Presentata la nuova stagione dello spazio off di Via della Vetrina a Roma con l’intenzione di alzare l’asticella delle proprie ambizioni.
Luogo dove tutto accade, luogo della metamorfosi e del respiro, il Teatro si afferma come arena d’eccezione, in grado di modulare i propri spazi secondo declinazioni inusitate, di tramutarli, di capovolgerli secondo logiche divergenti da quelle che dominano il quotidiano.
Ne è diretta espressione il Teatrosophia di Roma, da qualcuno definito come spazio immenso in un luogo ristretto, a pochi passi da Piazza Navona, dove ieri pomeriggio 15 settembre si è tenuta la Conferenza Stampa per la presentazione della stagione teatrale 2023/2024.
A fare da incipit all’evento, introdotta dalle parole di ringraziamento del direttore artistico Guido Lo Moro, la straordinaria interpretazione de La sera dei miracoli di Lucio Dalla affidata alla chitarra e alla voce di Lorena Vetro, musicista poliedrica ma anche fotografa e organizzatrice, accompagnata dalla coreografia di Maria Concetta Borghese, performer a livello internazionale.
E’ in particolare su un verso della canzone che si sofferma Ilenia Costanza, anch’essa parte del cuore pulsante dello staff assieme ad Alessandra Di Tommaso e Marta Iacopini: se Dalla riferendosi alla città canta “e anche senza corrente camminerà”, la stessa cosa può esser detta del Teatrosophia, che mai di fronte alle difficoltà ha deciso di arrendersi poiché sostenitore della visione secondo cui il teatro è prima di tutto atto d’amore.
Componente necessaria e irrinunciabile quella del settore comunicazione rappresentato da Andrea Cavazzini nel ruolo di ufficio stampa e da I Vetri Blu, attivi nel settore della comunicazione social.
Una stagione all’insegna delle donne e delle loro storie
Le stesse voci di questo gruppo, tanto organico quanto appassionato, si alternano nella presentazione della stagione, una stagione che quest’anno si pone all’insegna delle donne e delle loro storie.
A renderne testimonianza è in apertura del cartellone LE NOSTRE FIGLIE SI AMANO viaggio interiore nella vita di due sorelle, tratto da un adattamento di un testo di Antonio Mocciola che vedrà in scena Serena Borelli per la regia di Giorgia Filanti, e ancora, JENNIFER IL SOGNO di Annibale Ruccello, primo esordio al Teatrosophia di Scena Teatro Management, con Antonello De Rosa, Marianna Avallone e Margherita Rago. Lo stesso De Rosa sarà protagonista anche nella seconda parte della stagione con TRACCIA DI MAMMA incentrato sull’implacabile tormento di una donna smarrita nel labirinto della sua mente offuscata.
Altra sorprendente manifestazione di teatro al femminile la rassegna UNA SU TRE-Women’s festival presentata dal Teatro Multilingue e articolata in quattro differenti serate con protagoniste Tracy Walsh Caputo, Marsha de Salvatore, Mayil Georgi Nieto, Julia Messina, Valentina Celentano, Fabiana De Rose e la compagnia CAPSA Service per la regia di Flavio Marigliani. A guidare la rassegna è l’universo femminile che si svela sul palco per dare luce alle sue storie, che sono storie di tutti. Lo stesso Teatro Multilingue raddoppierà la sua presenza anche nella seconda parte della stagione con LA TINELARIA scritto da Francesco Baje diretto da Flavio Marigliani con Mertxe Alzaga, Elisa Caminada, Altea Hernández e Maxie Le Dévéhat.
Storia di donne è anche E’ SEMPLICE, testo inedito, scritto, diretto e interpretato da Ilenia Costanza assieme a Marta Iacopini e Lorena Vetro, e IO ED EMMA, storia del travagliato rapporto tra una madre e sua figlia, presentato dalla MARGOT THEATRE COMPANY, scritto e diretto da Valentina Cognatti e interpretato da Loredana Piedimonte, Martina Grandin, Sara Aiello ed Elisa Salandra. Un ritorno sul palco del Teatrosophia anche per Beatrice Schiaffino con L’IMPERATRICE, monologo per attrice e musicista scritto da Andrea Balzola e diretto da Lorenzo Terenzi, anche lui sulla scena dello spettacolo.
Un fil rouge che percorre anche la seconda parte della stagione
Seguono lo stesso decisivo fil rouge gli spettacoli previsti per la seconda parte della stagione teatrale che a partire da gennaio vedrà in scena POLIPHONIA di Maria Letizia Avato per la regia di Marco Belocchi con Valentina Maselli, Tania Lettieri, Simone Destrero, due atti unici legati dal disagio patito da due donne e l’azione di difesa dell’inconscio, per cercare di affrontare i loro traumi; e ancora LA BAMBOLA SPEZZATA di Emilia De Rienzo per la regia di Gianni de Feo con Irma Ciaramella e Alessandra Ferro; NASCOSTA DENTRO AL CUORE (Colei che canta agli alberi e parla al proprio eco) scritto, diretto e interpretato da Daniela Antolini e Emanuele Bilotta, e DIESEL, di e con Claudia Portale per la regia di Luca Esposito.
