Intelligenze, connessione e la scoperta di un sottosuolo misterioso sono il centro della nuova performance di Nicola Galli.
Ultra [dal lat. ultra «oltre»]: “primo elemento di parole composte che significa “oltre, al di là, più che” (…); o nella terminologia scientifica, indica qualità o quantità superiore al normale”*, Ultra è un prefisso che amplifica il senso e la dimensione di un sostantivo o di un aggettivo: un allargamento, un superamento quasi della dimensione di partenza. È dalla definizione, dall’etimologia che occorre partire per capire l’orientamento di questa proposta e di questo percorso particolare. Ultra di Nicola Galli è una performance sensoriale di danza contemporanea, una prima regionale inserita all’interno di Danza in Rete Festival Vicenza-Schio, che lascia stupiti e attoniti: un’indagine vera e propria sul lato nascosto, occulto, misterioso della vita e del circostante che abita il mondo.
Sabato 16 marzo, il Teatro Comunale di Vicenza ha aperto le sue porte ai quesiti e alle interrogazioni rivolte a sfere e ad ambiti che spesso si tralasciano o si lasciano da parte: gli ecosistemi e le connessioni naturali che si creano, le intelligenze naturali che vivono e che generano un equilibrio, un legame costante, vitale dove l’uomo non è più al centro assoluto, ma diviene compartecipe, spettatore della stra-ordinarietà del non umano.
Per rappresentare questo Ultra terreno, vivente, il palco si è trasformato in un setting primitivo, una landa sospesa, circondata da fumo, toni scuri, atmosfere impalpabili, abitata da una serie di colonnine luminose, intermittenti e dalla presenza di due danzatori (Nicola Galli, Massimo Monticelli) che, gradualmente, compaiono, si muovono e vivono lo spazio. Sullo sfondo due parentesi graffe illuminate, un emblema, una presenza che colpisce e che chiama l’attenzione e la fantasia. Di esse, non c’è una chiara definizione, un ruolo assodato.
È lo stesso Galli a parlare del tema e del senso del suo progetto, al termine della serata: “Nell’ecosistema ci si rende conto di essere un minimo elemento. “Ultra” nasce dal desiderio di esplorare gli ecosistemi e tutto ciò che è rimasto nascosto, sotterraneo. Nascosto nel senso più misterioso, inquietante del termine: questo ci permette di renderci conto che molti fatti ed eventi, nel mondo che viviamo tutti i giorni, non sono manifesti. La miccia che ha fatto innescare questo progetto è stata l’idea di indagare il concetto di intelligenze: le capacità, cognitive, sensitive di mondi, organismi, di regni diversi dal regno animale al quale apparteniamo.”
Nel suo svolgimento, Ultra compie un salto all’indietro e in avanti allo stesso tempo: la performance sensoriale si svolge in questo sottosuolo, caratterizzato da presenze silenziose ma attive (i suoni, l’odore, il fumo, le luci, le musiche) che, in alcuni tratti, sembra trasformarsi in un campo di battaglia, in uno scenario da fine del mondo, dove tutto finisce per scomporsi e per riadattarsi. L’inizio e la fine di un’era. I due danzatori, all’inizio, si muovono quasi con fatica, con lentezza, acquisendo via via slancio verticale, forza, vitalità, a tratti sembrano perdersi, lottano, appaiono spaventati, desiderosi, alla ricerca: vestiti di una tuta particolare, non hanno nessun segno di riconoscimento (sono sopravvissuti, reduci, sono qualcosa d’altro, oltre l’umano?) e si amalgamano al contesto circostante, diventano parte di un sistema che si svela agli spettatori nella sua unicità.
L’ignoto, il misterioso, perciò, sono i protagonisti che raccontano, sensorialmente parlando, la connessione perenne che c’è ed esiste in tutto quello che ci circonda. “Il “tra”, il legame connettivo e relazionale che mette in connessione gli elementi della natura”, citando lo stesso Galli. La natura, quindi, gli organismi, il buio, il silenzio: ogni elemento compone questo mondo nuovo che, paradossalmente, c’è sempre stato e ci sarà, anche dopo l’uomo. Una dimensione naturale che continua perché ogni regno vivente è dotato delle sue intelligenze, delle sue strategie e dei suoi modi di dare e di darsi la vita.
Ultra acquista così quel senso di oltre a, di superamento e di esistenza insieme; un insieme composto, unito, appunto, permanente e necessario. La danza stessa non è più “umana”, ma fatta di movimenti articolati, concentrici, fatta di evoluzioni progressive, a sottolineare l’idea di ecosistema, alla base del concept. Un linguaggio e una modalità diversi per generare una realtà invisibile ma che c’è e può fungere da esempio e monito.
Il sottofondo e la musica seguono l’evoluzione e i passaggi messi in scena: all’inizio si sentono i sospiri, quasi gli affanni, i battiti, una fisicità primordiale, una scansione del tempo intermittente così come quelle luci, quelle colonnine che, da protagoniste iniziali, vengono poi sotterrate. Il fumo invade la sala, si sentono i fuochi d’artificio, rumori forti e intesi, i colpi, le voci allungate, in lontananza. Per trasmettere l’idea di questo sottosuolo, di questo mistero sotterraneo, Nicola Galli parte da un’indagine sonora, luminosa, coreografica, scientifica approfondita e richiama tutti i sensi possibili, si avvicina allo spettatore attraverso la corporeità e la percezione: la comprensione, difficile e non immediata, passa attraverso la sensazione, il pensiero personale. L’immaginario sostituisce la razionalità. Non c’è nessuna volontà di dare risposte ma di stimolare ulteriori domande, dubbi, discussioni.
È, personalmente, complicato cogliere il messaggio, proprio perché non ci sono soluzioni o spiegazioni lineari ma ognuno può trovare, all’interno della performance, la sua chiave di lettura. Spesso questo rilancio lascia attoniti e spiazza se di fronte si ha qualcosa di complesso. Occorre immergersi, mettersi in connessione, nel vero senso della parola, e capire da dove partono il lavoro e l’intenzionalità del suo ideatore.
Attraverso i corpi, la luce, l’odore, Ultra consegna e riporta una danza slegata da qualsiasi pretesa, capace di essere una guida tra le bellezze, le intelligenze infinite naturali. Una performance che ripropone e cerca quel contatto, quel nesso indispensabile che fa, di ogni equilibrio, una sintesi di perfezione, vita, conciliazione e inevitabile trasformazione. Uno spunto per tornare alla dimensione quotidiana, senza dimenticare questo mondo naturale e le sue insondabili verità.
Ultra – concept, regia e coreografia: Nicola Galli – danza e creazione: Nicola Galli, Massimo Monticelli – allestimento e luci: Margherita Dotta, Nicola Galli – dramaturg: Giulia Melandri – odore di scena: Aquaflor Firenze – produzione: TIR Danza – co-produzione: Marche Teatro/Inteatro Festival, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia – con il sostegno di: CCN Ballet de Lorraine, ATER Fondazione, Network Grand Luxe – residenze artistiche: CCN Ballet de Lorraine accueil studio 22/23, ICK Amsterdam, residenze Inteatro, Grand Studio Bruxelles, ICK Amsterdam, Centro Culturale S. Chiara – in collaborazione con: Rete Almagià
*Citazione/definizione iniziale da: @Treccani
Immagine di copertina/in evidenza: @NicolaGalli