“Irregular”, all’Ambasciata di Bolivia presso la Santa Sede

Le streghe e il matriarcato attraverso la narrazione di Fabrizio Catalano sul mondo femminile

Dopo la partecipazione del film Irregular al Festival Eurocine di La Paz, patrocinata dalla Delegazione dell’Unione Europea e dall’Ambasciata italiana in Bolivia, dove il 5 maggio scorso alla Sala della Cineteca Nazionale Boliviana c’è stata una enorme affluenza di pubblico e l’opera ideata da Fátima Lazarte e Fabrizio Catalano è stata accolta con applausi calorosi dall’inizio alla fine della proiezione, proseguendo con la linea della collaborazione tra Italia e Bolivia impostata dall’Ambasciatore Fabio Messineo che in quell’occasione aveva presentato il film, valorizzando il coraggio e gli aspetti formali inediti di questa produzione totalmente indipendente. Domani 25 maggio 2024 è stata organizzata da S.E. Sig.ra Teresa Susana SUBIETA SERRANOAmbasciatore dello Stato Plurinazionale della Bolivia presso la Santa Sede (in Via di Porta Angelica, 15 – 1° piano – int. 2) una manifestazione che prevede la proiezione della pellicola in lingua originale con sottotitoli in lingua italiana.

Fátima Lazarte in una scena del film Irregular

Sarà presente in sala Fabrizio Catalano, Autore e regista dell’opera, mentre la protagonista e autrice del film, Fátima Lazarte, è impegnata nella presentazione del docu-film in altri festival che si stanno svolgendo nella sua terra di Bolivia.

Questa terra è appunto il luogo dove è ambientato Irregular che valorizza la varietà di paesaggi e climi, gli altopiani dove la luce si scompone in variopinti colori, le lagune cangianti e le enigmatiche vestigia di civiltà perdute, le giungle smeraldine e le distese aride di una bellezza sconvolgente. La telecamera del regista non manca di mostrare quel mix di architettura coloniale e di sgargianti grattacieli, il fascino dei volti taglienti dei cittadini boliviani, la musica struggente che sembra risalire dai tempi antichi, i sogni rivoluzionari perduti dei nativi e tutta questa ricchezza accompagna una sorta di personaggio mitico, nato nel grande deserto di sale, che incontra donne di origini molto diverse, che gli aprono il cuore e la mente. È la curandera, la maga-strega delle origini, la donna di medicina “que todo lo sabe”, colei che aiuta e guarisce, che conosce le erbe e le utilizza per scacciare le malattie, che affianca giovani e bambini, adulti e vecchi nei riti di passaggio come è stato e ancora in qualche luogo ancora è nella cultura degli antenati.

Come afferma la danzatrice Fátima Lazarte: «Si tratta di una sorta di prodotto ibrido: interviste a donne appartenenti a contesti sociali e località differenti, di diverse età e con distinte visioni della vita si mescolano a scene oniriche, fantastiche, con danze evocative, spesso girate in location mai raggiunte prima dal cinema. Il film, che nasce da due anni di intenso dialogo, teorizza una società non omologata, declinata al femminile, senza competizione né gerarchie, idealizzando le antiche culture matriarcali».

Fatima è colei che incarna questo personaggio che emerge dalle viscere della terra come una dea, come il parto della roccia, come la forza che nasce dall’essenza più pura di una cultura dimenticata e osteggiata.

Forse per Fabrizio e Fatima una società più sana e accogliente, più equilibrata e in armonia con l’essere umano, più attenta ai bisogni delle donne e degli uomini, esiste e possiamo ritrovarla nelle pieghe del passato, nella verità ancestrale delle nostre viscere. Come afferma Fabrizio: «la strega non è una donna malvagia, ma una “curandera”, una saggia che conosce i segreti delle piante e della natura, in constante comunicazione con un mondo spirituale che per noi convive con la realtà. Questo lavoro riflette sulla possibilità di essere liberi, vivere al di là delle imposizioni sociali, senza sensi di colpa, esplorare, conoscere, approcciarci a diverse concezioni; e crediamo che il femminile sia una strada per avvicinarci a questo mistero, all’enigma. Perché ogni donna è in se stessa un enigma».

A volte non è detto che si possieda la verità, ma proponendo alternative si può stimolare la riflessione e porre in dubbio la realtà e sempre l’uomo è riuscito a creare nuovi spazi e nuovi disegni, nel tempo o anche al di fuori di esso.

Fátima Lazarte in una scena del film Irregular

Il luogo dell’immaginazione è sempre senza tempo e senza spazio, riempie tutta la nostra fantasia e ci invita a non abbandonare il sogno, la speranza, l’utopia e ogni possibile o impossibile meraviglia.

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Irregular – Sceneggiatura: Fátima Lazarte – Con: Fátima Lazarte – Fotografia: Fabrizio Catalano – Montaggio: Fabio Lombardi – Colonna sonora: Fabio Lombardi – Suono: Fabio Lombardi – Produttore: Fátima Lazarte, Fabrizio Catalano – Casa di produzione: Ch’aska –  Bolivia 2022