Il dialogo espositivo tra i due grandi artisti dell’Impressionismo
Le avanguardie e le correnti artistiche, letterarie o di altro genere, spesso, seguono il percorso e le tappe della vita umana: hanno una nascita, una crescita, vanno incontro alla maturazione e ad un termine fisiologico. Quando si parla di Impressionismo, c’è una data fissa e centrale: il 15 aprile 1874, il giorno in cui, per la prima volta, un gruppo di artisti decise di esporre le proprie opere, frutto di uno spirito condiviso pur nelle differenze stilistiche, presso lo studio fotografico di Nadar, lungo la via parigina Boulevard des Capucines.
Tra essi, Monet, Renoir, Degas, Pissarro, Sisley, Morisot e altri artisti (in tutto circa una trentina) passarono alla storia come gli “impressionisti”, dall’appellativo utilizzato, in modo ironico, da un giornalista dell’epoca, suggeritogli dall’opera Impression, soleil levant di Monet.
Questo luogo e questa data sanciscono la generazione e l’avvio di uno dei movimenti artistici più importanti tra Ottocento e gli albori del Novecento e rappresentano oggi il “movente” di quest’esposizione a Palazzo Reale a Milano: sono passati esattamente centocinquant’anni dalla nascita dell’Impressionismo e la mostra Cézanne Renoir – Capolavori dal Musée de L’Orangerie e dal Musée D’Orsay, a cura di Cécile Girardeau e Stefano Zuffi, aperta fino al 30 giugno 2024, ha l’obiettivo di esaltare e di celebrare quest’avanguardia attraverso due dei suoi artisti più conosciuti e determinanti.
Paul Cézanne (1839-1906) e Auguste Renoir (1841-1919) si ritrovano così tra le stanze di Palazzo Reale, in un vero e proprio confronto e dialogo espositivo, artistico e personale: due figure diverse capaci, però, di ritrovarsi, di coltivare un legame di amicizia, di stima e di comunicare il proprio stile e la propria idea di arte attraverso i propri soggetti. Sono cinquantadue le opere esposte, provenienti dal Musée de l’Orangerie e dal Musée d’Orsay, raccolte a suo tempo dal collezionista Paul Guillaume. La mostra propone un itinerario che va dalle opere della seconda metà dell’Ottocento fino ai primi anni del Novecento, una sorta di accompagnamento ideale che fa conoscere i due gradi maestri da vicino.
Cézanne Renoir – Capolavori dal Musée de L’Orangerie e dal Musée D’Orsay porta, gradualmente e in sostanza, a scoprire i punti di contatto e di distacco tra i due protagonisti, facendoli “dialogare” dal vivo: provenienti da ambienti diversi, entrambi svilupparono un linguaggio artistico ed espressivo differente, evidente nei capolavori scelti. L’accostamento visivo tra contrapposizione e affinità diventa la chiave e la postura per leggere e capire l’esposizione milanese.
Se Renoir mira alla naturalezza, all’armonia, alla rotondità della linea e ai toni più caldi, che “abbracciano” i soggetti, Cézanne è votato alla geometria, alle linee più spezzate (“Voglio fare dell’impressionismo qualcosa di solido e duraturo” diceva), ai colori più staccati, freddi, ai primi accenni di frammentazione e scomposizione. Nella differenza c’è, però, un nocciolo di somiglianza e consonanza che la mostra sottolinea. Renoir e Cézanne, nella vita, si conoscono, si apprezzano, ognuno va a trovare l’altro nei rispettivi posti di residenza, sviluppando un rapporto d’amicizia e di considerazione profondi e concreti. Entrambi dipingono en plein air, studiano la luce, riportano paesaggi intensi e meravigliosi, amano la natura, la forma che prende corpo grazie al colore.
Lo spartiacque (e il messaggio che l’esposizione vuole dare) è la modalità diversa con cui ognuno affronta e dà vita alla tela: ma vediamo come.
