Alla Festa di Roma presentati The Return sull’epos omerico ed Eterno visionario di Placido mentre per Viggo premio alla carriera
Sul red carpet della Festa del Cinema di Roma, Gabriele Muccino 30 anni di carriera in parte trascorsi a Hollywood, è stato festeggiato dando vita a un simpatico siparietto con il suo amico Lorenzo Jovanotti tra gli invitati alla prima del suo film Fino alla fine, debutto del regista in un genere il thriller con la storia di una rapina a Palermo finita male. «Da ragazzo volevo fare il veterinario – ha detto Muccino – poi a 18 anni partecipai a una recita scolastica e mi svegliai come i Blus brothers quando vedono la luce».
Lo ha dedicato invece alla madre il premio alla carriera, Viggo Mortensen al suo secondo film come regista, l’attore preferito da autori come David Cronemberg, Peter Weir, Brian De Palma, Jane Campion e Ridley Scott. The dead don’t hurt, nelle sale dal 24 ottobre è dedicato alle donne forti e indipendenti che nel west americano di fine ‘800 hanno fatto la storia come Vivienne, interpretata daVicky Frieps, una grande storia d’amore al pari del film di Muccino con Elena Kampouris. E mentre sullo schermo della Festa del Cinema si confrontano con i loro film due straordinari attori come Ralph Fiennes protagonista con la sempre affascinante Juliette Binoche di The return dell’italo americano Uberto Pasolini e Fabrizio Bentivoglio, interprete de L’eterno visionario diretto da Michele Placido dove veste i panni del premio Nobel per la letteratura Luigi Prandello. Nel cast anche film Valeria Bruni Tedeschi (Marta Abba) e Ute Lemper.
The return (Il ritorno) è la rilettura emozionante dell’Odissea di Omero, interpretato dallo stesso cast de Il paziente inglese. La macchina da presa ci restituisce come fossimo presenti la forza epica della storia in un crescendo carico di pathos a cominciare dal naufragio di Ulisse sulle coste di Itaca impegnato prima nella guerra di Troia e poi nel lungo viaggio di ritorno con Penelope che non ha mai smesso di aspettarlo e che diventa custode della sua dimora-reggia a Itaca, ubbidiente anche al figlio Telemaco appena ventenne che rischia la morte per mano dei pretendenti che ambiscono al trono. Questo in sintesi il contesto storico che tutti abbiamo letto e studiato sui banchi di scuola delle immortali pagine di Omero che anche grazie alla straordinaria energia interpretativa di Ralph Fiennes ci fa scoprire nuove chiavi di lettura di quelle pagine immortali.
Fabrizio Bentivoglio invece con il bel film di Michele Placido, l’Eterno visionario, una vera chicca per tutti i grandi amanti del teatro, ci restituisce con impressionante veridicità l’identità di Luigi Pirandello, con la sua capacità di trasformare la propria sofferenza personale, le sue riflessioni sul senso della vita e dell’identità, in capolavori letterari e teatrali che dalle solfatare di famiglia nella Sicilia dell’800 giunge a Stoccolma dove verrà insignito con il Nobel attraverso i ricordi di una vita nel suo lungo viaggio in treno verso la capitale svedese. Una vita, quella di Pirandello piena di successi, eccessi, contrasti famigliari e passioni come quella nei confronti dell’attrice prediletta e da lui scoperta Marta Abba. Placido e tutto il cast si sono ispirati alla biografia di Matteo Collura Il gioco delle parti, un viaggio nelle profondità emotive di un uomo, attraverso i i contrasti con i figli, il rapporto con la moglie Antonietta Portulano, un rapporto controverso con il fascismo e il sogno di un amore assoluto. Michele Placido in questo bel film si ritaglia la parte di Saul Colin lo storico agente del drammaturgo di Girgenti, ma l’emozione è garantita da Fabrizio Bentivoglio nel ruolo di Pirandello, un genio che seppe capire la trasformazione dell’uomo, dei costumi, della società in un novecento che cambierà il mondo.
Alla Festa di Roma il cinema è anche musical come Stop making sense, un fantastico documentario girato nel 1984 da Jonathan Demme sulla saga dei Talking heads al Pantages Theatre di Hollywood. Un film che ritorna al pubblico restaurato e presentato da Jerry Harrison, storico chitarrista della band che ha annunciato lo Stop making sense tour party dal 24 ottobre partendo dall’Alcatraz di Milano e poi dall’11 novembre nei cinema.
Foto di copertina: Viggo Mortensen