Con L’anello forte in scena 13 e 14 ottobre al Teatro Duse di Genova si dà il via alla XIX edizione del Festival dell’Eccellenza al Femminile.
Lo spettacolo, tratto dal libro omonimo di Nuto Revelli del 1985 è una produzione de Il Contato del Canavese/Teatro Giacosa di Ivrea, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale in collaborazione con Fondazione Nuto Revelli.
In una scena scura si apre uno spazio occupato da una fattispecie di armadio a vista stracolmo di vestiti e accessori, e dalla parte opposta quella che all’apparenza può sembrare un’improvvisata edicola votiva.
Sul palco due attrici, Laura Curino e Lucia Vasini, si alternano per dar voce a racconti di contadine, immigrate, lavoratrici, operaie di fabbrica, mogli, figlie.
«Ruvide, ironiche, taglienti» così vengono descritte le donne alle quali la regista e drammaturga Anna Di Francisca ha voluto dar voce in questo adattamento del libro-denuncia di Revelli, che si avvale anche di video e registrazioni delle interviste originali curate da Revelli che contribuiscono a impattare nello spettatore già coinvolto e a dare un senso di realtà ancora più evidente.
L’anello forte è l’urlo silente delle donne che hanno lottato, ma anche di quelle che non sono riuscite a farlo, di quelle che si sono sottomesse, che hanno abbandonato la loro terra, di quelle che hanno sofferto, amato e sperato.
È la stessa regista che spiega il vero senso di questo spettacolo: «La donna è da sempre la componente forte e determinante della famiglia, ma anche quella che paga il prezzo più alto. Lo spettacolo porta in scena, in prima persona, le voci di donne che sono state, per l’appunto, l’anello forte della nostra società».
E così in questi novanta minuti di forti emozioni il pubblico può ascoltare la storia di Caterina, Margherita, Rosa, Vittoria, Suor Maria Eleonora e tante altre, che con la loro forza diventano portavoce di quello che è ed è stata la Storia della lotta femminista e tutto ciò che le donne hanno dovuto sopportare: dalle operaie di fabbrica, a quelle che si son spezzate la schiena per raccogliere violette, quelle che sono state vittima dell’ossessione della verginità e del piacere declinato unicamente al maschile, e poi l’aborto, gli uomini padroni, l’abbandono della terra natia per seguire l’amato, la vergogna e la pubblica gogna.
L’anello forte si fa testimone di quel teatro vero che ancora stoicamente resiste, il teatro dedicato alla vita che palpita, alle voci umane, alle storie e ai dolori.
Le scelte registiche e drammaturgiche di Anna Di Francisca mostrano un’acuta accortezza nei tempi, toni e spazi, ma anche nell’alternarsi e incrociarsi delle storie, così diverse, ma unite da un’unica forza inarrestabile, con pause calcolate e intervalli (fra una storia e l’altra carichi) di pathos.
Laura Curino e Lucia Vasini sono due interpreti magistrali (e cito la presentazione dello spettacolo perché non vi è termine migliore per descriverle). Meravigliose e reali, hanno tenuto viva l’emozione e l’attenzione di un pubblico eterogeneo senza mai distrarre. Sono state in grado di passare da un racconto a un altro, da una vita all’altra dando valore e dignità a ogni donna che grazie a loro è tornata a vivere per qualche minuto.
Uno spettacolo da vedere, vivere e ascoltare, in cui tutto – dalle scene e i costumi di Beatrice Scarpato, al disegno delle luci di Davide Scaccianoce – contribuisce a portare la storia e le storie su un piano vivo e palpabilmente doloroso.
La XIX edizione del Festival dell’Eccellenza al Femminile con la direzione artistica di Consuelo Barilari – dedicato alle “Identità” – è in programma dal 13 ottobre al 9 dicembre a Genova. In calendario 12 spettacoli a cura del Teatro Nazionale.
Crediti qui. Foto in evidenza – ph Bruno Murialdo, Gloria Lunel, Wafaa Ef Khoury