A vent’anni dalla morte del Signor G, arriva un documentario sulla sua vita impegnata
Riccardo Milani (regista tra gli altri del cult comico Come un gatto in tangenziale e recentemente uscito in sale con Grazie ragazzi) si é cimentato in un docufilm su uno dei più grandi cantautori e personaggi della televisione italiana: Giorgio Gaber.
Il regista romano omaggia Gaber con un racconto della sua vita con un focus sulla sua carriera televisiva e il cambio radicale verso una nuova forma di spettacolo: il teatro canzone.
Il contesto storico e la formazione di Gaber sono centrali nel racconto. Gaber è un milanese nato nel ben mezzo della guerra ed é sin da piccolo molto cagionevole. La poliomielite lo colpisce due volte lasciando strascichi importanti come una parziale paralisi alla mano sinistra; motivo per cui il padre decise di compragli una chitarra per farlo esercitare con la mano paralizzata e segnando per sempre la vita di Giorgio.
“Tutta la mia carriera nasce da questa malattia” dirà in seguito.
Dopo gli inizi da esclusivo strumentista vede che cantare é la sua strada. Ma qual è la sua direzione artistica? Chiaramente l’influenza oltreoceano si fa sentire e, come molti di quella generazione (Celentano su tutti), è affascinato dal rock ‘n roll americano e si muove vorticosamente come un giovane Elvis italiano. Dopo le collaborazioni che lo hanno portato ad essere conosciuto in tutto il paese nei programmi televisivi come Il Musichiere (e a quel tempo la fama televisiva colpiva trasversalmente su tutto il paese, essendoci un unico canale). Quel mondo, decisamente più redditizio, non era però la strada adatta.
Sentiva la necessità di un cambiamento, una svolta a sinistra mossa da un fervore sociale e politico. Nasce così il teatro canzone, che si presuppone di essere il miglior medium con le persone per trasmettere un’idea che non sia soltanto un’astrazione. Il teatro rende vivo e tangibile un concetto, potresti mangiarla un’idea. Così nascono le collaborazioni con il pittore Sandro Luporini, autore di alcuni testi scritti a quattro mani.
Gaber come San Francesco si spoglia dei ricchi vestiti di presentatore da intrattenimento televisivo, scevro da ogni impegno civile, e indossa i panni dell’intellettuale impegnato. Quella è la sua strada che lo porterà a guardare il suo presente, quei ferventi anni ’70, con occhio critico. Fu la voce più eminente della critica contemporanea, specie nei confronti della sua stessa area politica.
Io, noi e Gaber è un docufilm diretto da Riccardo Milani, che conta le testimonianze di Gianfranco Aiolfi, Massimo Bernardini, Pier Luigi Bersani, Claudio Bisio, Mario Capanna, Francesco Centorame, Lorenzo Jovanotti Cherubini, Ombretta Colli, Paolo Dal Bon, Fabio Fazio, Ivano Fossati, Dalia Gaberscik, Ricky Gianco, Gino e Michele, Guido Harari, Paolo Jannacci, Lorenzo Luporini, Roberto Luporini, Sandro Luporini, Mercedes Martini, Vincenzo Mollica, Gianni Morandi, Massimiliano Pani, Mogol, Michele Serra. In uscita al cinema il 06 novembre 2023. Durata 135 minuti. Distribuito da Lucky Red.