Una stagione eterogenea
Eppure la programmazione del Teatrosophia è anche spazio per spettacoli ispirati a tematiche differenti ed eterogenee. All’insegna del divertissement, e teso a esplorare le infinite pieghe del linguaggio, è infatti il one man show IN TRENO IN TRE NO di Giuseppe Manfridi, sul palco anche nella seconda parte della stagione con WAKEFIELD L’UOMO CHE VOLO’ OLTRE SE STESSO per la regia di Claudio Boccaccini.
Sulle contraddizioni dello star system si articola invece TRATTAMI BENE (Marlon, James, l’amore, la violenza) di Antonio Mocciola con Simone Sabia e Manuel Novarini e per la regia è di Emilia Miscio. Appuntamento d’eccezione è poi quello con Mauro Toscanelli che torna in scena con IL NATALE DI HARRY di Steven Berkoff per la regia di Antonio Foti.
E non è tutto. Si ispira al verso di Michele Mari “Io venia pien d’angoscia a rimirarti”, DARK MOON presentato da DarkSideLabTheatre per la regia di Matteo Fasanella; la danza è invece centrale in PIEDI NUDI E PAROLE CRUDE di Antonio Veneziani con la presenza di Maria Concetta Borghese.
Della compagnia Ars29 sono ULISSE (Il mio nome è Nessuno) scritto e diretto da Massimiliano Auci e con Lorenzo Martinelli, Matteo Fasanella, Giorgia Serrao; e LE FIGLIE DEL RE, riscrittura dell’opera shakespeariana Re Learcurata da Flavia Gallo che vedrà abitare la scena da Giovanna Cappuccio, Chiara Cavalieri e Giorgia Serrao.
Tratto invece dal libro “KARIBUNI” di Giancarlo Di Giacinto è KARIBUNI dove lo stesso autore sarà presente in scena assieme al regista Bruno Petrosino e che si afferma come prezioso bagaglio sensoriale, immaginifico ed emotivo dell’autore/attore, accumulato e vissuto nei suoi viaggi in Africa tra gli anni ‘60 e 2000.
Nuovo appuntamento anche per gli artisti della MARGOT THEATRE COMPANY in scena anche nella seconda stagione con LE INTERMITTENZE DELLA MORTE, adattamento teatrale di Valentina Cognatti tratto dell’omonimo romanzo di Josè Saramago che vedrà come protagonisti Serena Borelli, Martina Grandin e Alessandro Moser.
Progetti speciali al Teatrosophia: dall’improvvisazione ai corti
Ad aggiungersi alla già ricca stagione presentata quest’anno dal Teatrosophia, alcuni progetti degni di nota come lo Spettacolo interattivo di improvvisazione teatrale, appuntamento annuale che vedrà quest’anno la partecipazione della Compagnia Evasione Teatrale di Fulvio Maura accompagnata dall’improvvisazione musicale di Gianluca Massetti.
Altro appuntamento decisivo quello che verso lachiusura di stagione vede la collaborazione tra il direttore artistico Guido Lomoro e l’Accademia Beatrice Bracco diretta da Sabrina Galateri, finalizzato a offrire un’opportunità ad attori neo-diplomati che si stanno affacciando al mondo del lavoro.
Bisognerà invece attendere l’inizio della prossima estate per assistere a INVENTARIA, LA FESTA DEL TEATRO OFF ospitato da Teatrosophia in tre degli spettacoli in gara. Organizzato dalla Compagnia Dove Come Quando il festival è diretto da Pietro Dattola e Flavia Germana de Lipsis.
Spazio inoltre all’ironico e poliedrico Maurizio Santilli con il suo appuntamento mensile a partire da ottobre, e al ritorno del progetto teatrale Corti teatrali multilingue più aperitivo originatosi dalla collaborazione tra Teatrosophia e Teatro Multilingue.
Si conclude così la presentazione della stagione ma non termina qui il tempo per parlarne e condividerne gli spunti; peculiarità del Teatrosophia è infatti quella di terminare ogni evento, che sia esso conferenza o spettacolo, con un aperitivo, formula originale e simbolo di un teatro in grado di uscire dal palcoscenico, trasferirsi e vivere nelle parole, nei discorsi, nelle azioni di chi lo ama. Poiché il teatro- ci ricorda il Teatrosophia, è prima di tutto atto d’amore.