Metus Noctis: Un viaggio nell’inquietudine interiore

A Teatrosophia ha debuttato la nuova drammaturgia di Roberto Russo

Entrando al Teatrosophia per assistere a Metus Noctis, si ha la sensazione di varcare la soglia di un sogno, di immergersi in un mondo altro. Non c’è sipario a separare il pubblico dal palcoscenico: gli attori sono già lì, come figure di un quadro pronte a prendere vita. La musica accoglie lo spettatore, avvolgendolo immediatamente in un’atmosfera sospesa tra sogno e timore, mentre l’angoscia si percepisce nell’aria.

Gianni De Feo e Alessandra Ferro

La trama si apre con un uomo che, svegliatosi nel cuore della notte, viene tormentato da una figura femminile, una creatura eterea, forse un fantasma, che incarna le sue paure più profonde. Ogni timore si manifesta attraverso un cambio d’abito, rappresentando le diverse sfaccettature del suo tormento interiore. La creatura lo accusa dei suoi peccati, dei mali commessi, e lui tenta di giustificarli uno per uno: l’amore non ricevuto, le occasioni mancate, l’abbandono, la povertà… Eppure, nulla può giustificare il peggiore dei mali. L’uomo uccide simbolicamente la propria coscienza, rinunciando così alla possibilità di redenzione. Come afferma lo stesso autore, Roberto Russo: “Per riscattarsi ci vuole tanto coraggio e, a volte, è più semplice scegliere il male, perché il male è banale, come dice Hannah Arendt. Scegliere il male è la manifestazione di una totale assenza di pensiero critico, che richiede energia e impegno personale“.

Metus Noctis rappresenta l’intensità di questa battaglia interiore, incarnata in modo straordinario dalla recitazione di Gianni De Feo, che riesce a trasmettere con profondità l’angoscia nascosta nelle pieghe più oscure dell’animo umano. Tutti noi portiamo dentro delle paure nascoste, tutti aspiriamo a compiere grandi gesti, ma in fondo siamo soltanto piccoli uomini in bilico su una linea sottilissima che separa il bene dal male. Cadere nella banalità del male può sembrare facile, ma non è necessariamente la fine: la redenzione è sempre possibile. Se, però, ignoriamo quella voce interiore, quella coscienza che ci parla e ci illudiamo che il male sia qualcosa di grandioso, vivremo nella paura più terrificante di tutte: quella di scoprire, sul palcoscenico della realtà, la piccolezza delle nostre azioni e il nostro nulla. Alessandra Ferro, nel ruolo della coscienza, offre un’interpretazione intensa e coinvolgente, rendendo credibile la lotta interiore del protagonista. Le musiche di Adriano D’Amico conferiscono allo spettacolo un ritmo incalzante, sostenendo i gesti e le parole. La scelta di testi sacri arricchisce la rappresentazione della coscienza, che diventa non solo espressione della nostra cultura sociale, ma anche simbolo della sacralità dell’anima, spesso ferita proprio dalla banalità del male che spinge l’uomo nei labirinti del buio interiore.

Gianni De Feo e Alessandra Ferro

Le scenografie di Roberto Rinaldi dipingono un mondo degradato ma realistico, che fa da cornice alla discesa del protagonista nell’inquietudine. Le qualità artistiche riunite in Metus Noctis rendono questo spettacolo un viaggio intenso e profondo, capace di far riflettere sugli aspetti più nascosti e fragili della nostra esistenza. 

______________________________

Metus Noctis (la paura della notte) di Roberto Russo – Regia di Gianni De Feo – Con Gianni De Feo ed Alessandra Ferro – Musiche originali di Adriano D’Amico – Scenografia Roberto Rinaldi – Costumi Gianni Sapone – Aiuto regia Sabrina Pistilli – Assistente alla regia Letizia Nicolais – Voce Magnificat Francesca Pugliese – Foto e grafica Manuela Giusto – Teatrosophia dal 17 al 20 ottobre

Foto di ©Grazia Menna