Solitudine, fragilità, sofferenza e dolore

Giuseppe Ungaretti in mostra all’ Oratorio San Mercurio di Palermo

Il Dolore è il libro che più amo, il libro che ho scritto negli anni orribili, stretto alla gola. Se ne parlassi mi parrebbe d’essere impudico. Quel dolore non finirà più di straziarmi”. La guerra che non si ferma neppure avanti ai morti, così ne scrive Ungaretti nella sua lirica contenuta nella sezione I ricordi della raccolta Il dolore. Composta tra il ’37 e il ’46, Ungaretti cita un fatto di cronaca e lo mescola al dolore personale. Un dolore che vibra e ancora oggi torna prepotente a bussare alla nostra porta. Un dolore che ci spaventa, affascina e disorienta allo stesso tempo.

I giovani vivono questa realtà, a volte la ripudiano e si difendono in modi che noi adulti spesso non comprendiamo.” – Scrive il Prof. Salvo Messina – Con questo spirito la mostra presentata all’Oratorio San Mercurio di Palermo, risultato di quattro mesi di lavoro sul poeta, di analisi e comprensione delle sue poesie. Le opere esposte sono state realizzate dagli alunni del Liceo Artistico Catalano, coadiuvati egregiamente dai docenti Salvo Messina e Mariano Brusca. Le poesie, assegnate a ciascun studente, sono state tradotte in immagini; sculture, dipinti, grafiche e video. Il Liceo artistico Catalano è uno dei quattro licei in Italia ad aver attivato, da qualche anno, l’indirizzo sperimentale di teatro, un progetto che prevede di formare già dagli anni del liceo, aspiranti registi, attori, drammuturghi o sceneggiatori.

© Alunni della sezione teatro

Contributo essenziale alla mostra è dunque l’intervento degli alunni della sezione teatro, che attraverso le loro performance, hanno aperto le danze e trasportato il pubblico nel dolce dolore. L’ascolto delle poesie degli studenti hanno sorpreso il pubblico, hanno confermato come tutto questo dolore, possa ancora essere materia pulsante, viva e comunicativa.

Precursore dell’ermetismo, Ungaretti, predilige la forza comunicativa della parola per cercare di evocare sentimenti nascosti in chi ascolta. Nella Palermo antica, dove la vita è pulsante e la parola sembra rimanere l’unico mezzo comunicativo, l’oratorio San Mercurio appare essere l’unico luogo possibile. Attraverso la sua storica architettura, tra i palazzetti e la vita contemporanea, l’ascolto frastagliato delle poesie di Ungaretti interrotte dal rumore delle auto e dalle voci del popolo, resta un esperienza alquanto ermetica. Le poesie recitate dai giovani attori cercano di farsi materia viva. Tra sogno e realtà i due universi si scontrano, danzano assieme e si ascoltano. L’arte diventa materia tangibile nel momento presente, dove il dialogo tra poesia e realtà, arte e mediocrità sembra impossibile, ma riesce comunque a realizzarsi. Nonostante il brusio della città, le poesie recitate dagli alunni della sezione teatro cercano di farsi materia comunicativa e il pubblico viene rapito dalla bravura dei giovani studenti, attori, artisti che riescono a far vibrare arte e poesia questo luogo nascosto, nella Palermo antica fatta di mercati, botteghe e bar.

Vuk Sgroi, Non gridate più

La vita inevitabilmente scorre tra le viscere di una quotidianità che nasconde un senso profondo di morte e rinascita, di bellezza e orrore. Questa mostra riesce a colpire nel profondo lo spettatore, svelando tutto quello che Giuseppe Ungaretti ha voluto, attraverso le sue opere, raccontarci. Una violenza comunicativa che lascia il segno.

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Il Dolore. Allievi: Samuele Agnello, Alessandra Davì, Gabriele Gangitano, Gabriele La Brasca, Giulio Marchetti, Alessandra Mazzola, Michele Purpura, Gloria Ravioli, Claudia Scalici, Vuk Sgroi. Presidente dell’Associazione Amici dei Musei Siciliani Bernardo Tortorici di Raffadali e la Prof.ssa Rosalia Marturana, Dirigente scolastico del Liceo – Oratorio San Mercurio, Palermo, 4 – 11 maggio

Foto di copertina: Tu ti spezzasti di Giulio Marchetti