Intervista al nuovo Direttore artistico della Rassegna che da quest’anno avrà una forte connotazione di impegno civile.
Dal 5 luglio al 10 agosto si svolge Mythos Troina Festival, nella città di Troina in provincia di Enna. Quest’anno, già alla sua IV edizione, avrà una direzione artistica libera, collettiva e coraggiosa, sotto il nome di Luigi Tabita. Il festival vedrà l’ alternarsi di professionisti della scena come Emma Villa, Carlo Cerciello, Monica Guerritore, Mauro Avogardo, Emilio Solfrizzi, Liv Ferracchiati, Roberto Latini, Stefano Massini, Pia Lanciotti, Cinzia Maccagnano accanto a giovani talenti dell’INDA, neo diplomati e due laboratori completamente gratuiti.
Ogni festival ha una sua lettura, delle peculiarità che lo rendono unico e irripetibile. Attraverso le parole del Direttore artistico Tabita, che da quest’anno ne firma la direzione per i prossimi tre, ci si rende conto come questa rassegna, dalla sua prima edizione, vanta di importanti collaborazioni, sia con la Fondazione INDA che con le istituzioni e l’amministrazione del terriotorio. Un fattore assai raro nei molteplici festival che si alternano in Sicilia, durante il periodo estivo.
Mythos Troina Festival quest’anno è già alla IV edizione. Come nasce l’idea di realizzare un festival nell’entroterra siciliano, dove spesso per motivi logistici può essere complicato approdare?
Per me è la prima edizione. Il festival si inserisce in un processo di riqualificazione anche del territorio che l’amministrazione, molto virtuosa, negli ultimi dieci anni ha messo in atto. L’amministrazione del territorio di Troina investe quasi l’80% di risorse in cultura. In questi dieci anni sono stati aperti numerosi musei come una pinacoteca dove all’interno sono presenti opere di Tiziano, un museo dedicato al fotografo Capa, unico in Italia, un museo del libro antico e un museo archeologico. E molti altri sono ancora sulla carta ma nei prossimi anni vedranno la luce. ll Mythos si inserisce all’interno di questo disegno di investire in cultura, perché la cultura, secondo questa amministrazione virtuosa, ha la forza di essere non solo aggregante e di crescita collettiva ma ovviamente porta anche un indotto, coinvolgendo i settori alberghieri, la ristorazione, dei manufatti locali. Questo porta anche lavoro, che è fondamentale per questi borghi a seguito dello spopolamento avvenuto durante questi anni. All’interno di questo processo che si basa proprio sulla cultura, il Mythos si inserisce in questo disegno.
Qual è il cuore del lavoro di un Direttore artistico di un Festival cosi importante, al suo primo anno alla guida. Cosa ti ha spinto ad accettare questo incarico?
Un festival non è sicuramente un teatro. La direzione di un festival è qualcosa in più, perché devi dialogare con il territorio, coinvolgerlo, devi cercare di lasciare qualcosa sul territorio. Il festival ha una funzione anche di innescare dei processi culturali importanti, di crescita, della collettività. Le scelte che ho fatto e che ho compiuto per questa direzione hanno tutte un forte carattere di impegno civile, colonna portante del mio percorso sia artistico che umano. Nella composizione del programma oltre la selezione dei temi degli spettacoli, è stato importante per me anche la scelta di artiste e artisti impegnati ogni giorno nella difesa dei diritti civili e umani.
Il festival avrà anche un carattere diffuso, per la sezione OltreMythos a partire da venerdì 2 agosto. Come mai la scelta di spostare il festival oltre lo spazio dato, quello teatrale?
Volevo dare questo carattere diffuso perché in realtà Troina è talmente bella, questa città ellenistica e poi prima capitale normanna di Sicilia, che ogni scorcio racconta una storia. Ho pensato di fare due eventi differenti, uno nel Loggiato di Sant’ Agostino che ospiterà in prima nazionale Stefano Massini in “Massini racconta gli dèi”, e il 10 agosto durante la notte delle stelle, sul monte Muganà, l’attrice Pia Lanciotti sarà protagonista, anche questa prima nazionale, di Metamorfosi diretta da Cinzia Maccagnano, regista siciliana. Lanciotti è stata un’ attrice di Ronconi, ma è conosciuta al grande pubblico per Mare Fuori, dove interpretava Donna Wanda Di Salvo. In questa rappresentazione Pia racconterà le Metamorfosi, come una dea con un quartetto d’archi che l’accompagnerà. Mi piaceva anche questa idea di poter spostare i luoghi e le location, non solo straordinarie da un punto di vista naturalistico, valorizzandone anche quest’aspetto.
