A Villa Ada Festival, il pubblico romano riabbraccia l’attrice romana che presenta il suo nuovo spettacolo “Liberidì Liberidà”
In un’afosa serata romana lo scorso 30 luglio, una Sabina Guzzanti in forma smagliante non ha tradito le aspettative del numeroso pubblico presente alla rassegna Villa Ada Festival 2024.
La Guzzanti, che avevamo lasciata con alcune partecipazioni televisive nell’ambito della trasmissione Propaganda Live di Diego Bianchi per LA7 , torna nell’arena estiva di Villa Ada proponendo il suo monologo che ha debuttato il 30 giugno di quest’anno nell’ambito del Festival della Reciprocità svoltosi nel Castello di San Giorgio Canavese (TO).
Liberidì, Liberidà è uno spettacolo nel quale l’artista romana, mescolando ironia, satira, sarcasmo e critica sociale, invita gli spettatori a riflettere sul significato della libertà, in un’epoca dominata dai grandi cambiamenti e da profonde incertezze. Ella si finge essere un’inascoltata «[…] mediatrice culturale per la riduzione del danno..» e questo ruolo di mediazione lo esercita, attraverso un colloquio immaginario tenuto sia con Giorgia Meloni, quanto con Elly Schlein alle quali la Guzzanti non fa di certo sconti, mettendo in evidenza incongruenze concettuali da una parte e lessicali dall’altra.
Gli argomenti cardine sul quale la Guzzanti tesse la tela del suo spettacolo, vanno dal patriarcato al femminismo, all’attacco contro il pregiudizio sulle donne, un BIAS cognitivo da cui ancora non riusciamo a sdoganarci, ricordando ai presenti che innumerevoli sono state le figure femminili che hanno eccelso in tantissimi campi, dalla pittura astratta alla cibernetica. Sempre attenta alle dinamiche sociali legate alle donne, ha riproposto un suo pezzo, già proposto a Propaganda Live, legato alla Legge 194 sull’aborto e alla presenza di esponenti di ProVita presso i consultori e gli ambulatori, denunciando così l’intromissione nella libera scelta della procreazione.
L’elenco dei tanti temi utilizzati per tentare di smascherare le incongruenze, soprattutto dell’attuale classe politica al potere, hanno spaziato dall’uso/abuso dell’Intelligenza Artificiale, al Ponte sullo Stretto e la difesa ambientalista dell’oasi naturale nel messinese, alle famiglie siciliane alle quali verranno espropriate le abitazioni per consentire la costruzione dei piloni sullo Stretto di Messina, dall’Enciclopedia Treccani ai social che rendono infelici le persone, soprattutto i giovani grandi fruitori.
Pochi gli argomenti tralasciati in questo show che non fossero importanti nella nostra attualità; tante le figure di riferimento della politica italiana quanto della cultura, bersaglio degli strali della Guzzanti che ha saputo rompere l’invisibile quarta parete, un muro immaginario posto di fronte al palcoscenico, rivolgendosi direttamente agli spettatori ed ancor più scendendo tra di loro durante lo spettacolo. È un monologo? Si; ma l’attrice cerca costantemente la partecipazione degli astanti, coinvolgendoli anche in cori estemporanei che seguono il racconto teatrale.
Sempre in prima linea nel mettere sotto accusa il potere e la classe dirigente nazionale, a prescindere dal colore politico, Sabina Guzzanti si afferma come una voce scomoda e per questo spesso criticata e bandita dalla Tv di Stato.
Ad un ascolto attento di un suo immaginario colloquio con la Meloni, fa dire al personaggio: “Chiamami Giorgio”.
Dietro questa, che può sembrare un’innocente battuta, si nasconde il messaggio politico della Premier volta al presidenzialismo, con una velata allusione ad un Giorgio già presidente. Uno show che ha confermato ancora una volta la grandezza di una attrice che ringraziamo per essere tornata a fare della satira, forse più moderata e meno accesa nei toni, ma sempre di una graffiante e vivida realtà.
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Liberidì Liberidà di e con Sabina Guzzanti – Villa Ada Festival 2024 – Martedì 30 Luglio
Foto: Ufficio stampa Villa Ada Festival