Un dilaniante, commovente e artistico ritratto dell’Ucraina invasa e distrutta nei suoi edifici e nei suoi abitanti.
La giornalista reporter di guerra Francesca Mannocchi invade l’immaginario del pubblico con un documentario potentissimo sulla guerra in Ucraina. Niente rispetto a quello che siamo abituati a vedere in video e telegiornali. Questo è il miglior riassunto di una tragedia annunciata.
L’intro di Lirica Ucraina non poteva che iniziare con le vittime più innocenti di tutto questo dramma chiamato “operazione speciale ucraina”: i bambini. Un bimbo a torso nudo scala cumuli di macerie della sua casa. Siamo abituati a vedere militari, vigili o volontari nelle operazioni di soccorso. Ma vedere un bambino giocare con un frammento di bomba e parlare come un veterano di guerra, ci fa capire che quello che noi giudichiamo bambino, in realtà non lo è. Bambino non si è all’anagrafe, lo si è nel vissuto. A questi giovanissimi adulti è stata sottratta l’infanzia attraverso il più violento dei sistemi.
Se dovessimo ipoteticamente spacchettare il film di Mannocchi dovremmo farlo in base ai protagonisti. I bambini, le donne, gli anziani, i soldati. La questione infantile è talmente dilaniante da risultare oscurata ogni altra forma di sentimento. Pullman di creaturine disperate, infagottate e stipate come pacchi alimentari, lasciano i loro familiari per essere messi al sicuro; Finestrini di auto coperti da scritte “children” onde evitare (talvolta inutilmente) attacchi di soldati e carri armati; corpicini abbandonati su strada, bianchi in viso, senza possibilità di esser seppelliti.
L’altra macrocategoria più colpita dalle bombe è quella degli anziani, che in Ucraina sono 10 milioni su 41 della popolazione totale. Delle donne anziane soprattutto. La legge della guerra riporta in auge la selezione naturale che estingue i fisici più deboli. Un quarto dei cittadini è costretto a mettersi al sicuro, essere trasportato in barella, in spalla, in braccio e comunque si possa perché i ponti sono saltati.
Quello di Mannocchi è un racconto del fronte, ma del fronte vero a ridosso delle granate, sopra i carri armati ucraini, a pochi metri dai colpi sparati dai tank russi. Lirica Ucraina è il manifesto di un giornalismo coraggioso, proiettato al racconto della verità e testimonianza del dolore della guerra. Senza considerare l’artisticità da Pulitzer, la giornalista ha prodotto una vera e propria poetica di un paese devastato e aggrappato alla speranza di un mondo migliore
Francesca Mannocchi si candida a principale erede di Oriana Fallaci grazie a questa pellicola che a tutti gli effetti può definirsi lirica.
Distribuzione. Fandango. Paese. Italia. Regia. Francesca Mannocchi.