La vita di un uomo raccontata attraverso le pagine di un diario: Cederna conquista il pubblico genovese
Sul palco del Teatro Duse di Genova il grande attore Giuseppe Cederna porta la Storia di un corpo senza filtri. Si tratta dell’adattamento teatrale dell’omonimo romanzo di Daniel Pennac, in cui il protagonista senza nome, poco prima di morire, dona alla figlia un peculiare diario.
Il ”Journal d’un corps” (titolo originale in francese del romanzo), un diario di un corpo: la narrazione della sua vita a partire dalla giovanissima età storia dal punto di vista del suo corpo, attraverso mutazioni e cambiamenti che la crescita, il tempo e gli accadimenti della vita hanno influenzato.
È una storia che pone l’attenzione sui differenti aspetti di ciò che è la “corporeità”, senza filtri e senza giudizi di alcuna natura (morali, negativi o tabù). E così il padre si racconta alla figlia attraverso i ricordi legati al suo essere fisico: dalle paure, piccoli traumi, i primi cambiamenti che porta la crescita e la scoperta di sé, e poi il dolore di una perdita, il primo amore, la nascita della figlia e un corpo nuovo da accudire e abbracciare, e poi i dolori, gli acufeni, i malori, l’agonia, l’apatia. Niente è escluso da questo racconto universale, diverso e sorprendentemente divertente.
Un racconto che diventa un viaggio alla scoperta del proprio corpo, partendo dalla tavola anatomica di Larousse e continua per tutta una vita.
L’adattamento e la regia sono a cura di Giorgio Gallione le cui scelte rendono perfettamente l’atmosfera che è solita di Pennac: dissacrante, ironica con un pizzico di grottesco e di dramma che rende unico e inconfondibile ogni suo lavoro.
Giuseppe Cederna si muove in uno spazio scenico ( scenografia a cura di Marcello Chiarenza) occupato da valigie che contengono pezzi di storia, attraverso le quali racconta episodi, ricordi, emozioni. La sua è una recitazione “imperfetta”, che rende ancora più viva questa storia così universalmente condivisibile. Un attore che con la sua indiscutibile bravura riesce in 80 minuti a far ridere, emozionare e coinvolgere l’intero pubblico in sala che non distoglie l’attenzione e lo segue nella sua danza attraverso i ricordi di una vita.
E queste valigie che invadono la scena, che racchiudono i ricordi, sposano ancora di più la metafora e l’idea che la nostra vita stessa e il racconto di essa non sia altro che un viaggio.
Lo spettacolo, così come il testo di Pennac, è uno strumento di riflessione sull’importanza del nostro corpo, dei cambiamenti e delle sensazioni che viviamo, che siano esse positive o negative.
Applausi interminabili e cuori carichi d’emozione.
STORIA DI UN CORPO
di Daniel Pennac
con Giuseppe Cederna
adattamento Giorgio Gallione
scene Marcello Chiarenza
luci Andrea Violato
elaborazioni musicali Paolo Silvestri
Produzione Fuorivia-Agidi in collaborazione con Teatro Stabile di Bolzano e Teatro Cristallo
Foto in evidenza di Matteo Groppo