A Cannes ultime battute per un verdetto finale tutto da scrivere

L’orrore dei treni della morte nel film di animazione di Hazanavicius e il capolavoro del dissidente iraniano Rasolouf

A ventiquattr’ore dalla conclusione della 77 ª edizione, sugli schermi del Festival arrivano le immagini del terrore dell’Olocausto con il film d’animazione La plus précieuse des marchandises, adattamento dell’omonimo romanzo scritto da Jean-Claude Grumberg nel 2019 e diretto dal premio Oscar di The artist, Michel Hazanavicius. Per la prima volta in un genere dove racconta il sacrificio di un padre condannato dai nazisti ai forni di Auschwitz che dai quei treni della morte, disperato, getta il suo neonato nella neve sperando di salvargli la vita. E a raccogliere quella creatura come una Madonna sarà una contadina in cerca di patate che gli salverà la vita. «Ma questo lungometraggio d’animazione frutto dell’alta tecnologia francese è molto di più», ha detto il regista ebreo di origine lituano polacca, «non parla dei lager, ma di un viaggio dalle tenebre verso la luce. Attraverso il destino dei personaggi ho potuto toccare l’orrore di quei viaggi, visto che la storia della mia famiglia viene da li». Un tema che ci riporta a capolavori come Schindler’s Llist di Spielberg e La vita è bella di Benigni.

La plus précieuse des marchandises

Fra gli ultimi film in concorso abbiamo visto The seed of the sacred fig, del dissidente regista iraniano Mohammad Rasoulof, più volte incarcerato dal regime per propaganda contro il sistema e successivamente rilasciato per motivi di salute riuscendo a lasciare il suo paese. La storia di un giovane giudice istruttore promosso dal tribunale rivoluzionario di Teheran proprio quando nel Paese inizia a prendere forma un grande movimento di protesta popolare. Ancora un film politico che farà discutere e riflettere proprio in un momento della storia dell’Iran al centro di eventi straordinari come raccontano le cronache degli ultimi giorni. A nostro avviso un capolavoro assoluto incentrato sulla voglia di libertà di quel Paese che dall’avvento del regime degli Ayatollah è caduto progressivamente in una morsa oscurantista governata dalla teocrazia islamica.

E il Festival a proposito di temi politici, ha reso omaggio a Marco Bellocchio, forse il regista più impegnato politicamente del nostro cinema ha proposto nella  sezione “classic” la copia restaurata in 4k dalla cineteca di Bologna di Sbatti il mostro in prima pagina  interpretato da uno straordinario Gian Maria Volonté .«É un film», ha detto Bellocchio, già Palma d’oro alla carriera nel 2022 ed in concorso nel 2023 con Rapito, «che parla ancora a distanza di anni  del  giornalismo d’inchiesta, attualissimo e controverso nel mondo dell’informazione».

E a Cannes che è soprattutto una vetrina d’incontri, abbiamo parlato di futuro e di cinema con due grandi direttori artistici di altrettanti se pur diversi Festival del cinema in Italia, Alberto Barbera e Marco Muller. Barbera appena riconfermato alla guida della Mostra del cinema di Venezia che dirige con competenza da anni ha confermato un’edizione anche quest’anno all’insegna dei grandi blockbuster di qualità del cinema americano ed internazionale. In testa ovviamente il cinema italiano che dal 28 agosto al 7 settembre dedicherà una finestra al cinema dei giovani e per i giovani confermando che la presidente della giuria sarà l’attrice Isabelle Huppert.  Marco Muller già direttore della Mostra del Cinema Venezia sarà il nuovo direttore artistico della 70ª edizione del Taormina Film Fest, che si svolgerà quest’anno dal 12 al 19 luglio a Taormina che vuole riportare agli antichi splendori al centro del Mediterraneo, quando lo dirigevano critici del calibro di Gian Luigi Rondi e Guglielmo Biraghi e quando nelle stradine di Taormina, perla pregiata dello Ionio passeggiavano Alain DelonElizabeth Taylor Richard Burton ma anche la LorenMastroianni Adriano Celentano che vinse il  David di Donatello come miglior attore protagonista e quando sul grande schermo debuttava uno sconosciuto clarinettista che rispondeva al nome di Woody Allen.

Cher e Demi Moore al Gala dell’Amfar

E chiudiamo con una nota glamour grazie al gala di beneficenza dell’Amfar a Cap d’Antibes dove Demi Moore protagonista di The Substance che mancava dal Festival da 27 anni e Cher che ha animato la serata con sua voce, hanno deliziato gli ospiti (paganti) dell’asta che ha raccolto qualche “milioncino” di dollari a favore della ricerca sull’Aids.

Foto di copertina: Michel Hazanavicius