Molto rumore per nulla “alla Gogol” per una comica denuncia alla corrotta burocrazia
Dal ricco calendario del Teatro Nazionale di Genova arriva uno dei capolavori del maestro russo Nikolaj Gogol’, L’ispettore Generale, la celebre commedia satirica che diverte il pubblico e denuncia i corrotti sin dal 1836.
È Leo Muscato a firmare la regia di questa nuova versione della storica commedia, accompagnato in scena da un nome-garanzia come quello di Rocco Papaleo.

Ma cosa succede effettivamente in questa storia? Nella steppa (sconfinata) della Russia, arriva la minaccia di un “ispettore generale” pronto a mascherare ogni corruzione e malefatta: con un una serie di stratagemmi e tentativi di corruzioni tutti gli abitanti del paesino si arriva infine a molto rumore per nulla, mostrando l’effettiva quantità di intrighi e infamie.
La genialità dell’opera di Gogol’ sta nella caratterizzazione caricaturale dei personaggi che rappresentano singoli aspetti e funzioni della società russa dell’epoca: partendo dal podestà (in scena Papaleo) e i suoi collaboratori ogni ambito viene messo a nudo con precisione ironica e (tristemente) verosimile. Non si salva nessuno: istruzione, giustizia, sanità, controllo territoriale.
Il risultato della messinscena, seppur piacevole e divertente, è un’opera con poco mordente. Le scelte registiche di Leo Muscato vedono seguire il testo originale dell’opera, ma non l’obiettivo ultimo che si era posto Gogol’.
L’Ispettore generale nasce come comica denuncia al sistema imperante di corruzione che albergava nella società burocratica del paese nella Russia zarista dell’Ottocento, ma, dopo duecento anni, non si discosta molto dalla realtà a noi contemporanea. E in questo sta l’occasione perduta di Muscato, che avrebbe potuto contestualizzare e rapportare l’opera a una società come la nostra che di malefatte e ingiustizie ne conta ogni giorno.
Un buon potenziale, non totalmente sfruttato.

Apprezzati sicuramente tutti gli elementi compositivi dello spettacolo a partire da una scenografia molto curata e studiata (di Andrea Belli), che rende perfettamente l’atmosfera e dà il giusto movimento alla scena anche grazie all’uso di una struttura mobile che occupa gran parte dello spazio scenico dividendo e modificando gli ambienti dell’opera.
Anche il ricco cast rientra nel potenziale non sfruttato, con qualche trovata divertente e personaggi non approfonditi. A partire da Papaleo che da grande comico avrebbe potuto dare al suo Podestà uno spessore diverso e innovativo, se registicamente approfondito.
Così come i personaggi secondari che fanno da cornice si salvano per le evidenti doti recitative degli attori che danno loro vita. Ammirabile Daniele Marmi che porta in scena un riuscito Chlestakov – il giovane imbroglione scambiato per l’ispettore.
Il risultato finale è un’opera godibile, simpatica e divertente, che lascia un pizzico di amaro in bocca per l’occasione mancata, ma che comunque coinvolge e alleggerisce gli animi.
E alla fine, il pubblico divertito applaude senza sosta.
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L’ISPETTORE GENERALE
Con ROCCO PAPALEO
di Nikolaj Gogol
regia LEO MUSCATO
Personaggi e interpreti:
PODESTÀ Rocco Papaleo
CHLESTAKOV Daniele Marmi
OSIP Giulio Baraldi
MOGLIE Marta Dalla Via
FIGLIA Letizia Bravi
GIUDICE Marco Gobetti
SOVRINTENDENTE OPERE PIE Gennaro Di Biase
DOBČINSKIJ Michele Schiano di Cola
BOBČINSKIJ Michele Cipriani
DIRETTORE SCOLASTICO Marco Vergani
SOVRINTENDENTE OPERE PIE Gennaro Di Biase
UFFICIALE POSTALE Marco Brinzi
DOTTORESSA, VEDOVA, CAMERIERA Elena Aimone
ATTENDENTE, MERCANTE Salvatore Cutrì
Musiche originali Andrea Chenna
scene Andrea Belli
costumi Margherita Baldoni
luci Alessandro Verazzi
coreografia Nicole Kehrberger
Produzione Teatro Stabile Di Bolzano, Teatro Stabile Di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile Del Veneto – Teatro Nazionale Roma
ph Tommaso Le Pera