Oggi in anteprima per la stampa l’ultimo film del redivivo Muccino e un omaggio di Giovanni Veronesi ai campioni della valanga azzurra degli anni settanta
Ancora Italia alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand pubblic. Questa mattina premierè per la stampa (il film sarà presentato questa sera al pubblico) di Fino alla fine di Gabriele Muccino, assai lontano dal pathos veritiero de L’ultimo bacio, film che Muccino diresse con successo nel 2001 interpretato dai giovani Stefano Accorsi, Martina Stella e Giovanna Mezzogiorno, dove una bella storia d’amore “subiva” la paura di una indesiderata paternità e che rappresentò per Muccino il trampolino di lancio per il successo oltre oceano grazie a La ricerca della felicità con Will Smith.
Fino alla fine risente della confusione di idee e forse anche dell’inevitabile tempo che avanza con quelle che nelle intenzioni di Muccino e dei suoi sceneggiatori vorrebbe essere una travolgente storia di passione fra due giovanissimi a Palermo. Lei, bella californiana, pianista di talento in crisi esistenziale, in viaggio terapeutico in Italia con la sorella pIù grande con tappa finale a Palermo. Lui venticinquenne senza voglia di lavorare, bello e sconsiderato membro di una gang ai limiti del codice penale. Galeotti i tuffi sulla spiaggia di Mondello, seguita dalla fuga per amore dei due innamorati. coinvolti malgrado loro da eventi inaspettati causati dalla mala locale, artefice di un colpaccio su commissione a un portavalori. La bella californiana fra sesso e rock and roll viene “adottata” dalla banda trasformandosi in ventiquattr’ore con il suo amore italiano in una sorta di Bonnie and Clyde “de noantri” e con un finale che non anticipiamo per non togliervi il piacere di andare a vederlo al cinema.
L’americanina ha il volto e il fisico di Elena Kampouris, mentre il giovane “carùsu” è interpretato da Saul Nanni, quelli della gang invece sono interpretati da Lorenzo Richelmy, Enrico Inserra e Francesco Garilli. Un’ultima nota: Non fate vedere il film all’estero e soprattutto in California ai genitori ansiosi con i figli in vacanza in Italia magari in Sicilia magari a Palermo; potrebbe non essere una buona pubblicità anche se una nota del regista recita che Fino alla fine «vuole essere una riflessione sul ruolo del destino e sul passaggio dei figli all’età adulta e sul peso delle scelte». Sarà! Ma quelli della mia generazione vedevano nel 1950 Domani è troppo tardi con Anna Maria Pierangeli diretta da Léonide Moguy e nel 1956 Gioventù bruciata con James Dean con la differenza che la regia era di un certo Nicholas Ray.
Tra i film del giorno ho visto i primi due episodi della serie tv Avetrana – Qui non è Hollywood. Se a Hollywood i tour operator organizzano pulman per i turisti per vedere le ville delle star, qui le prime immagini che propone il regista Pippo Mezzapesa sono quelle del macabro rituale che spinse pletore di turisti morbosi alla ricerca dello scatto a tutti i costi del luogo fu uccisa la povera Sarah Scazzi il 26 agosto del 2010 e che spinse il sindaco di allora all’ordinanza che proibiva l’accesso di pullman nelle adiacenze delle abitazioni dei protagonisti, per tentare di arginare il fenomeno del turismo dell’orrore.
E per risollevare lo spirito chiudo con lo sport, parlandovi de La valanga azzurra, un bel docufilm che Giovanni Veronesi dedica ai campioni di sci che negli anni ‘70 e ‘80 hanno regalato all’Italia medaglie ed emozioni indimenticabili grazie soprattutto a immagini di repertorio e musiche da sballo. I loro nomi? Gustavo Thoeni, Pierino Gross, Paolo De Chiesa. Signore e signori, questa era la famosa nazionale italiana di sci che diventò il fiore all’occhiello dello sport italiano, che riuscì a generare oltre l’attenzione dei media anche un forte interesse economico senza precedenti. Eroi mai superati di quei Giochi olimpici del 1976 a Innsbruck, fra vittorie, rivalità e incidenti sulle piste e anche qualche bella storia d’amore. Che film!
Foto di copertina: Federica Pala e Giulia Perulli (Avetrana – Qui non è Hollywood)