Mentre a Roma è stato presentato il nuovo film di Cristina Comencini a Trieste, il Festival Festival Ibero Latino-Americano premia il regista greco.
Alla Festa del Cinema di Roma è stata la domenica de Il treno dei bambini, un bel film diretto da Cristina Comencini e interpretato da Stefano Accorsi insieme a Barbara Ronchi, Serena Rossi e Christian Cervone. Una storia struggente ambientata nel 1946 nella Napoli post bellica , una storia amara ma anche di speranza, coraggio e amore come quella di Amerigo; per salvarlo dalla denutrizione, la madre accetta di imbarcare il bambino in un treno diretto verso il nord in cerca di un futuro migliore accolto dall’affetto di Derna, una giovane donna che si occuperà di lui. Gli serviranno molti anni per capire che chi ti ama davvero non ti trattiene ma ti lascia andare. Un bel film!!!
Continuando a parlare di cinema ci spostiamo da Roma a Trieste per un incontro importante per il sottoscritto e per il giornale che mi ospita ma soprattutto per tutti quelli che amano il cinema perché si è appena conclusa la 39a edizione del Festival Ibero Latino-Americano diretta da Rodrigo Diaz. Vetrina unica in Europa dedicata alla cinematografia di quel grande continente che è il Sud America con film provenienti dall’Argentina, dal Brasile, dal Messico, dal Perù e perfino da Cuba, tutti legati alla storia stessa del cinematografo. Quest’anno la giuria ha premiato come miglior film l’argentino Adulto” di Mariano Gonzalesche si aggiudica anche il premio per la regia con la storia che segna ed evidenzia il passaggio delicato dei giovanissimi dall’adolescenza alla maturità (come il film della Comencini), in un contesto familiare degradato ed ignorato.
La piel mastenida del peruviano Joel Calero, ha ottenuto invece il premio speciale della giuria con un film che fotografa il recente passato di una società alla ricerca della propria identità. Dedicato alle coraggiose donne del Cile il premio Malvinas ad appannaggio del regista Roberto Riveiros con un film che esalta il coraggio di quelle donne affinché le loro esperienze restino un esempio di lotta e solidarietà.
Ma la vera sorpresa di questa bella edizione è stata l’attribuzione del premio alla carriera intitolato a Salvador Allende, l’eroico presidente cileno ucciso dalla dittatura militare a Costa Gravas, 91 anni portati con elegante disinvoltura, uno dei registi più prestigiosi del cinema internazionale grazie a film come Z -L’orgia del potere interpretato da Yves Montand nel ruolo del dissidente greco Grigoris Lambrakis, ucciso il 27 maggio 1963 da estremisti di destra con la complicità degli apparati del regime dei colonnelli durante un comizio politico a Salonicco. Film vincitore nel 1969 del premio della giuria al Festival di Cannes e dell’Oscar come miglior film straniero nel 1970. Ma anche di Missing – Scomparso con Jack Lemmon e una giovane Sissy Spacek, la vicenda del giornalista statunitense Charles Horman, scomparso in Cile durante il colpo di stato contro Salvador Allende, premiato nel 1983 a Cannes con la Palma d’oro e un Oscar per la sceneggiatura e Prova d’accusa del 1989 con Jessica Lange, vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino, ispirato al processo a John Demjanuk, un immigrato ucraino di Cleveland che si rivelò essere il famigerato “boia di Sobibor”, complice del massacro di 28.000 ebrei durante la Seconda guerra mondiale. Tutti film capaci di richiamare l’interesse del grande pubblico su temi di scottante attualità
Costa-Gravas ha accettato la mia richiesta di rispondere a un paio di domande grazie alla preziosa collaborazione dell’amica Francesca Mometti, coordinatrice generale del Festival di Trieste ricordandogli l’incontro alla premiere nazionale di Z al Barberini di Roma.