ci fanno innamorare di tutti e tre i personaggi, soffrire in modo diverso per e con tutti e tre. 

Il rispetto per la Donna che traspare dal Dramma può essere un messaggio da veicolare al pubblico?

I grandi testi sono sempre pieni di messaggi da veicolare al pubblico. Non ritengo sia però compito dell’artista che li sceglie calcare la mano su questi messaggi. Soprattutto se l’intenzione è quella di strumentalizzarli per evidenziare denunce di natura sociale o sociologica. Non sono quel tipo di Artista e non voglio esserlo.

Hai apprezzato e messo in risalto più l’aspetto drammatico della vicenda o ti sei abbandonato specialmente ai momenti comici?

Questo testo potrebbe essere definito brillante, drammatico, poetico, lirico, persino grottesco anche. Ma farei fatica a definirlo un testo che fa della comicità il suo tratto distintivo. Forse solo il grande e compianto Gigi Proietti è riuscito a renderlo fortemente comico in alcuni momenti della sua edizione degli anni ‘80. Ma stiamo parlando di un  unicum, di un uomo che volendo riusciva a rendere comica anche una veglia funebre.

Ti è piaciuto di più vestire i panni di un uomo quasi perfetto come Cyrano o hai preferito entrare nella logica e nel coinvolgimento emotivo del suo creatore?

Ritengo Cyrano l’incontro artistico della mia vita. E sono, ad ogni prova e ogni replica, fiero orgoglioso e commosso per la fortuna che ho avuto di poterlo visitare ed esplorare. Interpretarlo è un compito arduo che mi responsabilizza ogni giorno di più. A mio avviso Cyrano, per un attore, è uno di quei pochissimi ruoli che necessità di una vera “chiamata”.  Curarne adattamento e regia è stato più semplice, sta tutto nel testo, tutto nei versi, bisogna solo saperlo leggere. E fidarsi. E affidarsi. E non strumentalizzarlo. E non destrutturarlo. E non tradirlo. E non pensare che vada svecchiato. E non offenderlo. E non mortificarlo. In effetti vanno fatte un sacco di cose. 

Invita uno spettatore qualsiasi e spiegagli perché dovrebbe conoscere quest’opera di Rostand e perché proprio la tua interpretazione.

Mi piace pensare che ci sia un prima e un dopo Cyrano, nella vita. Se qualcuno ancora non conosce quest’opera, lo invidio! Perché può godersela per la prima volta. Chi già la conosce, magari per sentito dire, rinnoverà il suo amore con noi. 

Matteo Fasanella

Quest’anno porterai in scena qualche altro spettacolo?
Assolutamente sì.  Con la mia compagnia, la Darkside LabTheatre Company, abbiamo debuttato a ottobre con un nuovo lavoro, Cento Lire. Dal 19 febbraio al 2 marzo al Teatrosophia riporteremo in scena un altro spettacolo del nostro repertorio, Giovanna Dark, sulla figura misteriosa e affascinante di Giovanna D’Arco. Torneremo poi dal 19 al 23 marzo al CometaOff con DarkMoon, la produzione 2023 su un inedito Giacomo Leopardi.

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