Le origini del re del terrore nell’ultimo film dei Manetti Bros presentato al Lucca Comics & Games
I fratelli Marco e Antonio Manetti, per la prima volta insieme al festival del fumetto di Lucca, sono intervenuti a discutere della propria opera al termine della proiezione in anteprima del capitolo conclusivo della trilogia su Diabolik, in uscita al cinema il 30 novembre 2023.
Tornano così per la terza volta sullo schermo i fotogrammi del ladro dagli occhi di ghiaccio, con i loro toni seppia e olivastro, la recitazione artefatta, caricata, a volte esageratamente solenne di personaggi che spiegano ogni cosa e dicono tutto ciò che pensano, in perfetto rispetto dello spirito del fumetto delle sorelle Giussani.
Sebbene i due registi ammettano di essere stati più filologici nell’approccio al primo film per via del delicato compito di adattare un materiale così sensibile, aggiungono anche di “averci pensato meno” nella realizzazione del secondo e del terzo capitolo (girati in back-to-back), avendo acquisito una certa confidenza col materiale e cominciato a dare del tu al personaggio nell’arco delle produzioni.
Comunque, se pian piano la saga ha attraversato un’evoluzione da trasposizione rispettosa della fonte a qualcosa di sempre più personale, dove lo stile degli autori ha cominciato a emergere in maniera più evidente (un esempio su tutti la macchina a mano da loro tanto amata, assente nel primo film ma riapparsa a partire dal secondo), certi elementi atti a tradurre il linguaggio fumettistico delle Giussani, che avevano contraddistinto le prime due pellicole permangono.
I registi hanno spiegato come abbiano voluto realizzare tre film che riflettessero tre epoche distinte del fumetto di Diabolik, ma anche tre epoche del cinema italiano: il primo legato agli anni Sessanta, il secondo alla fine di questa decade e il terzo all’inizio dei Settanta. Anche le colonne sonore, ricordano, seguono questo principio, proponendo (un po’ in stile 007) canzoni che riflettono ognuna il mood del rispettivo film: dark il primo, più sentimentale il secondo, frizzante il terzo.
A coda di una pellicola focalizzata su Eva Kant e una su Ginko, nei quali Diabolik risultava più un’entità incombente sulla storia, un umore, piuttosto che il protagonista, il terzo capitolo pone finalmente al suo centro l’antieroe che dà il nome alla serie, promettendo di rivelare chi realmente sia il famoso ladro dalla maschera nera, con l’eloquente titolo Diabolik – Chi sei?. I registi precisano come la trilogia sia proprio un lento scoprire del personaggio, visto prima attraverso gli occhi di Eva Kant, poi non visto da quelli dell’ispettore Ginko, infine raccontatosi da Diabolik stesso.
E allora chi è Diabolik?
La risposta non è semplice. Tutt’altro.
Diabolik è un personaggio indefinibile, frammentario come il passato che lo ha portato ad essere quello che è. Un cocktail di attributi, esperienze ed eventi variegati, come mostrato efficacemente dai Manetti con quel collage di immagini strappate che si sovrappongono (o sottostanno) al primo piano del ladro, andando a comporre qualcosa che è più di una persona o un personaggio, piuttosto una vera e propria icona che trascende qualunque forma fisica, diegetica e mediatica.
Alla domanda sul perché abbiano atteso il terzo capitolo per raccontare le origini di Diabolik, i registi spiegano in primis che anche nel fumetto la cruciale storia arrivò in un momento avanzato della sua vita editoriale, col numero 107, dunque appariva sensato mantenere una tale dislocazione cronologica; ma soprattutto confermano come in fondo la vicenda non sia una vera origin story, perché le origini di Diabolik rimangono tutt’oggi un mistero.
E pare che questa impossibilità di identificare Diabolik si sia riflettuta anche nel processo di casting del personaggio. Come noto, infatti, dopo aver interpretato il protagonista nella prima pellicola, l’attore Luca Marinelli ha rinunciato a proseguire l’avventura nel ruolo per ragioni di tempistiche, non riuscendo a far coincidere i propri impegni lavorativi con il programma dei fratelli Manetti. La perdita di Marinelli ha costretto i due fratelli a ripetere il difficoltoso processo di casting alla ricerca di un nuovo volto per Diabolik, conclusosi con la scelta dell’attore italo-canadese Giacomo Gianniotti. I Manetti hanno sottolineato la complessità della ricerca di un adeguato volto per il personaggio principale e l’ulteriore disagio di trovarsi a svolgere per ben due volte il difficoltoso processo.
Il retroscena forse più interessante è su come, una volta “perso” Marinelli, i registi abbiano preso in considerazione la strategia di scegliere un interprete diverso per ogni film, così da rinforzare l’idea che Diabolik non ha un’identità definita, può avere qualunque aspetto. Trasformista e figura multiforme, la sua identità risiede nell’essenza del personaggio non nell’aspetto. Sotto la maschera nera non c’è nessuno. Il volto di Diabolik è la maschera, riempita da quegli occhi di ghiaccio. Diabolik non ha volto. Diabolik è nessuno.
Concetto rinforzato dai Manetti Bros. quando affermano che il protagonista, in effetti, non esiste senza Eva Kant. Eva prende uno psicopatico, un ladro che uccide senza scrupoli, e lo tramuta in una figura affascinante, catalizzando una percezione completamente differente (forse anche distorta) del personaggio, facendone di fatto un eroe.
Dunque, in un certo senso, il passaggio di interprete da Marinelli a Gianniotti si è rivelato fortuitamente funzionale a raccontare questa evoluzione del personaggio, laddove l’interpretazione del primo mostrava connotazioni di un’inquietante instabilità psicologica, mentre il secondo ha indubbiamente apportato una componente fascinosa.
In chiusura, i fratelli rivelano che una compagnia americana ha già acquistato i diritti per distribuire l’intera trilogia, e i due sono stati invitati oltreoceano a presentare i film a diversi festival, nonché ad aprire quello del cinema di Macau.
Diabolik – Chi sei dei Manetti Bros. – Con Giacomo Gianniotti, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Monica Bellucci, Pier Giorgio Bellocchio, Giacomo Giorgio, Paolo Calabresi, Massimiliano Rossi, Andrea Arru, Lorenzo Zurzolo – Anno 2023