Dal primo anno il Mythos collabora con la Fondazione INDA, la fondazione del teatro greco di Siracusa. La fondazione ha sicuramente un certo peso e rilevanza nel panorama dei festival internazionali in Sicilia, oltre che nel panorama del teatro in generale. Come nasce la vostra collaborazione?
È stato importante avere una madrina come l’INDA sin dalla prima edizione. Il merito è sicuramente dell’amministrazione, molto virtuosa. Quest’anno ho cercato di creare un rapporto di reale collaborazione e solo di mero patrocinio, e questa collaborazione si svilupperà durante questi tre anni della mia direzione. Ci saranno anche mostre, che realizzeremo in collaborazione. Per questa edizione ho voluto che il Mythos fosse il loro primo appuntamento lavorativo, per questo ho fortemente voluto tutti i giovani diplomandi dell’ultimo corso dell’Accademia, che saranno in cartellone al terzo appuntamento del festival. Questa sinergia con la Fondazione, da quest’anno, prenderà un corpo sicuramente più intenso.
In una tua dichiarazione affermi che: Il Mito, fil rouge della rassegna, con la sua forza di trascendere il tempo e lo spazio, si fa per questa edizione cantore della contemporanea narrando la guerra, la violenza dell’amore, l’emigrazione, l’alterità, i corpi in trasformazione e in lotta. In che modo questi temi verranno declinati negli spettacoli?
Ogni artista lo racconterà in maniera differente, a seconda della propria sensibilità. Registi come Carlo Cerciello che fanno teatro sperimentale da tantissimi anni, racconterà il tema della guerra partendo da Euripide ma facendo innesti con la contemporaneità. I giovani dell’INDA che mostreranno le dinamiche familiari attraverso lo studio su Elettra, che affronteranno con i loro linguaggi questa tematica sotto la guida del Maestro Mauro Avogardo. Anche Monica Guerritore che ci racconterà il mito di Amore e Psiche, anche lei ha deciso di dare una chiave contemporanea nel raccontare l’amore, a volte anche violento, che ci prende. L’ultimo appuntamento che è quello della commedia, dell’Anfitrione, anche Solfrizzi che ne forma la regia ha questa visione sul tema dell’identità e della trasformazione, è molto presente in tutto il cartellone. Anche nei laboratori si parlerà di trasformazione, e anche Pia con Metamorfosi parlerà di trasformazione. È un tema che è molto caro ai giovani, dell’identità di genere e del corpo in trasformazione. Abbiamo molti giovani quest’anno che si stanno abbonando.
Il rapporto con le istituzioni e il pubblico, come è stato in questi anni? E cosa ti aspetti da questa edizione?
Il pubblico sta rispondendo benissimo. I troinesi ormai dopo quattro anni si sentono molto legati a questo festival. Tutto merito del lavoro che è stato fatto in questi quattro anni di Festival. Stiamo tessendo dei rapporti con i club service e le associazioni della provincia, non solo di Enna ma anche di Catania, coinvolgendo anche i Tour operator. Già sulla carta c’è una presenza molto folta e siamo convinti di poter fare un edizione importante. Vorrei sottolineare inoltre l’importanza dei laboratori. – Un tema che mi sta molto a cuore è il tema della formazione, per le attrici e gli attori professionisti. In quanto io sia anche rappresentante sindacale degli attori, oltre che Direttore artistico, ho pensato che era necessario dare questa opportunità. È stato fatto un bando pubblico al quale hanno risposto più di trecento professionisti, e sono stati scelti venti attori, attori – drammaturghi, e attori-performer, divisi sulle due classi. Voglio sottolineare il fatto che i nostri laboratori saranno completamente gratuiti, cosa rara in Italia, con ospitalità gratuita. Il primo laboratorio è condotto da Liv Ferracchiati, autore e regista italiano pluripremiato, e avrà come titolo “Chi ha paura dei classici”. L’ altro sarà condotto da Roberto Latini, “di forme mutate in corpi nuovi” e anche lui parlerà di metamorfosi e di corpi in trasformazione. Sarà una full-imersion totale tra cultura e natura.
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Foto di copertina Luigi Tabita, Direttore Artistico
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