Al Romaeuropa Festival torna la giovane coreografa Leila Ka. Sul palco del Teatro Vascello la sua prima opera corale, “Maldonne”.
Nel corso della vita ci sono appuntamenti che diventano quasi rituali; impossibili da disattendere. È questo il caso della coreografa Leila Ka, che torna sulle scene italiane per la trentanovesima edizione del Romaeuropa Festival. Dopo aver conquistato il panorama coreutico e performativo contemporaneo con il suo stile unico, la giovane coreografa prosegue la sua ricerca gestuale e corporea, questa volta con un’opera corale: Maldonne.
Il sipario si apre su una scena spoglia dove l’impianto illuminotecnico ridotto all’essenziale – dominato da pochi spotlight – mette in risalto cinque figure femminili. Su un’assente partitura musicale le danzatrici iniziano a tracciare una partitura microgestuale, aumentandone gradualmente l’intensità fino a far emergere il ritmo del loro respiro affannoso. Una condizione di fatica, che gradualmente, avvolge anche lo spettatore trasmettendo una sensazione crescente di oppressione, quasi di soffocamento. Si percepisce l’attesa di una rottura imminente. Da lì, il buio. L’atto di ribellione è sul punto di esplodere.
Così, in un caleidoscopico gioco di colori ed emozioni dirompenti, la donna svela i suoi mille volti; le molteplici vesti che indossa; che può e sceglie di indossare (come può anche decidere di spogliarsene). Perché è proprio nel momento in cui ci si illude che quell’abito la definisca, che si manifesta il maldonne; lo sbaglio. Ed ecco che la donna, camaleontica, si spoglia di un altro dei suoi sostrati.
Sulle note di Shostakovich e a ritmo di Lara Fabian; tra musica elettronica, classica e varietà, la pièce si muove in un flusso continuo di intensità dicotomiche. I movimenti si fanno ripetitivi, in un gioco continuo di piani, e la gestualità teatrale – figlia della tradizione di Pina Bausch – delinea con precisione il mondo femminile: nella sua sessualità, psiche, fragilità e dolore; attraversando la storia e la società di ieri e di oggi. La drammaturgia di Leila Ka si configura, pertanto, come un’ode al femminile: un processo di vestizione e svestizione, che attraversa le molteplici identità della donna per giungere, nell’atto finale, a una figura spogliata da ogni sostrato; libera da etichette e identificazioni. Solo Donna, nella sua essenza più pura.
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Maldonne. Coreografia, Leila Ka. Interpreti, Jennifer Dubreuil Houthemann, Jane Fournier Dumet, Leila Ka, Zoe Lakhnati, Jade Logmo.Assistente alla coreografia, Jane Fournier Dumet. Creazione luci, Laurent Fallot.Regia luci, Laurent Fallot o Clara Coll Bigot. Regia suono, Rodrig De Sa o Manon Garnier. Romaeuropa Festival – Teatro Vascello, 22 e 23 ottobre 2024.