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Atleta A: ombre e abusi nella ginnastica artistica e non solo…

Il caso del medico olimpico Larry Nassar e le ombre attorno alla USA Gymnastics

Il docufilm Atleta A apre a un tema vastissimo di abusi e violenze su atlete, per la maggior parte minorenni e di genere femminile. Questo è il caso del medico olimpico statunitense, Larry Nassar, condannato nel 2017 per abusi sessuali su centinaia di ginnaste. Un caso che sembra tutt’altro che isolato, portando a riflessioni che riguardano anche la storia italiana di questo sport. Atleta A, disponibile su Netflix da giugno 2020, torna sotto i riflettori dopo l’uscita della prima parte della docu-serie su Simone Biles. La ginnasta, protagonista di queste olimpiadi Parigi 2024, fu anche lei vittima di Nassar.

Rachael Denhollander

Larry Nassar è stato un osteopata, medico ufficiale della nazionale statunitense di ginnastica artistica dal 1996 fino al 2017, anno in cui è stato accusato di molestie sessuali su atlete, molte delle quali minorenni. Come nel famoso caso del Me Too, anche questa volta dopo le accuse di Maggie Nichols, nominata Atleta A, sono seguite tutta una serie di denunce che creerebbero un bilancio totale di almeno 256 vittime. Il conseguente processo ha condannato Nassar a un totale di 176 anni di reclusione.

In un sistema che vedeva atlete molto giovani costrette a un regime di pressioni fisiche e psicologiche da parte di allenatori e dirigenti della nazionale, Nassar si mostrava come un alleato. Dalla narrazione delle vittime emerge come quest’ultimo apparisse sempre gentile e soprattutto affidabile, guadagnandosi facilmente la fiducia di ragazzine già psicologicamente fragili. Costruitosi quindi l’immagine salvifica di amico, poteva manipolarle e abusare di loro inosservato.

La presentazione del prodotto faceva presagire che esso fosse focalizzato esclusivamente sulla figura di Nassar. Ma il docu-film non parla solo di lui. Ciò lo avrebbe reso un unicum, il famoso “mostro” tanto nominato nelle narrazioni cronachistiche dei femminicidi. Al contrario, lo scorrere dei minuti porta sullo schermo l’idea che Nassar sia stato uno dei tanti. Perché, esattamente come per l’atto estremo finale, anche nei casi di molestie e violenza è il sistema a favorirle.

Per questa ragione, il docu-film si concentra sul portare alla luce il carattere disfunzionale dell’intero sistema, in questo caso focalizzato sulla USA Gymnastics. Ciò che emerge dall’analisi delle atrocità commesse da questo individuo è la possibilità dello stesso di esercitarle indisturbato, restando protetto da accuse e denunce dagli stessi responsabili al vertice. Arrivati a questo punto, è chiaro come le responsabilità dei crimini commessi si espandano a macchia d’olio.

Atleta A, dall’impostazione tipica della piattaforma di distribuzione più popolare, ricorda tanti altri prodotti su cui la stessa sta investendo particolarmente. Ad esempio, la narrazione del caso del plurimiliardario Jeffrey Epstein. La docu-serie su quest’ultimo analizza una macabra storia di abusi sessuali e traffico internazionale di minorenni. Se, conclusasi la visione di tutte e quattro le puntate, si riesce ad arrivare al nocciolo della questione, sviscerando quasi totalmente la vicenda, al termine di Atleta A si ha la sensazione di aver solo toccato la punta dell’iceberg.

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Non solo Larry Nassar, non solo la USA Gymnastics, non solo la ginnastica artistica. Con Atleta A si porta alla luce il regime abusante e corrotto proprio di tutti gli sport agonistici. Se si è giovani e di genere femminile poi, purtroppo, la concretrizzazione di molti pericoli, nella maggior parte dei casi, raddoppia. Tornando alla ginnastica artistica invece, non serve andare oltreoceano per sentire avvenimenti di questo tipo. Risale al 2022 infatti, la denuncia della ginnasta olimpica italiana Carlotta Ferlito. Ma forse, per conoscere meglio vicende del genere nel nostro paese dovrà passare altro tempo e soprattutto voglia di investire davvero sul combattere un sistema sbagliato.

Atleta A – Regia di Bonni Cohen e Jon Shenk – distribuito da Netflix dal 24 giugno.

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