La Pace, un inno drammaticamente attuale

Al Teatro Arcobaleno, riflessioni sul mondo contemporaneo

di Giorgia Palmieri

Giunge alla sua IV Edizione La pace di Aristofane, in scena al Teatro Arcobaleno di Roma (Centro Stabile del Classico), dall’8 al 24 Marzo 2024. La commedia drammaticamente attuale, diretta da Vincenzo Zingaro, scava nel buio della condizione umana, con un cast artefice e testimone del viaggio onirico verso l’Olimpo. 

Fabrizio Passeggini, Giovanni Ribò e Mario Piana

Siamo nel 421, il sanguinoso conflitto tra Atene e Sparta prosegue ormai anni e le popolazioni sono esauste e ridotte nella miseria. A sollevare gli animi è Aristofane, mettendo in scena per la prima volta, la Pace. La sua spregiudicatezza satirica in questo testo è ridimensionata, lasciando spazio ad una architettura fiabesca. È il profondo sentimento di autocoscienza a guidare il protagonista, facendolo carico di tutto il malcontento popolare, fino a farlo diventare l’eroe fantastico della commedia.

Parliamo di Trigeo, un umile vignagliolo, che, cavalcando uno scarabeo, intraprende il viaggio verso l’Olimpo. Ad accoglierlo, è Ermes, mentre tutti gli altri dei sono fuggiti, sdegnati dal comportamento degli uomini. Ora l’Olimpo è presieduto da Guerra, che ha imprigionato Pace.

Da qui l’avventura di Trigeo si trasforma in una vera missione: liberare Pace. 

8 Marzo, prima messa in scena de La Pace di Aristofane dalla Compagnia Castalia, che si apre con il primo atto, introdotto da flauti e voci narranti, sovrapposte l’una all’altra fino a diventare colori di una sola nota.

Il sipario si apre: sul palco una scenografia impeccabile riveste la scena riportando lo spettatore indietro nel tempo, fedelmente al classico; la casa di Trigeo è posta a sinistra e quella di Giove a destra, corridoi fanno da proscenio ai personaggi; il carattere fiabesco della commedia viene enfatizzato dal disegno luci di Giovanna Venzi. L’eccezionale cromia accende lo spazio in cui si muovono i personaggi e la scena acquista la sua interezza.  

Attraverso un dinamico intreccio di temperamento, gli attori incarnano gli animi altisonanti voluti della commedia: dall’esistenziale al comico, al grottesco.

Giovanni Ribò, con il suo Trigeo crea relazioni chiare e forti allo stesso tempo con gli altri personaggi, relazioni fatte di una chimica lineare e chiara, quasi tangibile. Temperamento, il suo, in totale accordo con la figura di Piero Sarpa, un Ermes agile, recettivo ed equilibrato. Mario Piana, Servo I e Contadino I, con la sua energia armonizza il comico ed il bizzarro, interpretando impeccabilmente il monologo con il quale la rappresentazione si chiude. A conquistare la scena con il suo carisma è Fabrizio Passerini, incarnando Ieracle, e altrettano con il  Servo II  e Contadino II. Insieme a lui il trio dei Contadini si completa, con l’interpretazione del brioso Rocco Militano, interprete anche di Tumulto e Empedocle. Camaleontica è Laura De Angelis, che infonde ardore a Guerra, per passare alla grazia e alla finezza in Opora. Ad interpretare Pace, interrompendo ogni suggestione dialettica, con una amena danza, è Irene Catroppa.

Affascinanti ed ipnotiche le maschere di Vincenzo Carboni, su misura di scena i costumi di Emiliana Rubbio, che sottolineano la sostanziale impronta rappresentativa. 

La regia di Vincenzo Zingaro non smette di stupire con classici che si concretizzano nella dimensione prossima all’uomo contemporaneo. Sottile è il vetro che separa spettatori, ed attori tra il passato e presente.

L’intento fiabesco, satirico e critico di Aristofane, qui si veste di sogno, in cui l’uomo emerso dal bassofondo dal nella sua volgarità, spontaneità, e miseria, diviene eroe.  La guerra si fa donna, mentre la Pace si fa danzatrice. L’opera è un inno alla pace che invito a riflettere, in un tempo che ci vede sottomessi a conflitti di ogni tipo, e di ogni genere sociale. 

Rocco Militano, Giovanni Ribò e Mario Piana

La consapevolezza è il primo passo del viaggio che porta ad una meta certa: la pace. Il percorso renderà l’uomo libero se sarà lui stesso fautore del “costruire”, al di sopra delle cause manovrate chi di ha il potere su vasta scala. La commedia si chiude lasciando la speranza di avere qualcosa in più da dire, un giorno, e di rispondere ad uno dei grandi quesiti, con cui si è scelto di chiudere l’opera: “a che punto siamo oggi?”

La Pace di Aristofane – Adattamento e regia di Vincenzo Zingaro – Con Giovanni Ribò, Fabrizio Passerini, Rocco Militano, Piero Sarpa, Laura De Angelis, Mario Piana, Irene Catroppa – Maschere Rino Carboni Studio– Scene Vincenzo Zingaro– Scenotecnica Lorenzo Zapelloni – Costumi Emiliana Di Rubbo– Disegno LuciGiovanna Venzi – Teatro Arcobaleno dall’8 al 24 marzo 2024