La diversità si percepisce subito e sta anche nella rappresentazione del proprio figlio Claude Renoir, jouant o Claude Renoir en clown di Renoir e Portrait du fils de l’artiste di Cézanne, negli ambienti e negli spazi, nelle figure umane, nei ritratti, nelle nature morte.
L’en plein air si fa soffuso, avvolgente, in movimento in Renoir (Le Poirier d’Angleterre, Paysage algérien, le ravin de la femme sauvage), mentre in Cézanne assume contorni più frastagliati, spigolosi, contorti (Route de village, Auvers, Dans le Parc du Château Noir), a tratti desolati. Qui sembrarono riecheggiare le sue stesse parole “per un impressionista dipingere la natura non significa dipingere il soggetto, ma concretizzare sensazioni”.
Il nudo e le bagnanti, in modo particolare, privilegiati da entrambi, vengono rappresentati in maniera opposta: Trois baigneuses, Le Déjeuner sur l’Herbe o Baigneurs del pittore di Aix-en-Provence sono appena accennati, dai tratti irregolari, mentre, dall’altra parte, la Femme nue dans un paysage, la Baigneuse cheveux longs o la tardiva Baigneuse assise s’essuyant une jambe racchiudono morbidezza, dolcezza, sinuosità. La grazia contro la monumentalità fisica.
Cambia anche il modo di rappresentare il ritratto e la figura umana: Renoir dipinge Yvonne et Christine Lerolle au piano, Portrait de deux fillettes con maggior definizione, cura. Si tratta di soggetti immersi nella quotidianità, nel colore vero e proprio del luogo in cui si trovano, diversamente da Madame Cézanne au Jardin di Cézanne che sembra priva di una dimensione spaziale, appena abbozzata dalle sole tonalità verde scuro.
Anche nella natura morta, uno dei temi principali per entrambi, è possibile notare una contrapposizione stilistica: la frutta di uno è spigolosa, scomposta, in spazi poveri ed essenziali (Nature morte, poire et pommes vertes, Fleurs et fruits, Le Vase bleu), mentre nell’altro campeggiano fiori rigogliosi, colorati (Bouquet dans une loge, Bouquet), frutta appetibile su tavole preparate (Pêches, Fraises). Stessa scelta e preferenza di soggetti, diversa modalità di restituirli sulla tela, derivate da una sensibilità e da un’attenzione individuali, proprie di ciascuno. Renoir vuole coinvolgere, restituire armonia e bellezza tramite l’uso delicato e accorto del colore; l’altro protagonista vuole, invece, spezzare la realtà e sintetizzarla in forme più materiali, essenziali, in pennellate rigorose e spesse.
L’ultima parte propone un duplice confronto: Pommes et Biscuits di Cézanne e Femme nue couchée di Renoir con, rispettivamente, Grande nature morte e Grand nu à la draperie di Picasso. Un invito in più a riflettere, perché i due maestri francesi hanno saputo andare oltre la propria avanguardia, arrivando ad influenzare così le stagioni e gli artisti successivi.
L’accostamento in mostra a Palazzo Reale aiuta ad approfondire e a ricercare i punti dissonanti e di accordo tra questi due artisti, fautori di un movimento fondamentale e in grado di influenzare il cammino artistico degli anni successivi. Ogni opera è l’indizio del loro personale modo di fare arte e della loro vita, dedicata a rendere grandi gli oggetti, i luoghi e gli indizi semplici, naturali della loro esperienza.
Cézanne | Renoir Capolavori dal Musée de L’Orangerie e dal Musée D’Orsay – Palazzo Reale – Milano 19 marzo – 30 giugno 2024
Immagine in evidenza/di copertina: Auguste Renoir, Femme nue dans un paysage, 1883, olio su tela, H. 65 x L. 54, Musée de l’Orangerie, Parigi (© 2024 RMN-Grand Palais / Franck Raux/ Dist. Foto SCALA, Firenze)